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"Venga a sedersi, signorina."

Senza replicare, Dana prende posto nella sedia affianco alla mia. Sembra tranquilla.

"Mi dica anche lei, cosa ha combinato?"

"Ho mandato a quel paese la professoressa." incrocia le braccia al petto e accavalla le gambe.

"Per quale motivo?"

"Mi ha messo cinque nonostante io abbia avuto sempre voti alti con lei."

Miss perfettina che manda a quel paese quella vecchia della professoressa di matematica?! Avrei voluto assistere.

Il preside alza gli occhi al cielo e si mette una mano sulla fronte "Questa scuola è piena di pecore indisciplinate!" quasi urla, mentre ci guarda entrambe "Allora, non prenderò provvedimenti seri, ma per punizione questo pomeriggio dovrete rimanere a pulire l'aula di fisica e tutti gli attrezzi."

"Sta scherzando, vero?" sbotta Dana "E i bidelli che li pagano a fare?! Per scaldarsi il culo sui termosifoni?!" nel tono di voce è più arrabbiata del preside.

E la sua voce da gallina non può far altro che farmi ridere.
Stranamente, lei si gira verso di me non appena inizio a ridere e scoppia a ridere anche lei.
Ma il senso di questa situazione?
Cos'è tutta questa complicità?

"Non so cosa ci trovate di divertente in tutto questo, ma... Devo prendere provvedimenti seri? Passiamo all'esplulsione così rischiereste la bocciatura?"

"Signor preside, io ho solo detto che non trovo giusto togliere il lavoro ai bidelli, che già non fanno niente tutto il giorno, per darlo a noi." risponde Dana con tutta onestà.

"Zitta, rincoglionita." la interrompo io "Vuoi finire ancora più nei casini?" non aspetto nemmeno che risponda col no "Allora lascia fare a me. Sì, signor preside, vada per le pulizie!" dico l'ultima frase con finto entusiasmo.

***

Philomena ci mostra dove prendere l'occorrente, ci augura un buon lavoro ed esce dall'aula tutta contenta. Io la ringrazio, Dana continua a guardarla con odio finché non scompare dal nostro campo visivo.

"Bella lei. Ora che non avrà un cazzo da fare sicuro andrà in palestra ad allenare quel culo flaccido che si ritrova." commenta Dana facendomi ridacchiare.

"Ma stai zitta e non mi toccare Philomena!" rispondo.

"Sai, se facessi la leccaculo con i prof come quando la fai con i bidelli ti ritroveresti con una media molto più alta." commenta, mentre inizia a strofinare i vetri. Sembra che non li puliscono dal secolo scorso.

"I bidelli sono i migliori amici dello studente." faccio spallucce, mentre spazzo il pavimento "Ma da quanto tempo non puliscono qui?! Da quando hanno costruito questa sottospecie di inferno?!" commento, iniziando a sentirmi male per la polvere che finisce più nei miei occhi che altrove.

"Non è un inferno. Sono le persone che la vivono che l'hanno resa un inferno."

"Tu mi hai reso questi tre anni un inferno." ghigno, trattenendomi dal darle la mia scopa dritta su quella testa vuota che si ritrova.

"Ci siamo fatte del male a vicenda." continua col suo tono filosofegfiante. Mi dà sui nervi. La voglio sgozzare.

"Ciò non toglie che sei stata una grande nell'ufficio del preside." mi complimento, leggermente confusa. Cosa sto dicendo?!

"Lo so, datemi un premio."

"Ora non ti esaltare."

"E chi si esalta. Per me queste cose sono all'ordine del giorno."

"Sono io quella che si è beccata una sospensione per colpa tua l'anno scorso!" lo dico come se fossero passati millenni, e invece è stato solo qualche mese fa.

"Ma che colpa mia! Sei tu che hai iniziato a picchiarmi."

Mi viene da ridere solo a pensarci "Ogni tanto qualche rissa mi fa bene."

"Tu sei strana." sbuffa.

"Grazie."

"Non era un complimento."

"Ma io l'ho interpretato come tale, miss Perfettina!"

"Miss Perfettina è anche un complimento?"

"Dipende dai punti di vista. Ad esempio a me dà fastidio il tuo atteggiamento."

"Senti chi parla... Anche tu ti credi superiore a tutti!"

"Stiamo parlando di te. Buffona." l'ultima parola la dico sottovoce, tra me e me.

"Guarda che ho sentito! E comunque credo che siamo fin troppo simili. Ecco perché litighiamo sempre."

"Non m'interessa."

"Nemmeno a me."

"E allora perché l'hai detto?"

"Non lo so, mi andava di parlare di qualcosa. Odio stare in silenzio."

"Ah, che peccato. Se ti stai zitta mi fai un piacere."

"Anche tu!"

"Intanto io mi sono scocciata di pulire." getto via la scopa e inizio a giocherellare con qualche attrezzo del laboratorio a caso.

"Aiutami, cretina! Non è giusto che pulisco solo io."

"Sai solo lamentarti di tutto."

"Eh, ovvio. Questa cosa non è giusta."

"Intanto se non era per me dal preside non ti saresti salvata da sola. Questo è lavoro di squadra eh!"

Lascia tutti gli attrezzi e viene a sedersi al mio fianco. Suppongo abbia finito "Questo laboratorio non è mai stato così pulito." sorride, soddisfatta del lavoro.

"Beh, ci dovrebbero solo dare la mancia adesso!" scherzo io.

"In fin dei conti non è stato noioso."

La guardo di traverso "Se lo dici tu..."

Invece di continuare a lanciarci frecciatine, iniziamo a parlare del più e del meno. Alla fine, cosa che non avrei mai pensato che succedesse, ci scattiamo una foto davanti allo specchio e lei la posta sui suoi social.

Sbaglio o mi sento più vicina a lei?! Nah, è ancora la mia nemica numero uno. O forse mi sbaglio...

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora