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| I commenti non sono collegati ai capitoli che leggerete. Purtroppo Wattpad ha stravolto tutto. Per evitare spoiler, vi consiglio di non leggerli. Semmai voleste scrivere, siete liberi di farlo|

Sono molte le cose che la mia mente ed il mio corpo ricorderanno per tutta la vita. Le sensazioni negative, il dolore percepito sulla mia pelle e la paura di morire, sono solo una parte del macigno che mi perseguiterà. Ciò che rimarrà impresso nella mente e nel mio cuore distrutto, sono i suoi occhi glaciali, il suo completo gessato ed i gemelli d'oro ai polsi, – i quali brillano di luce propria, quasi come a voler sottolineare il potere che solo lui detiene; che, sebbene agli occhi degli altri non sono nient'altro che dettagli superflui, per me, invece, hanno il loro peso.

Iabo e l'aria da uomo d'affari, tutto d'un pezzo, che trapela dal suo sguardo serio e allo stesso tempo enigmatico; Iabo e le mani perfettamente curate ed esenti da qualsiasi macchia e peccato; Iabo ed il sorriso di chi ha già vinto, di chi ha il mondo in pugno e ai suoi piedi. Iabo e la scrivania in vetro posta proprio al centro della sala, i colori neutri e apatici che lo rispecchiano perfettamente; Iabo ed il meraviglioso panorama alle sue spalle, che rimarca la sua autorità. Iabo è ovunque e in ogni dove, a ribadire quanto l'uomo sia ingenuo, quanto poco tempo basta per abbindolarlo e quanto poco tempo basta per sottometterlo. Credo che la sua ombra non abbandonerà mai il mio cammino e né quello degli altri, perché per quanto lo voglia con tutta me stessa, ci sarà sempre un misero dettaglio che mi porterà qui, in questo edificio del demonio.

E mentre avanzo al suo cospetto, consapevole di ciò che dovrò fare per salvare me stessa ed il resto dei miei amici, mi ritrovo ad assorbire ogni piccola ed impercettibile sensazione, ogni brivido di inquietudine ed ogni sfumatura.

Percepisco i suoi occhi su di me, pronti a scorticarmi viva, sicuri di una battaglia già vinta e conclusa. E sento a pelle l'impazienza di sapere, di conoscere finalmente la combinazione di una cassaforte già aperta. Picchietta la superficie in vetro con smania, un ticchettio fastidioso e a tratti insopportabile ma, contrariamente alle altre volte, trovo alquanto divertente tutto questo.

Dovrei avere paura di lui, dovrei sentire il terrore percorrere tutto il mio corpo ad ogni sua misera occhiata, in fondo basterebbe anche un solo cenno e potrei ritrovarmi stesa al suolo in una pozza di sangue. Dovrei percepire il sangue pompare nelle orecchie, il cuore battere all'impazzata... eppure, non sento niente di tutto quello che pensavo. Al contrario, ad ogni passo compiuto il coraggio sembra insinuarsi sotto pelle e la determinazione segue esso, come se fossero legati da un filo invisibile.

Mai in tutta la mia vita mi sono sentita così, nemmeno durante le sessioni e attività a cui presi parte.

Sono arrivata in accademia con la sicurezza di poter affrontare tutto: spossatezza fisica, ordini impartiti, competizione e persino missioni di difficoltà superiori alla media. Ero sicura di me, sicura di poter raggiungere traguardi enormi e convinta di poter superare qualsiasi individuo, sia in forza che in astuzia. Tutto, poi, mi è crollato addosso. La certezza che lavorare in Siria fosse esattamente quello che volessi davvero è sfumata nel nulla, come l'idea che non possa esserci nulla di più spaventoso e di grande spessore da sovrastare me ed il mondo. Principalmente, tale convinzione era dettata dal mio modo ambiguo di vedere le cose; dalla chiusura mentale che imponevo a me stessa; dal rifiuto categorico di abbracciare altre congetture che non fossero uguali alle mie. Trovarsi, però, faccia a faccia con qualcosa, o meglio dire qualcuno, che può annientarti facilmente stravolge le convinzioni.

OLTRE I LIMITI DEL CUORE |HS|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora