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Allison's pov
Mi sveglio nella stanza inondata di luce. La porta finestra è aperta, ma non ho freddo. Riesco a vedere il cielo azzurro.

Scosto il piumino dalle mie gambe e subito rabbrividisco. È uno dei classici traumi mattutini: abbandonare il fantastico tepore del letto.

In poco realizzo che Eric non è al mio fianco. Dove sarà finito?

Mi alzo e prendo dei vestiti dalla borsa, per prepararmi per andare a scuola. Oggi è giovedì e tra pochi giorni sarà dicembre. Tutti inizieranno ad essere gentili, la città si riempirà di lucine, biscotti e canzoni.

Non che mi dispiaccia tutto questo, semplicemente non ho mai avuto qualcuno con cui passare il tempo in questo periodo così bello.

Nessuno a cui dire i miei dispiaceri, le mie gioie e i miei incidenti. Nessuno a cui raccontare qualcosa e nulla da raccontare.

Quando sono arrivata davanti al bagno sento l'acqua scorrere. Busso alla porta ed Eric mi dice di entrare.

Riesco a distinguere a malapena la sua figura all'interno del box doccia tutto appannato e gocciolante. Il bagno si è trasformato in una sauna.

"Non sapevo che ti stessi facendo la doccia." Dico.
"Ti vergogni?" Mi chiede.
"No. Ormai non mi vergogno più." Rispondo anche se un po' di imbarazzo è rimasto.

Lui spegne l'acqua e apre il box di vetro.
"Vieni dentro allora!" Esclama, facendomi segno di entrare.
Mi spoglio velocemente ed entro nella doccia, nonostante la mia faccia rossa come un peperone.

"Perché arrossisci sempre? Ti imbarazza?" mi chiede, baciandomi la guancia.
"Un po'." Ammetto mio malgrado.
"Sei bellissima, non hai nulla di cui vergognarti." Mi dice, lasciandomi un bacio sulle labbra.

Eric's pov
Dopo la più lunga, rilassante e divertente doccia della mia vita, spengo a malincuore l'acqua. Esco e mi avvolgo un asciugamano in vita, mentre porgo ad Allison il suo accappatoio.

Lei se lo infila in fretta mentre la guardo divertito.
Dopo dieci minuti siamo entrambi vestiti e pettinati. O meglio, io sono vestito e pettinato e mi sto divertendo ad asciugare i capelli ad Allison.

"Mi annodi tutti i capelli!" Esclama sconsolata.
"Non ho un diploma di parrucchiere." Mi giustifico.
"Allora dammi qui e lascia fare a me." Dice cercando di prendere il phon.

Dopo un po' Allison ha i capelli perfettamente pettinati in due trecce.

Scendiamo al piano di sotto e prendo le chiavi, il portafogli e le chiavi dell'auto e le metto nella tasca insieme al cellulare.

"Piccola!" Urlo.
"Dimmi." Dice scendendo velocemente le scale con lo zaino in spalla.

"Andiamo a fare colazione al bar, vieni.".
Le prendo la mano e andiamo in auto.

"Posso guidare io?". La guardo stranito.
"Non hai la patente Allison." Sospiro.
"Giusto. Quando la avrò potrò guidare una volta?" Mi chiede facendo gli occhi dolci.

"Eh va bene. Ma se mi graffi il mio gioiellino, mi arrabbio come non mi hai mai visto arrabbiato!" Esclamo scherzando guardando la mia Audi bianca.

"Va bene." Dice con un sorriso.

Quando siamo al bar saluto John. L'ultima volta che lo ho visto è stato appena la mattina dopo la cena con i miei. È incredibile quante cose siano successe nel frattempo.

"Ciao Eric. Allison." Ci saluta indicandoci un tavolino.
Dopo aver ordinato, lui torna al bancone.

Mi concentro sulla persona davanti a me. Cosa potrei fare per il suo compleanno?

L'errore più bello della mia vita [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora