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"Ti hanno mai detto che non si passa di botto sulle strisce pedonali mentre due poveri pedoni cercano di attraversare la strada su di esse? Ci stavi quasi per investire, idiota." Esclamo acida, non appena entro in quella macchina a mio parere vomitevole.

"Ho frenato di colpo e siete salve." Fa lui con la stessa acidità, trattando il volante in modo sempre più violento per il nervosismo.

Intanto noto che Dana non ha ancora proferito parola stranamente, ancora non ha fatto una delle sue battutine. Meglio, se non vuole che con un pugno la faccia volare dritta fuori dal finestrino.

Preferirei scendere sotto il diluvio universale, invece di essere qui dentro con queste due facce da culo.

"Perché ci hai detto di salire?" Chiedo nervosa, rompendo di nuovo il silenzio.

"Volevamo salvare Helene da questa brutta pioggia, non te! Ma ci pareva scortese lasciarti in quel lago d'acqua, paperella! E noi portiamo rispetto anche per le acidelle del cazzo." Sapevo che prima o poi quella puttana avrebbe aperto bocca.

Senti chi parla, colei che mi frega il fidanzato. Peggio di una persona di merda, tu sei diavolo in persona.

Vorrei quasi dirle ciò, ma sto calma, pungendo con le mie unghie lunghissime laccate di un rosso acceso il povero braccio di Helene, il quale sta diventando viola.
Non si è lamentata del dolore e non ha nemmeno detto una parola.
Sembra una mummia ed è evidente che si senta di troppo in questa conversazione.

"Mike, fammi scendere." Esclamo subito "Come ha detto la tua ragazza, anzi, il tuo chihuahua con la rabbia" ops quel termine mi è scappato "vado a fare la paperella sotto l'acqua." Non voglio rimanere un secondo di più in questa macchina con queste persone.

Sento Dana farsi una risata.
Una risata di gusto.
Ci tiene proprio a farmi incazzare.

Mike non dice niente e continua a guidare.
Ho capito, dovrò sorbirmi altri cinque minuti di agonia qui dentro.
Tanto manca poco e sono a casa.
Casa dolce casa.

***

"Ehi, non mi ringrazi nemmeno per il passaggio?" Dice Mike, rompendo l'ennesimo silenzio imbarazzante.

Questa situazione è stata fin troppo ridicola, ok?
Non so nemmeno perché io abbia accettato di salire in macchina con lui.
Il desiderio di rivederlo da vicino?
Il desiderio di sentire l'odore di vecchio della sua macchina?
L'evitare una broncopolmonite?
Non lo saprò mai cosa mi abbia spinta a fare ciò.

Sento la sua domanda e mi viene naturale ad alzare il dito medio con eleganza e classe, sotto quella pioggia di settembre.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora