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| I commenti non sono collegati ai capitoli che leggerete. Purtroppo Wattpad ha stravolto tutto. Per evitare spoiler, vi consiglio di non leggerli. Semmai voleste scrivere, siete liberi di farlo|

Marxwell prende un respiro profondo e con un cenno del capo invita ognuno di noi a sederci. Harley si accomoda in una sedia, decisamente troppo vicina alla figura di Trevor, e reprimo l'istinto di ruotare gli occhi al cielo. Si comporta come un cagnolino che scodinzola per una semplice occhiata. E in fondo è così, aspetta solo che lui la guardi ma, purtroppo per lei, l'unica cosa che riceverà per l'ennesima volta è un'occhiataccia. In effetti, trovarsela attaccata al culo tutto il santo giorno è stressante.

Jessy si siede al mio fianco mentre Lily declina l'invito poggiando le spalle al muro, di riflesso lo faccio anch'io. Non mi va proprio di sedermi.

Tom e Paul raggiungono Drew ed il silenzio viene spezzato dal rumore delle suole che collidono con il pavimento. Jeffrey osserva i visi di ognuno di noi soffermandosi soprattutto su di me. I suoi occhi sono imperscrutabili e ammetto che sia l'unico a mettermi in soggezione. Nemmeno Marxwell ci riesce eppure basta un'occhiata del suo fidato a mettermi a disagio.

Distolgo lo sguardo puntandolo altrove e nel farlo incontro gli occhi verdi e vigili di Trevor. Non capisco perché si ostini a fissarmi. Non è la prima volta che lo becco a farlo e anche se le altre volte ho fatto finto di nulla, adesso, voglio fargli capire che me ne sono accorta. Percepisco la tensione, il suo fastidio impellente dettato dall'episodio di poche ore prima. È palese l'irritazione dovuta al mio atteggiamento. Ho capito che non sia abituato ai rifiuti ma ai consensi frequenti, probabilmente in tutti gli ambiti ed i sensi. Il fatto che io non cada ai suoi piedi così facilmente o non mi faccia comandare a bacchetta sarà sicuramente frustrante per lui, ma ammetto che la cosa mi diverte. Siamo molto simili ed in quanto tale è inevitabile conoscere certe cose del suo essere. Giocare d'astuzia è importante e se riesci a captare i punti deboli sarà un gioco da ragazzi vincere.

Sollevo gli angoli della mia bocca in un sorriso strafottente; vederlo senza alcun controllo mi piace. Ottengo le redini, il comando e deve essere così sempre.

Trevor serra la mascella e mi fulmina con gli occhi, adesso, più scuri.

« Dieci anni fa, all'incirca, vi erano tre basi militari che controllavano la situazione qui in Siria mentre due più piccole in Iraq, provviste di uomini che in caso di guerra sarebbero partiti senza pensarci due volte. Tra questi, vi erano cinque uomini dotati di strabilianti capacità sia combattive che di ingegno: abili cecchini, hacker, spionaggio, abili nel disinnescare ordigni e a crearli. Insomma, capaci di svolgere qualsiasi incarico senza alcun timore» le parole di Marxwell rimbombano tra queste quattro mura rendendoci partecipi di una parte quasi del tutto sconosciuta a tutte noi.

« I primi anni, i cinque riuscirono a scoprire di alcuni dettagli importanti del piano di Iabo e grazie agli infiltrati riuscirono a scoprire tutti i retroscena: i bambini dei centri missionari, le condizioni di miseria... » elenca e annuisco debolmente. Lo ha già spiegato prima e tali atrocità sono quasi dolorose da risentire.

« I soldati qualificati si riunirono nella base più importante affrontando tutto ciò che riuscirono a scoprire senza destare sospetti e dopo una settimana di teorie, ipotesi e possibili piani arrivarono ad una conclusione... » il colonnello si prende del tempo per continuare e lo vedo deglutire nell'esatto momento in cui apre nuovamente bocca. « I cinque decisero di infiltrarsi nella base del nemico»

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