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Allison's pov
Dopo l'allenamento e la cena, ritorniamo a letto.
"Mi piace dormire con te" dice poi Eric, abbracciandomi.
"Anche a me piace dormire con te"

"Ma sai cosa mi piace fare ancora di più con te?"
"Eric..."

"Ora ti faccio vedere io..."
"Eric..."

Inizia a farmi il solletico e inizio irrimediabilmente a ridere fino alle lacrime.
"Basta ti prego!" Esclamo ridacchiando.

"Si in effetti è abbastanza stancante farti il solletico" dice e poi riprende dicendo: "Ehi... non è che vuoi..."
"Si, ok" lo interrompo, arrossendo, ma per fortuna la stanza è buia e lui non può vedere il colore delle mie guance.

Dopo un particolare fine serata ci addormentiamo stanchi morti sotto il caldo piumone.

"Buongiorno fidanzata" mi sussurra qualcuno all'orecchio. Mi stropiccio gli occhi, ancora assonnati e mi ricordo della serata precedente.
"Buongiorno fidanzato" dico, sbadigliando.
"Forza dormigliona dobbiamo andare a scuola!"

Mi stiracchio e mi tiro a sedere.
Lo sorprendo a fissarmi.
"Cosa hai da guardare?"
"Sei così bella, anche di mattina"

"Sai che detesto le prese in giro" mormoro lentamente.
"Che insetto ti ha punto stamattina?" Mi chiede.
Gli lancio il cuscino in faccia e scendo dal letto. Infilo i piedi nelle calde pantofole rosa cipria e prendo alcuni vestiti dalla mia borsa.

Vado in bagno e dopo che mi sono lavata velocemente, mi vesto con un lupetto nero e attillato, un paio di leggings dello stesso colore e una camicia di jeans.

Scendo le scale e trovo Eric a preparare la colazione, con un paio di jeans scuri, ma a torso nudo.

"Copriti idiota, che ti viene il raffreddore!" Esclamo scherzando.
"Oh, davvero? Non ti piace ciò che vedi?" Dice girandosi, per farmi sbavare sopra i suoi addominali che mi sforzo di non guardare.

"N-no" dico cercando di guardarlo in faccia, ma la voce mi trema.
Fa un passo verso di me.
"Oh così mi provochi però, non è giusto" dice lentamente, accarezzandomi la guancia e poi il collo.

"Dai copriti sul serio, è quasi dicembre"
"Già è quasi dicembre" sospira, pensando a qualcosa ma non voglio indagare oltre.

Va in salotto con una camminata sicura e afferra la camicia che si vuole mettere e se la abbottona.
Resto a guardarlo dalla cucina, ma poi spengo il fornello sotto il caffè e lo metto in tavola.

Quando torna indossa anche un maglioncino.
"Contenta?"
"Non sai quanto"
Si siede al tavolo e si versa il caffè. Poi prende un biscotto.

"Cosa facevi a dicembre gli anni scorsi?"
"Cosa pensi che abbia fatto?" Nulla: studiavo, andavo al lavoro, ogni tanto facevo una corsa fino al parco"
"Ci vai anche d'estate a correre?"
"Si, molto più spesso"

"Quando è stata l'ultima volta che sei andata a correre?"
Mi sforzo di ricordare.
"Non ricordo bene il periodo, ricordo solo di aver incontrato Marcus a un certo punto"

"Uhm... Marcus. Aspetta: quel Marcus? Il professore?"
"Si" annuisco vergognandomi come una bambina piccola.

"Dai andiamo" dice Eric dopo che abbiamo finito di prepararci. Saliamo in macchina.
"Tra poco è dicembre" dice.
"Si"

La mente mi riporta a quando sono andata a pattinare con i miei genitori. Eravamo andati al vecchio porto della città: una conchetta che ospitava più attrazioni della restante parte di litorale cittadino.
C'erano musei, ville storiche, velieri medioevali, yacht, giostre, luna park, chiostri di ambulanti e molto altro.

L'errore più bello della mia vita [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora