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Eccola.
Sempre lì con la sua amichetta tutta tette e niente cervello.
Pronta a farmi sentire una merda.

"Vieni con me. Devo parlarti." La fulmino con lo sguardo, tirandola a me. Poi guardo Dana. Voglio farle capire che deve levarsi dalle palle e anche subito, se non vuole che la sua faccia diventi tutta a colore del rossetto che porta su quelle labbra da pompinara.

Helene biascica un fievole "Sì". Sembra preoccupata. E fa bene ad esserlo.

"Cosa c'è?" Domanda, guardandosi intorno vaga pur di non incontrare il mio sguardo di fuoco. Sa benissimo che non riuscirebbe a sostenerlo.

Mi fingo divertita "Ah e me lo chiedi pure? Hai pure ignorato il messaggio in cui te lo dicevo. Che c'è, sei troppo vip per leggere un messaggio dalla tua migliore amica? Ah no, aspetta, migliore amica 'sta minchia. Vai da Dana." Potrò sembrare la tipica bimba gelosa ma, come ho già detto, accetto che Helene stia con tutti e tutte, ma non con quell'essere ripugnante di Dana.

La sento singhiozzare.
Sapevo che sarebbe andata a finire così.

"Dana mi ha detto che se voglio essere amica con lei devo smetterla di parlare con te." Rivela dispiaciuta, tra un singhiozzo e l'altro.

"Helene, non piangere. Che il peggio deve ancora venire... insomma, mi stai dicendo che preferisci stare con lei, con la quale parli solo da qualche giorno o con me, la tua migliore amica che ti ha sempre difeso da tutto e da tutti da una vita? Non capisco il tuo ragionamento. Ma se vuoi ancora farti pigliare per il culo da lei vai pure."

Sento che questa frase è come una pugnalata al cuore per lei. Un pugnale che piano piano la lacera dentro, facendole rendere conto di quanto sia stata stupida a comportarsi in quella maniera, facendosi condizionare da quella che ormai per me non ha nemmeno un nome.

"Mi dispiace." È tutto ciò che riesce a dire, strozzando il pianto.

Non è mai stata una tipa di tante parole.
Ma con queste poche parole mi ha fatto capire che è davvero dispiaciuta.

"È una cosa infantile scegliere tra te e lei." Commenta poi.

"Sai cos'ha fatto nei miei confronti. E se arrivi a ignorare me per stare con lei..." mi fermo un attimo e mi sforzo di non piangere "Helene, sto davvero male e ho bisogno di te." Concludo direttamente. Non ho voglia di fare uno stupido discorso strappalacrime. Ci siamo capite.

Non diciamo niente.
Ci guardiamo in faccia.
E capiamo entrambe che l'una ha bisogno dell'altra in questo legame indissolubile.

Le do una pacca amichevole sulla spalla mentre caccio uno di quei pochi sorrisi sinceri, le do le spalle ed entro nella scuola.

Niente abbracci e smancerie simili. Non è per noi tutto questo.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora