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Trattenne il respiro e spinse il divano dall'altra parte della stanza con tutte le forze che aveva, poi si rilassò e guardò il lavoro finito: ora la sua casa era sistemata. Non era proprio la sua, quella di cui era proprietario era stata distrutta, questa l'aveva presa in prestito dopo aver constatato di essere rimasto l'unica persona in quel paese che ormai era stato raso al suolo.

Alieni? Mostri? L'apocalisse? Le teorie più improbabili e infondate frullavano nella sua testa da giorni, eppure non poteva essere certo di nessuna di quelle. Dopo aver camminato a lungo ed essersi accertato del fatto che non ci fosse effettivamente nessuno aveva trasportato la sua roba in quella villetta che sì, era danneggiata ma stava ancora in piedi, o almeno sperava avrebbe retto. Anzi, cosa c'era da sperare? Era rimasto solo, morire non gli sarebbe dispiaciuto.

Non capiva neanche lui come aveva fatto a non avere avuto un crollo mentale e ad essere rimasto lucido per così tanto tempo, nel profondo aveva paura e voleva solo che svegliandosi sarebbe tornato tutto come prima. Puntualmente si ritrovava in quel letto scomodo che non era il suo, era da giorni che non vedeva o sentiva la voce di un essere umano, era stanco, sfinito, non lo avrebbe sopportato a lungo. Non sapere gli dava sui nervi, e in quel momento desiderava solo trovare una soluzione a quel problema.

Da bambino sognava spesso come sarebbe stato vivere senza nessuno, avere il quartiere tutto per sé, gli sarebbe piaciuto entrare nei negozi e prendere i giocattoli che sua madre non voleva comprargli. Ma ne valeva davvero la pena?

Tutto era iniziato poche notti prima, sentì un rumore assordante si spaventò davvero tanto, aveva paura di andare a controllare cosa fosse successo. Esitò, visto che lo sentì molte altre volte. Pensò fosse caduto un meteorite o metà della casa, in realtà la seconda opzione era più plausibile. Ed era anche quella vera, la vista di quel panorama - se si può definire così - fu agonizzante, non credeva sarebbe riuscito a prendere in mano la situazione e a mettersi al sicuro. Si sentivano solo urla e scoppi, poi il silenzio più totale.

Scosse la testa per evitare di ricordare troppo e sbirciò fuori dalla finestra, non c'era nessuno - «ovviamente» aggiunse mentalmente lui, che a quel punto si era del tutto rassegnato. Se stava attento riusciva a sentire i suoi respiri ma non lo avrebbero rassicurato. Gli faceva paura tutto ciò, non immaginava cosa potesse essere successo, perché a lui? Perché non era sparito come gli altri?

Si avviò verso la cucina e aprì la credenza dove aveva riposto la roba da mangiare, aveva preso tutto al negozio che era a pochi isolati da quella casa. Esplorando le stanze aveva trovato un paio di bombole di gas nel seminterrato e le aveva trasportate di sopra così poteva usarle per cucinare, o per scaldare l'acqua così da farsi una doccia calda di tanto in tanto. Il primo giorno non voleva neanche uscire di casa, passò quella giornata a piangere e a desiderare di essere morto, poi come se avesse avuto un'illuminazione decise che quella di saccheggiare i negozi era la scelta migliore, lo trovò quasi divertente. Aveva trovato delle foto, non sapeva chi viveva nel suo alloggio ma grazie a quelle era quasi sicuro che i proprietari fossero una donna e un uomo. Chissà che fine avevano fatto.

Dopo aver mangiato andò in salotto a leggere, non poteva guardare la TV perché non c'era elettricità, inoltre neanche le linee telefoniche sembravano essere operative - e la batteria del suo cellulare era andata, avrebbe giurato di non essersi mai trovato in una situazione così piacevole. Aveva trovato un paio di libri e ne aveva scelto uno che si avvicinava a quello che era il suo genere preferito, così armato di torcia iniziò a sfogliare le pagine per cercare di distrarsi e far passare il tempo più in fretta.

Era tutto tranquillo, fin quando non udì un rumore molto simile a quello che si sente quando si schiacciano delle foglie secche coi piedi - non sembrava essere vicino ma tutto quel silenzio lo aveva fatto abituare a percepire anche il minimo rumore. Terrorizzato chiuse il libro e si portò le ginocchia al petto. La sua paura diventò realtà e quel rumore era sempre più forte, gli sembrò di vedere qualcosa passare davanti alla finestra. Per fortuna era chiusa - eppure se qualcuno avesse voluto romperla ci sarebbe riuscito senza problemi. Credette veramente di aver resistito tutti quei giorni senza risultati, quella cosa era andato a prendere anche lui.

Dopo quel silenzio che sembrò durare un'eternità, Chanyeol sentì bussare alla porta.

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a/n ; ho lavorato molto su questo capitolo e spero sia decente. so che non è il massimo, è troppo corto e non succede granchè, ma spero comunque che riusciate ad apprezzarlo. grazie per averlo letto ~
p.s. ci tenevo a mettere questa gif visto che è così in tema (forse lo penso solo io, fa niente) ((forse sono solo emozionata per il repackage album))

 ci tenevo a mettere questa gif visto che è così in tema (forse lo penso solo io, fa niente) ((forse sono solo emozionata per il repackage album))

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