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Jongin rimase lì due giorni, dopodiché poté finalmente uscire. Non riprese subito a lavorare, il medico gli consigliò di riposarsi almeno un altro po' di tempo, e lui decise di fare esattamente come gli era stato detto - quindi due giorni dopo era di nuovo a casa sua, sotto le coperte, a fissare il soffitto. Quando Chanyeol aveva riferito a Junmyeon le condizioni di salute del ragazzo, quello che era successo e raccontato la storia di quei tre, lui disse che se ne sarebbe occupato personalmente. Non aveva ben capito cosa intendesse dire, ma siccome il capo del paese aveva altri impegni, non aggiunse altro. Junmyeon teneva ai suoi cittadini, se non fosse stato un bravo capo se ne sarebbero di certo andati tutti, e non gli conveniva - non poteva fare finta che quello che era successo era stata una cosa da poco, perché Jongin sarebbe potuto morire. La cosa che lo preoccupava di più in quel momento, o meglio, le persone che lo preoccupavano erano tre.

Erano ancora una minaccia? Erano innocui? Come avrebbero reagito se li avesse sfrattati? Jongin si sentirebbe felice nel sapere che il suo capo non ha punito le persone che hanno fatto del male a lui e ai suoi amici? Junmyeon non sapeva proprio cosa fare, ma ci avrebbe riflettuto a lungo e, come al solito, avrebbe fatto la cosa giusta.

"Ti ho portato il thé." annunciò Baekhyun, entrando nella camera di Jongin. Il ragazzo si sollevò subito e lo guardò confuso, afferrando la tazza e posandola sul comodino per lasciarlo raffreddare.

"Grazie." rispose. Il maggiore non se ne andò, si sedette ai piedi del letto e prese anche lui un sorso dalla bevanda che aveva in mano.

"Il mio non è thé, Minseok mi ha preparato una camomilla. Dice che ultimamente sono iperattivo, eppure a me non sembra." ridacchiò. "Forse era solo una scusa visto che le bustine di thé erano finite."

Jongin sorrise. "Com'è andata a lavoro? Non ne abbiamo più parlato."

Baekhyun ci pensò. "Diciamo che è stato bello, solo per certi aspetti."

"Sono sicuro che ti abbia fatto piacere solo perché c'eravate tu e Chanyeol, da soli, isolati, lontani dal resto del -."

"Jongin, può bastare." lo interruppe. "Si, anche per quello." continuò, il minore rimase stupito da quella risposta, anche se ormai lo avrebbero capito tutti. Eppure per quanto evidente fosse, Chanyeol e Baekhyun non avevano detto ancora a nessuno della loro storia - se si poteva definire così. Tra di loro le cose andavano più che bene e se avessero chiesto a Baekhyun chi fosse Chanyeol per lui, avrebbe risposto che era il suo ragazzo, anche se, attenzione, non si definivano così neanche tra di loro. "Non siamo qui per parlare di questo, comunque." disse.

"Se proprio vogliamo parlare di ragazzi, Sehun mi ignora. Che senso ha? Dopo essere stato due giorni interi al mio fianco mi tratta così, è come se non mi conoscesse." si lamentò Jongin.

"Credo sia stressato, in quei due giorni non ha dormito e ora che ha capito che stai bene ha iniziato a preoccuparsi di meno per te. Non dico che non si preoccupa, ma credo che si senta più rilassato di prima, era davvero in pensiero." rispose. "Cambiando discorso, io e Chanyeol stiamo andando a vedere come sta Hyesun, ti va di venire con noi? Così fai un po' di movimento, sei disteso lì da giorni."

"Non sarò il terzo incomodo?"

"Ma che dici! Vado a mettermi le scarpe, ti aspettiamo fuori." canticchiò Baekhyun. "Forse ti serve una mano?"

"No, ce la faccio."

Quando furono tutti pronti, si avviarono verso l'asilo - non era un asilo, era una casa come tutte le altre, ma era stata rinominata così perché lì vivevano tutti i bambini rimasti senza qualcuno che potesse prendersi cura di loro. Era vicina, infatti ci vollero pochi minuti ad arrivare, bussarono e aspettarono una risposta. Alla porta si presentò una ragazza con dei lunghi capelli e una frangia che le ricadeva sugli occhi, la spostò dal viso e mentre Chanyeol era impegnato a spiegarle chi fosse la bambina che volevano vedere, Jongin sbiancò.

"Prego." disse lei lasciandoli entrare tutti, non appena fu il turno di Jongin il sorriso sul suo volto angelico scomparì. Baekhyun notò quel cambiamento di espressione e richiamò Chanyeol, che stava già osservando tutti i giocattoli sparsi sul pavimento, facendogli notare quello che era successo. La voce di Jaebum che gli diceva che la ragazza del loro gruppo lavorava coi bambini riecheggiò nella sua testa, a quel punto il rosso parlò.

"Nayeon?"

"Sono io." rispose, nervosa. "Vi accompagno -."

Stava dicendo, Jongin la afferrò per la parte bassa del torace e la spinse contro il muro.  Baekhyun stava per dividerli ma Chanyeol lo fermò. "Jongin, lasciala."

"Solo perché è una ragazza non vuol dire che -."

"Jongin." disse ad alta voce, il minore sospirò e lasciò la presa, aprendo la porta e scappando via. Chanyeol si voltò verso Baekhyun e lo intimò a stare fermo. "Rimani con lei." disse, cominciando a correre verso il ragazzo che era andato poco lontano. Il maggiore si voltò verso la ragazza e la aiutò a sistemarsi.

"Tutto bene?" le chiese. Nel frattempo, Chanyeol aveva raggiunto Jongin e lo aveva afferrato per un braccio. Il ragazzo non cercò neanche di liberarsi, appena l'altro lo strinse a sé si immobilizzò.

"Calmati, Jongin." gli disse, lui non stava piangendo ma era sul punto di cominciare a farlo, non sarebbero state lacrime di tristezza ma di rabbia. Perché in quel momento, oltre a Nayeon, avrebbe voluto avere davanti a lui anche gli altri ragazzi, solo per sfogarsi su di loro. "Non potevo lasciarti picchiare una ragazza, ti sembra?"

"Se le avessi dato una lezione -."

"Non ci pensare nemmeno."

"Cosa ne sai tu?" domandò, scostandosi. "Tutto questo è colpa sua, sua e dei suoi amici."

"Lo so benissimo Jongin." rispose. "Junmyeon ti caccerebbe se venisse a sapere di tutto questo, lo capisci?"

"Credi che io abbia bisogno di lui?"

"Si." disse. "Non puoi picchiare quei due, e a maggior ragione non puoi picchiare lei. Quindi ti prego di smetterla di agire d'istinto e di cominciare a ragionare." fece una pausa. "So che fa male ma che senso avrebbe vendicare i tuoi amici? Se l'avessi picchiata non saresti stato migliore di lei, vuoi abbassarti a quei livelli?"

Jongin si voltò, poi cominciò a singhiozzare. "Voglio solo che quei tre spariscano."

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a/n ; povero jongin

the last one - chanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora