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Cameron

E con oggi sono due giorni che Giselle non viene a scuola.
Le voci da corridoio dicono che è stata sospesa.

Sembrerà strano ma mi manca la sua voce mentre mi dice Mi stai sulle palle!

Ricoveratemi.

E con oggi sono anche due giorni che sono fidanzato con Madison.
È stata lei a dichiararsi a me quando mi è venuta a chiamare per uscire dalla classe.

"Cosa c'è?" Le chiedo mentre camminiamo distrattamente l'uno affianco all'altra nei corridoi.

La vedo mentre guarda imbarazzata un punto indefinito.
Sembra assorta nei suoi pensieri.

"Perché mi sei venuto a chiamare in classe?" Riformulo e ritento a chiedere.

E lei non risponde.

"Era una cosa importante?"

Il suo silenzio mi fa quasi innervosire.

Non dice niente, ma mi prende la mano e mi porta nello sgabuzzino dei bidelli, una stanza buia che appena entri ti inala le narici di limone per il troppo detersivo.
Mi spinge dentro facendomi sbattere contro l'enorme quantità di scope appoggiate su una delle quattro anguste pareti e mi fa segno con l'indice sulla bocca di stare zitto.

Cosa vuole fare?

"Cameron..." sussurra con la sua voce dolcissima "Volevo parlarti di ciò che è successo ieri." Dice poi, quasi balbettando.

"E perché siamo venuti qui? Vuoi che finiamo nei guai se qualcuno apre questa porta?" Sbotto, mentre cerco almeno un interruttore della luce.

Certo che a volte questa ragazza è proprio strana.

"Dobbiamo stare lontani da occhi indiscreti." Risponde lei con un tono più tranquillo.

"Usciamo di qui, dai." Le prendo la mano, apro la porta ed usciamo.

La faccia occhialuta del bidello Carmine ci fa sussultare.

Ha una scopa in mano e prevedo il peggio.

Questo ci picchia.

"Fidanzatini, l'amore lo fate a casa!" Esclama battendo il manico della scopa per terra "In classe!"

Scappiamo senza dire niente e in tutto ciò non mi sono accorto che la mia mano è ancora bloccata nella sua e non riesco a toglierla.

"Sai, è stato tutto così strano ieri..." Madison inizia subito a parlare "Perché sei scappato?" Mi fissa intensamente, aspettando con ansia la mia risposta.

Le lascio la mano e nel contempo cerco di tirare fuori la verità "Perché volevo scappare dalla realtà. Ero troppo imbarazzato." Deglutisco e sento che sto andando a fuoco. Ironia della sorte, siamo proprio capitati vicini all'estintore "La realtà è che mi piaci, Madison, ma stavolta non scappo da nessuna parte."

Non so con quale coraggio, ma la prendo per i fianchi e la attiro a me.
Lei è interdetta, ma sorride come un'ebete.
È così carina.
Le nostre labbra si incontrano senza che nessuno dei due aggiunga altro.

Un bacio a stampo.
Un semplice ma efficace bacio a stampo.
Il primo in sedici anni di vita.

Il rumore dei banchi e delle sedie che strascicano sullo squallido pavimento della 3ªB mi riporta alla realtà, insieme al suono fastidioso ma liberatorio della campanella.

Finalmente sono passate cinque ore!

Non ce la facevo più.
Sembra strano che uno come me pensi queste cose, ma senza Giselle al mio fianco ogni giorno è più noioso.
Tutto senza di lei è più noioso: i suoi modi di dire e di fare da acida, il suo essere sarcastica e spiritosa quanto basta, il suo aspetto annoiato mentre mordicchia la penna o mentre si arrotola le ciocche di capelli nelle dita mentre sbuffa.
Ogni cosa.

Ripongo le mie cose nello zaino lentamente mentre osservo gli altri correre verso l'uscita, come anime in pena che dall'inferno passano al paradiso.

"Helene!" Con il palmo alzato verso la sua direzione le faccio capire che deve fermarsi.
Non ho molta confidenza con lei, ma la ammiro per la sua intelligenza dimostrata durante tutte le ore di lezione.
Sembra me al femminile, se non fosse per il fatto che sta sempre con i popolari.

Fa cenno all'amica affianco che può andare anche senza di lei, mentre si avvicina a me.

"Cameron, cosa c'è?" Chiede con la sua solita disinvoltura.

Mi tremano le gambe.
Sono sempre timido con gli sconosciuti.

"Voglio solo chiederti una cosa." Chiedo, cercando di guardarla il più possibile negli occhi "Ma quando torna Giselle?"

"La settimana prossima. Ciao Cameron!" Mi saluta ed esce dalla classe sculettando.

"Aspetta, Helene!" La inseguo e lei si ferma di nuovo.

Le sto dando un po' fastidio, forse, ma ho bisogno di sapere!

"Perché è stata sospesa?"

"Cameron, fatti un po' i cavoli tuoi!" Quasi mi rimprovera "Perché vuoi sapere tutto? Non ti riguarda, amen."

"Curiosità." Faccio spallucce.

"Eh, levatele dalla testa questa curiosità." Continua quasi aggressiva "Mica ti interessa e già vuoi tradire la fidanzatina?" Ridacchia insieme a Carolina, l'amica con cui era prima, e mi dà le spalle andandosene.

Dicono che i popolari siano simpatici e lo pensavo anche io.
Pensavo, ho detto bene.
Ti snobbano come se loro fossero al di sopra della scala sociale e tu sotto terra.

Accompagno Madison a casa con la mia bici, la saluto con il solito bacio e torno a casa anch'io, torturato dai miei stessi pensieri.

Accendo il computer e accedo a Facebook.
Non lo uso da tanto e non ne vedo nemmeno il motivo per usarlo.

La cerco su Facebook e la trovo.
Come immagine del profilo ha una foto di sé stessa con Helene ad una festa. Si nota la felicità di entrambe mentre tengono il drink in mano e ridono.

Richiesta di amicizia inviata.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora