| I commenti non sono collegati ai capitoli che leggerete. Purtroppo Wattpad ha stravolto tutto. Per evitare spoiler, vi consiglio di non leggerli. Semmai voleste scrivere, siete liberi di farlo|
Il viaggio di ritorno è silenzioso.
Trevor non sembra incline al dialogo e non mi stupisco più di tanto. So bene quanto sia taciturno, preferisce stare sempre sulle sue e da una parte lo comprendo. Anch'io sono così, non amo le parole soprattutto perché non sono proprio brava con esse. Parlare implica affrontare discorsi ed io, a malapena, riesco ad elaborarli. Preferisco ascoltare, in quello sono abbastanza brava, ed osservare, forse fin troppo. Amo i dettagli, i piccoli particolari che solo pochi riescono a cogliere e mi ci perdo in essi. Riesco a riconoscere ogni minima espressione facciale, atteggiamenti che in apparenza possono risultare normali ma che in realtà nascondono migliaia di motivazioni. Capacità perfezionate con gli anni, anni di silenzi colmati da lunghe osservazioni, applicate per lo più sull’unica persona che mi ha vista crescere. Mia zia è sempre stata un tipo abbastanza esuberante, con la risata sempre pronta e la lingua piuttosto biforcuta, forse è anche per questo che entrambe non riusciamo ad andare sempre d'accordo. E, sebbene in tutti questi anni abbia fatto finta di non vedere, sono sempre stata a conoscenza della maschera che porta. Una maschera che nasconde insicurezze, paure, rabbia e tristezza. Sentimenti che ha cercato di adombrare dietro sorrisi amorevoli e gesti affettuosi. Lei non ha mai avuto figli, né un marito pronto a concederle tutto l'amore che merita, solo me. La nipote che non ama effusioni, che non ama gli abbracci e le belle parole. Una nipote che non è mai riuscita a consolarla durante quei pochi periodi angoscianti, perché non è in grado di farlo. Una nipote che non si è mai aperta con nessuno per la costante paura di pesare come un macigno. Eppure so che Annerosie aspettava solo questo, so bene quanto volesse che mi comportassi in maniera diversa ma non me lo faceva pesare. Semplicemente stava lì, al mio fianco, aspettando qualcosa che sapeva non sarebbe mai arrivata.
Non ho alcun parente, solo lei, la sorella di un padre che non ho mai conosciuto e che non ho mai sentito il bisogno di conoscere.
Coen Nelson.
Un uomo di cui non so nulla, tranne il suo nome, che mi ha abbandonata senza un motivo apparente e che, insieme alla mia inesistente madre, mi ha lasciata nelle mani di una persona che ha dovuto faticare per crescermi.
Le sono debitrice a vita, anche se molte volte tendo a non dimostrarglielo, ma so che lei sa. Lei riesce a leggermi dentro come nessuno e sa bene quanto le sono riconoscente. Non mi ha mai raccontato nulla di mio padre, non so cosa abbia fatto nella sua vita, se abbia mai avuto il desiderio di conoscermi, di amarmi come meritavo. Non so se mi abbia mai voluta, se il realtà sia stata solo frutto di un'avventura di una notte. E forse fino a qualche anno fa avrei voluto tanto saperlo ma, adesso, non ha più alcuna importanza. Non ha più importanza sapere chi sia mia madre e chi sia mio padre perché in fondo, nonostante non sia la mia vera madre biologica, Annerosie per me lo è e lo sarà per sempre.
La vera madre non è chi ti mette al mondo ma chi ti cresce e si prende cura di te come se fossi la cosa più bella e importante del mondo.
Annerosie mi ha amata e mi ama incondizionatamente ma, a differenza di molti, so cosa voglia dire sentirlo ma non provarlo. Non so cosa voglia dire provare un amore forte e sentito. Cosa voglia dire amare così tanto da farsi male, da distruggersi. Non so cosa si prova a calpestare la propria dignità per l’irrazionalità di un amore non ricambiato fino in fondo, semplicemente non so cosa abbia provato Trevor quando stava con Zoe.
STAI LEGGENDO
OLTRE I LIMITI DEL CUORE |HS|
AçãoCOMPLETA (DA REVISIONARE!) Arabella Nelson è una giovane ragazza di appena vent'anni, con un passato difficile alle spalle e tante insicurezze celate dietro ad una maschera di indifferenza e apatia. Finita la scuola, decide di arruolarsi insieme all...