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Le dita della guardia di turno digitano il codice che ci permette di entrare nel poligono al chiuso. Il poligono indoor ha particolari misure di protezione della struttura, ovvero pareti e strutture portanti rinforzate e sistemi di ventilazione all'avanguardia per evitare lo stazionamento dei gas esausti, che in assenza provocherebbero intossicazioni mortali. Di conseguenza, anche il problema principale – come il rumore degli spari – viene prevenuto dalla suddivisione di stanze. L'odore che c'è in questa grande ed immensa stanza è pungente, tant'è che arriccio il naso quando vi metto piede dopo settimane, non ancora abituata alla pesantezza dell'aria e al fastidio provocato da essa. Osservo, come ogni volta, le varie suddivisioni di protezione – tanto spesse quanto sicure – ed i bersagli nettamente lontani che si spostano per evitare il facile raggiungimento del colpo. I miei occhi, poi, si soffermano su un ragazzo in particolare che impugna una beretta 92 FS con una pessima precisione, una posizione sbagliata del corpo ed il tremolio di entrambe le mani mentre tenta di premere il grilletto.

« Sbaglierà il colpo» afferma neutrale Lily osservando il ragazzo.

« Sarà la prima volta che mette piede qui dentro» rispondo incrociandole braccia al petto.

Il ragazzo strizza gli occhi e preme il grilletto saltando sul posto. Ovviamente sbaglia il colpo e seguendo la scia mi accorgo che non ha nemmeno sfiorato il bersaglio. Impreca per non essere riuscito nemmeno a sfiorare la sagoma e di istinto gli angoli della mia bocca si increspano in un sorriso divertito.

Lo sconosciuto toglie le cuffie e frustrato le appoggia malamente sul tavolo alle sue spalle.

« Ecco, appunto» conferma la bionda ruotando gli occhi al cielo.

Le lancio una breve occhiata. « Credi di essere la migliore in assoluto a sparare?» scherzo affiancandola.

Mi guarda e con estrema sicurezza – e direi anche vanità – inarca un sopracciglio. « Devo ricordarti tutte le volte che ti ho stracciata?»

« È successo solo due volte» metto in chiaro, avanzando verso gli altri.

« Certo, continua ad illuderti» annuisce sorridendo. « Mi spieghi perché dobbiamo subirci la solita spiegazione? So come si spara!» si lamenta non staccando gli occhi dalla struttura.

Il caporale entra dentro chiudendo la porta alle sue spalle, per poi fermarsi e mormorare qualcosa ad un ragazzo che solitamente si occupa di sistemare le armi.

« Ti ricordo che ci sono i nuovi reclutati.»

Sbuffa schioccando la lingua sul palato. « Guarda com'è lucida quella beretta... l'impugnatura sembra così lucente, non lo senti?» si volta con gli occhi che luccicano.

Corrugo la fronte. « Cosa?»

« Non senti come mi chiama? Mi sta urlando di impugnarla e sparare!» dice melodrammatica.

Sbatto la mano in fronte e scuoto il capo. « Sei dannatamente inquietante»

Mi sorride innocentemente facendo spallucce e con un cenno del capo indica il caporale.

Quest'ultimo avanza verso il gruppetto dei reclutati e li divide in coppie. Ognuno di loro dovrà imparare a tener in mano un'arma, che all'inizio sarà una beretta, poi si proseguirà a gradi arrivando a maneggiare un fucile. Solitamente, a giorni alterni, cambiamo postazione poiché i poligoni al chiuso vietano ed impediscono gli spari a lunga distanza, a differenza di quelli all'aperto che raggiungo i 1000 metri. A dire il vero preferisco stare all'aperto e maneggiare un vero e proprio fucile ARX 160 ma, considerati gli innumerevoli principianti, mi ritrovo costretta a sottostare agli ordini del caporale.

Io e Lily ci spostiamo verso l'ultima stanza osservando come le postazioni iniziano a riempirsi, mi scappa una risata quando mi accorgo degli occhi sbarrati di una ragazza che, terrorizzata, guarda la pistola che le viene affidata. Molte volte mi chiedo per quale motivo alcune ragazze siano qui se poi, fondamentalmente, hanno paura persino della loro ombra.

OLTRE I LIMITI DEL CUORE |HS|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora