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Eric's pov
Finito di mangiare, mi alzo e mi dirigo di corsa verso il piano di sopra, per fare una veloce doccia e vestirmi un po' più elegantemente. Metto dei pantaloni eleganti scuri, una camicia bianca con linee sottili azzurre e una cravatta dello stesso colore dei pantaloni. Forse starò esagerando, ma è il mio primo colloquio di lavoro e voglio fare una buona impressione. Poi, voi come vi vestireste, se fosse una delle squadre più popolari e forti dello stato a chiamarvi per un colloquio di lavoro?
Prendo dall'armadio un paio di stringate che non ho mai indossato, ma che mia madre mi ha comprato qualche anno fa. Così le indosso e mi stanno a pennello. Poi mi pettino davanti allo specchio e metto la lacca sui capelli. Scendo al piano di sotto, prendo il cellulare, la lettera e le chiavi della macchina e vado in garage.
Apro la portiera e salgo, poi mi metto al volante, per guidare fino alla sede della società sportiva, che è a una quarantina di minuti in auto da qui. Nessuno sa dove si trovino le sedi delle società sportive, i manager e gli amministratori, fanno restare gli indirizzi segreti, così da non essere sommersi da fan, gente comune e giornalisti. Solitamente, si trovano in anonimi palazzi di uffici e ne occupano qualche piano. Anche se è un po' difficile non notare questo grande edificio di almeno sei piani, con il grande stemma della squadra.
Mi piace guidare, è rilassante.
Fortunatamente, l'indirizzo da raggiungere è chiaro e con l'aiuto del navigatore, lo raggiungo in fretta. Parcheggio nel primo posto libero e come immaginavo una folla di persone si accalca dalla porta. Giornalisti con microfono e flash, persone che urlano come le fangirl ai concerti dei loro idoli e persone che fanno foto a raffica.
Chissà cosa starà succedendo di così eclatante. Decido di chiedere a un giornalista, sanno sempre tutto quello.
"Mi scusi, cosa sta succedendo?"
"Strano che non lo sappia. Una giovane stella del calcio, che abita in questa città sta per essere assunto nella squadra primavera e noi siamo qui per vederlo, ovviamente"
"Come si chiama questo ragazzo?"
"Nessuno lo sa e nessuno sa come sia fatto, è una sorpresa. A noi giornalisti non piace essere tenuti sulle spine... comunque saremo qui e saremo i primi a vederlo e intervistarlo, ci può giurare"
"Ah. Va bene" dico, non con troppa convinzione. Che sia io?
Su, fai un po' il modesto: non puoi essere tu!!! Hanno parlato di una giovane stella del calcio. Tu, si, sei bravo, ma non così tanto. Sei anche avanti con l'età per questo sport.
Va bene, va bene. Ho capito.
Non serviva demolire la mia autostima.
Sempre qui per te!
Suono al citofono, al numero indicato sulla lettera.
"Chi è?" Risponde una voce femminile e aggraziata, sicuramente di una delle tante segretarie.
"Eric Clarke" rispondo, sicuro.
"Bene, entri" dice, aprendomi il portone. Entro velocemente, per non far entrare tutta quella folla, di dimensioni gigantesche.
Salgo le scale di marmo bianco, che mi portano ad un pianerottolo con un ascensore su un lato e una porta sul lato opposto. Chiamo l'ascensore e aspetto, impaziente. Devo ammetterlo: sono un po' in ansia, il mio primo lavoro, speriamo che il colloquio vada bene!
Una volta dentro l'ascensore, non posso fare a meno di notare le chiazze di sudore che si sono formate sotto la camicia. Tento di nasconderle chiudendo le braccia, probabilmente, peggiorando solo le cose. L'ascensore arriva e mi catapulto fuori. Mi trovo faccia a faccia con un'alta e snella donna bionda, sui trent'anni, parecchio attraente. Ha i capelli biondi ramati e mossi, portati sciolti, gli occhi verdi scuri sono messi in risalto dal sapiente trucco e dagli occhiali semplici, con la montatura nera. La bocca è piccola e tinta di rosso.
Indossa una gonna a tubino, lunga fino al ginocchio, blu scuro e una camicetta bianca. Ai piedi porta un paio di tacchi vertiginosi, color rosa cipria, che le conferiscono quell'andatura tipica delle donne in carriera che portano questo tipo di scarpe.
La seguo fino ad una porta scura, con la maniglia dorata e ben lucidata.
Lei bussa con le piccole nocche e posso così notare lo smalto, dello stesso colore delle scarpe, steso alla perfezione.
"Signor Stucliffe, ho qui il signor Clarke, possiamo entrare?" Chiede.
"Aspetti un'attimo signorina Lemon" dice lui.
"Comunque, piacere: Bryana" Dice lei, porgendomi la mano.
"Eric" Dico, a mia volta.
"Prego entrate" dice dopo un po' il signor Stucliffe... come fai a chiamarti Stucliffe???
Non pensarci ed entra!!
Uff...
Bryana apre la porta e mi lascia entrare, per poi chiuderla dietro di sè e lasciarci soli.
"Prego, si accomodi" dice il signor Stucliffe, indicando una costosa poltrona in pelle grigia.
"Grazie" dico, per poi sedermi.
"Bene signor Clarke, ha ricevuto la lettera?" Dice.
"Si, eccome se l'ho ricevuta" dico, con un sorriso.
"Allora signor Clarke è pronto per entrare nella squadra primavera della società, per fare l'allenatore o per entrambe?" Dice, con sorriso cordiale sulle labbra.
"Io pensavo per entrambe, ma spetterà a lei deciderlo questo, successivamente" dico, umilmente.
Tu che dici qualcosa umilmente? Ti ci voglio proprio vedere!
"Bene, mi piacciono le persone intraprendenti e sicure di sè stesse" mormora il mio futuro capo "Allora per quanto riguarda la squadra giovanile ecco qui una copia del contratto, se lo guarderà a casa e deciderà. Invece, ecco a lei il contratto per fare l'allenatore. Se non avrà altri impegni, potrebbe passare lunedì prossimo, alle 16:30 e ne discuteremo"
"Va Bene, sarò presente, grazie mille per l'opportunità" dico, alzandomi.
"Di niente signor Clarke ma voglio che lei sappia un'ultima cosa" dice, lanciando un'occhiata alla porta aperta da Bryana "Qui non si fanno favoritismi per nessuno, che sia il più bravo o il più ricco non importa. Lo stesso faccia lei per i bambini" dice.
"Lo farò di certo. Arrivederci" dico porgendogli la mano, che stringe con forza.
"Arrivederci signor Clarke" dice.
Esco dalla sala e Bryana chiude la porta. Ha uno strano sorrisetto sulle labbra.
"Perché sorridi?" Chiedo.
"Beh, ho sentito tutto il colloquio e, conoscendo il capo, direi che gli hai fatto un'ottima impressione"
"Perché a te non ti sono sembrato un ragazzo perfetto?" Dico, scherzando.
"N-no o meglio s-sì però n-o" dice, balbettando. Non ho nemmeno capito cosa intendesse dire, ma di una cosa sono certo, o è una donna molto insicura oppure le piaccio.
Come siamo modesti oggi...
Sta' zitta! Come se non lo sapessi che anche a scuola, mi sbavano tutte dietro.
Vabbè dai, effettivamente hai ragione...
Ecco brava.
Giunti dall'ascensore, dopo un silenzio imbarazzante, lo chiamo e Bryana aspetta lì con me.
"T-tu quanti anni hai?" Chiede, guardandosi le unghie.
"19, devo farne 20" dico e lei mi rivolge uno sguardo sbigottito.
"Ne dimostri di più. Non fraintendere, non in senso negativo, ma hai il fisico e il viso di un uomo" dice. Vabbè, cercherò di prenderlo come un complimento.
"Tu, invece?" Chiedo, facendo deviare il discorso.
"Ne ho 24" le rivolgo un sorriso falsissimo, porca paletta, ne dimostra almeno 30.
"Se ci scambiassimo i numeri di darebbe fastidio?" Chiede e io, le lascio così il mio numero.
Nel frattempo l'ascensore arriva e lei mi saluta con la mano, dicendo: "Ci vediamo lunedì, Eric" e rivolgendomi un bel sorriso.
Scendo fino al pianoterra e cammino sul quel bel tappeto rosso e pulito, fino Alle scale, che scendo in fretta. Apro la porta e di nuovo c'è la stessa folla di prima, un mare di persone e giornalisti. Esco, facendomi i fatti miei, come se fosse una cosa abituale e vado dalla mia auto. Una volta messa in moto e fatta la manovra guido verso casa, tranquillamente.
Chissà quando lo racconterò a Chiara e a mamma e papà!!!
Saranno felicissimi.
Non ti stai dimenticando niente?
Cosa?
Domani, ti ricordi la cena con Allison, vero? È venerdì!
Oh giusto, le devo anche chiedere perché oggi non era dal parcheggio.
Arrivato a casa, visto che i miei non sono ancora arrivati e Chiara è uscita, decido di chiamare Allison. Un po' per raccontarle di oggi, un po' per chiederle delle conferme per domani e un po' per farle quella domanda. Ma, principalmente, forse, perché mi manca il suono della sua voce.
Ca**o Allison: dovresti essere più aperta e parlarmi più spesso di tutto ciò che ti riguarda, delle tue passioni, dei tuoi sogni, di tutto, penso improvvisamente.

Ciao Pandas🐼♥️, spero che questo capitolo vi sia piaciuto ♥️e se è così lasciate una stellina⭐️♥️ e se trovate errori ditemelo nei commenti ♥️♥️
Allora♥️, scrivetemi sempre il vostro giudizio ♥️qui sotto, nei commenti♥️, e scrivetemi anche dei pareri♥️ sulla storia e il numero ♥️del vostro capitolo preferito♥️♥️
Al prossimo capitolo♥️♥️
Martina XX♥️♥️
Domanda del giorno: fate le orecchie ai libri o usate il segnalibro? 🤔🤔
Io uso il segnalibro 😘

L'errore più bello della mia vita [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora