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| I commenti non sono collegati ai capitoli che leggerete. Purtroppo Wattpad ha stravolto tutto. Per evitare spoiler, vi consiglio di non leggerli. Semmai voleste scrivere, siete liberi di farlo|

Il capannone non dista molto dall'accademia e alla luce del sole posso, finalmente, distinguere le stradine e gli sbocchi che attraversai per ben due volte solo qualche mese prima. Al buio non è facile addentrarsi, se non si conosce perfettamente la strada è inutile persino immettersi. Parte del territorio accademico è ben curato, ma il resto rimane impercorribile. Lo possono confermare i miei piedi che, sebbene siano protetti dagli anfibi, riescono ugualmente a percepire il pizzicore dovuto ai rovi e al groviglio di arbusti rinsecchiti. Lo scricchiolio di questi ultimi è l'unico rumore percepibile, assieme al borbottio di Zoe, la quale è da un paio di minuti che si lamenta per il caldo cocente. Non credo di aver mai assistito a questi sbalzi di clima assurdi: per cinque giorni di seguito piove a dirotto, il resto del tempo muori per il caldo asfissiante. Tuttavia, preferisco un clima del genere alla pioggia che, nell'ultimo periodo, sembra proprio contagiare totalmente il mio umore. Inoltre, per come si son messe le cose, credo sia un bene che le circostanze ci consentano di condurre le indagini. Sempre se possiamo definirle tali; teoricamente, ciò che stiamo facendo non dovrebbe essere compito nostro, spetta a uomini di competenza indagare sia sulle identità non rivelate, sia su queste presunte boccette. In pratica, però, sembra che Marxwell e Jeffrey vogliano condurre queste pseudo indagini per conto loro e soprattutto in segreto. Che sia una faccenda personale? Probabile. Che vogliano evitare che si intromettano organizzazioni di un livello superiore? Quasi sicuramente. Da ciò che sono riuscita a capire, dalle varie discussioni a cui presi parte tempo fa, è che il colonnello ed il suo fidato vogliono a tutti i costi sterminare, personalmente, Iabo. Suppongo sia una sorta di vendetta personale: sia per aver perso una battaglia dalla quale furono gli unici superstiti, sia per vendicare le morti dei soldati e dei loro amici, nonché compagni di lavoro e vita. In parte, riesco perfettamente a capire la loro rabbia e la loro determinazione. Coen Nelson era pur sempre mio padre e al di là della sua decisione - che tutt'oggi non comprendo - farò di tutto pur di vendicarlo. Se non fosse morto in guerra magari, con il senno di poi, avrei avuto la possibilità di conoscerlo ma considerato il tragico finale, rimarrà in me il dubbio su quello che sarebbe potuto accadere. Ad oggi, l'unica cosa che mi rimane è immaginare una vita totalmente diversa da questa. Una vita in cui la mia famiglia non comprenda solo me e mia zia ma includa mio padre e mia madre, della quale non so attualmente nulla, se non la causa della sua morte. L'unica cosa che mi rimane è fantasticare scene di vita banali ma pur sempre essenziali, giorni di pura spensieratezza che non ho mai avuto modo di vivere e affetto che, sebbene non mi sia mancato, in parte sento di non aver ricevuto a pieno. Tuttavia, non conosco il motivo per cui mio padre abbia preso una decisione così drastica e non mi sento, in fondo, di condannarlo, seppur le mie domande non otterranno mai le dovute risposte. Il cuore mi suggerisce che mi abbia lasciata per una ragione ben precisa, forse una questione molto più grande di lui e, in parte, mi piacerebbe pensare che nel suo modo contorto abbia voluto solo proteggermi... perché un padre farebbe questo, giusto? Salvare la propria famiglia, la propria figlia, a discapito dell'amore che essa avrebbe potuto regalargli. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo, assodare le sue abitudini ed il suo carattere impostato e glaciale; mi sarebbe piaciuto rivedermi in lui, perché ciò che sento ogni volta che lo penso è quanto, sicuramente, gli somigli. E non potrei nemmeno dire che di lui mi rimangono i ricordi, perché di mio padre, di Coen Nelson, non ho nulla se non il cognome.

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