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Giselle

"Penso che la tua nuova amica ti abbia detto che ha fatto la troia con Mike mentre stavamo insieme e che io l'abbia lasciato. Quindi tu potevi anche avere le palle di scrivermi un mi dispiace o un semplice come stai? Nemmeno quello. Grazie tante, migliore amica." Le mie unghie a punta piene di smalto bianco scivolano lungo la tastiera. Mi sforzo di non spaccare tutto premendo i tasti con tanta di quella forza da rompermi quasi le unghie.

La rabbia ribolle in me come le verdure in una pentola piena d'acqua.

Spingo il tasto invio ed ecco che mando il messaggio.

Spengo il computer e scendo, perché mia madre è da tre ore che mi chiama per la cena e io non ce la sopporto più a sentirla urlare come una papera isterica.

Vorrei urlare anch'io per come mi sento.

***

"Quindi stasera mangiamo il tavolo con la disgustosa tovaglia rossa a quadri con i fiorellini gialli?" Dico ironica, mentre ci metto controvoglia i piatti.

"Zitta e apparecchia." Mi zittisce lei, impiantando la cena.

"E Byanca può fare quello che vuole, giusto?" Faccio incazzata, mentre sbatto con violenza l'ultimo piatto sul tavolo.

"Ehi non litigate. Finitela." Delle mani calde e grandi mi toccano le spalle. Ecco il papà che scende di sotto e aggiusta tutte le nostre litigate.

Gli faccio un sorriso e me ne vado.

"Ehi, ciò non vuol dire che devi smettere di apparecchiare la tavola." Mi dice poi.

"Domani tocca a Byanca però. I turni sono turni."

***

Accendo di nuovo il computer e accedo a Facebook.

Helene non ha ancora risposto, però ha visualizzato.

Non c'è niente di più gratificante e completo del bestemmiare dopo un visualizzato senza risposta. Ora sono più tranquilla. Ma dentro di me so che così non ho risolto niente lo stesso.

Non ha le palle di rispondermi? Non vuole più saperne niente di me? Vuole parlarne domani a quattr'occhi? Ben venga, domani se non lo fa lei lo faccio io.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora