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| I commenti non sono collegati ai capitoli che leggerete. Purtroppo Wattpad ha stravolto tutto. Per evitare spoiler, vi consiglio di non leggerli. Semmai voleste scrivere, siete liberi di farlo|

Homs, una città che dista circa tre ore dall'Accademia, è il luogo misterioso di cui parlavano i ragazzi qualche giorno prima. L'Hummer rallenta proprio all'ingresso della città e tale moderazione mi permette di osservare, dalle fessure del veicolo, il suolo. Dai miei studi personali Homs viene considerata una delle metropoli più belle e fiorenti di tutti i tempi, sia dal punto di vista economico, che culturale, ma più mi avvicino e più l'immagine proiettata nella mia testa si dissolve nel nulla. Il verde incontaminato di molti anni prima lascia il posto al miscuglio di terriccio e detriti, le strade perfettamente asfaltate cedono del tutto trasformandosi in carreggiate piene di crepe e buchi mentre le abitazioni, e gli edifici di notevoli altezze, mollano la perfezione geometrica e simmetrica a causa dei bombardamenti frequenti. Lo scenario che mi si presenta è totalmente sbalorditivo, scioccante, completamente differente dalla rappresentazione di qualche anno prima. I miei occhi guizzano da una parte all'altra, soffermandosi sulla sfilza di case diroccate, senza infissi, pigmentate solo da colori cupi. L'alternanza del nero e del grigio è consueto ed una tristezza viscerale si insinua dentro di me. La vivacità dei colori sono solo un vecchio ricordo, la maestosità sembra scomparsa. I grattacieli solitamente trasmettono inquietudine ma le crepe, le diverse parti mancanti da cui si intravedono gli interni distrutti e gli ingressi coperti da cumuli di macerie, suscitano solo un senso di tristezza perenne. Sporgo il viso maggiormente osservando la distruzione vera e concreta, avvolta da un silenzio che mette solo i brividi. L'aria che si respira in questo momento è soffocante, opprimente, e senza rendermene conto la mano si appoggia all'altezza del cuore, come se da un momento all'altro possa comprimersi. Credevo di essere abbastanza forte per sopportare le conseguenze della guerra: i morti, il bagno di sangue, la sete terrorizzante di potere, il male. Mi rendo conto, però, che la forza ed il coraggio non bastano, non più. Il mio cuore ha subito tanto e pensavo di essere diventata immune al tormento e all'angoscia ma evidentemente non è così. Il dolore sembra radicarsi sempre di più, sembra insediarsi come un veleno pericoloso e non c'è modo per eliminarlo.

Cosa ci ha condotti fino a questo punto?

La pace, ormai, è solo un appiglio, uno spiraglio di luce fin troppo lontano, quasi invisibile.

Il veicolo sobbalza innumerevoli volte e la causa principale dell'instabilità è l'irregolarità evidente della strada. Ritraggo il viso incrociando, solo per un attimo, gli occhi vigili di Trevor.

Mi osserva accigliato dalla sua postazione iniziale e, spontaneamente, increspo le labbra in un sorriso di rassicurazione. Ricambia incerto ma, come immaginavo, accantona l'invadenza.

Mi piace il fatto che mi conceda i miei spazi senza invaderli con indecenza.

Zoe, dopo avermi lanciato un'occhiataccia, appoggia la mano sull'avambraccio richiamando la sua attenzione. Distolgo lo sguardo nervosamente puntandolo altrove, percependo una fitta nel momento in cui li sento parlare tranquillamente.

Non riesco a capire il comportamento di Trevor; un giorno gli piaccio, l'altro fa finta di non conoscermi e l'altro ancora mi evita beatamente preferendo la presenza di qualsiasi individuo fuorché la mia. È innegabile l'attrazione sia da parte mia, che da parte sua, ma se fosse solo questo per lui? Se il suo ipotetico interesse si fermasse solo a questo? Eppure sembrava sincero quella notte...

OLTRE I LIMITI DEL CUORE |HS|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora