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| I commenti non sono collegati ai capitoli che leggerete. Purtroppo Wattpad ha stravolto tutto. Per evitare spoiler, vi consiglio di non leggerli. Semmai voleste scrivere, siete liberi di farlo|

Il mio respiro si spezza, alla risposta schietta e diretta di Trevor. Un brivido di puro terrore attraversa ogni cellula del mio corpo, irrigidendo i muscoli che sembrano aver perso la loro funzionalità. Il fetore è pungente, quasi insopportabile, come l'aria che smette di circolare in queste quattro mura riducendo notevolmente il mio respiro. La mia bocca si schiude, sconcertata dalla visione che mi si presenta davanti, così come i miei occhi, vitrei ed inespressivi, indirizzati sul tavolo in acciaio occupato da un corpo umano. Il telo non riesce a coprirlo del tutto, tant'è che da esso si intravede metà braccio penzolante e le dita dei piedi, entrambi di un colorito violaceo che mi inducono ad un unico pensiero. Le mie iridi scandagliano ogni singolo particolare; dal pallore della pelle, alla sporgenza delle vene che sembrano aver preso vita. Si intrecciano, in un percorso tutto loro, eppure so che non è così, so che in questo preciso istante non sta circolando nemmeno una goccia di sangue e so quanto tutto questo sia solo un'illusione dettata dall'incredulità della mia mente. Questa orribile visione mi riporta indietro nel tempo, all'uomo che si uccise proprio davanti ai miei occhi e che continuò a fissarmi anche dopo aver esalato l'ultimo respiro. E li ricordo bene quegli occhi, spenti e privi di esistenza, che ancora oggi inseguono i miei sogni convertendoli in veri e propri incubi. Il senso di colpa me lo porto dentro; un macigno pesante che grava sulle mie spalle come il più grande dei peccati mai fatti. E provo a conviverci, spostando l'asse dei miei pensieri sui miei obiettivi principali, ma perseguita la mia testa privandomi di ogni energia. Continuo a ripetermi che non è stata colpa mia, che anche se lo avessi saputo prima l'esito finale non sarebbe cambiato. Forse avrebbero modificato il luogo, il tempo, ma alla fine sarebbe ugualmente accaduto. Ciononostante, quella piccola parte dentro di me mi incolpa, annientando l'unica barlume di lucidità che risiede nei meandri della mia testa. Le mie iridi scure si spostano sui contenitori adiacenti ed un altro brivido percorre il mio corpo costringendomi ad indietreggiare di qualche passo. Deglutisco, fissando i due bulbi oculari che galleggiano come biglie immerse in una bacinella d'acqua; il nero pece che sembra seguire ogni mio gesto, ogni mia mossa e che mi trasmette solo inquietudine, orrore. La mia attenzione si sposta su altri contenitori disposti ordinatamente l'uno accanto all'altro, di grandezze differenti in base al contenuto. Contenuto che la mia testa si rifiuta di citare.
Le domande si accavallano l'una sull'altra, i dubbi si triplicano e le perplessità affogano in un oceano di incertezze e sospetti. L'istinto mi spinge ad avvicinarmi alla figura semi nascosta, consapevole di cosa troverò, ma il mio corpo non sente ragioni, sembra calamitato, come se la sola supposizione non possa bastare, come se la prova vera e concreta possa alleggerire parte dei miei dubbi.
La mano trema e quando i miei occhi si posano sulle mie dita, che sgualciscono il bordo del telo, deglutisco nuovamente.
Sento le iridi di Trevor bruciare sulla mia figura ma il silenzio assordante e soffocante occulta il bruciore insistente, che fino a poco tempo prima mi trasmetteva un calore familiare ma che, adesso, sembra diramare solo gelo.
Il tremolio non mi abbandona nemmeno quando lentamente scopro il corpo privo di vita dell'uomo senza nome ma aumenta notevolmente, come il mio respiro che diventa irregolare.

« Mio Dio» esalo, scorgendo cicatrici che squarciano parte dell'addome e del viso.
La bocca, dalle labbra violacee, è dischiusa ed una profonda incisione circoscrive il cranio e l'addome, laddove si nascondeva l'organo che al momento si trova all'interno di quei contenitori. Tutto ciò mi tramortisce ma non è questa la cosa che mi scandalizza maggiormente, quanto le due cavità al di sopra del naso totalmente vuote.
« Cosa... gli occhi, Trevor, mancano gli occhi» la mia voce trema, traballa tra incredulità e orrore. Il telo scappa dalla mia presa, depositandosi ai miei piedi e coprendo le mie scarpe che si macchiano del liquido scarlatto che lo impregna.

OLTRE I LIMITI DEL CUORE |HS|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora