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"Ciao Giselle, che ci fai qui?" mi chiede Dana, sorridendo falsamente.

Devo inventarmi una scusa.
Una scusa che stia in piedi.
Sto elaborando con molta difficoltà cosa dire ma Mike mi precede. Cosa s'inventerà quello stupido? Mi farà fare la figura della cagna che è ormai rimasta sola?! Si deve solo permettere.

"Siamo qui per recuperare il debito di matematica, nulla di che." dice. Intelligente il piccolo Mike, mi ha appena salvata da una possibile litigata.

"Ma voi due non vi odiavate?" continua.

"Sei gelosa?"

"N-no!" arrossisce "Scusate se vi ho disturbati." dice con un po' di dispiacere.

"No! Sono io che sto disturbando voi." intervengo io "Sarà meglio che vada." cerco di essere il più naturale possibile.

Mike non dice niente, Dana mi saluta ed esco finalmente da quella casa.
L'unica cosa che ho capito è che sono andata lì solo per provare a chiarire con Mike. Con quale coraggio?! Forse mi sento davvero sola.
Ho capito anche che ho fatto una cavolata abominevole: Dana deve stare con Mike.

E io devo abituarmi di nuovo ad essere la ragazza dura che non ha bisogno di niente e nessuno, né tantomeno di un fidanzato.
L'amore non fa la felicità, fa solo soffrire, non puoi trarne cose positive. Non puoi vivere costantemente nell'ansia per colpa di un'altra persona.

Fa freddo, spero che nevichi, adoro la neve. Ma il posto più freddo in questo momento è il mio cuore. Fa invidia all'Antartide.

Mentre torno a casa incontro Lorenzo. Sembra pensieroso e un po' triste. Bene, prevedo una depressione in compagnia.

"Ciao Giselle!" mi saluta, mostrandomi un sorriso smagliante "Spero che la tua vita vada a gonfie vele, io non ce la faccio più." sbuffa.

Alzo gli occhi al cielo "Fammi indovinare. Hai ricevuto un palo da Dana? Te l'avevo detto che sei senza speranze con quella."

"Hai ragione. Ma è stato un colpo di fulmine per me. Non posso dire di essermi innamorato follemente, ma ho preso una cotta bella e buona."

"E ti sei ustionato, alquanto vedo."

"Già. Ora possiamo parlare di altro prima che mi taglio le vene?"

"Che esagerazione!" gli do una spallata "Non scherzare su queste cose. E comunque non c'è niente di bello, è tutto orribile."

Alza un pollice in su e sorride "Positiva come sempre, piccola Giselle!"

"Chiamami ancora una volta piccola e ti faccio vedere l'aurora boreale con tanto di stella polare!"

"Wow ora sei anche una piccola astronoma."

"Non fai ridere."

"Tu sì, specialmente quando ti arrabbi."

"Cosa c'è di divertente nel vedere una piccola nana che sclera?!"

Non dice niente per qualche secondo.
Poi si avvicina e mi toglie un fiocco di neve dal naso con un dito, mentre mi guarda profondamente negli occhi.

L'atmosfera si è fatta strana o sbaglio?

Dio, che occhi profondi.

Non capisco più niente.

So solo che diventerò strabica a furia di alzare lo sguardo per incontrare il suo: è davvero troppo alto!

"Bellissima."

"Cosa? Chi?" chiedo, in preda a un attacco di tachicardia. Mi fa venire l'ansia.

Lui si guarda intorno, al contrario mio molto tranquillo "La neve." risponde facendo spallucce "Cosa fai quella faccia?" ride "Non è bellissima la neve?"

"Stupenda..." faccio una smorfia "A domani..."

Seriamente ho creduto almeno per un secondo che mi avrebbe baciata lì sotto la neve?
Anzi, non m'interessa.
Se fosse successo mi sarei staccata immediatamente.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora