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Allison's pov
"Chi ti ha tradito?".
"Non voglio dirtelo, non voglio che tu sappia di tutto ciò che mi portò dietro." Mi dice.

"Hai mai sentito Demons?" Gli chiedo poi.
"No, Allison, cosa c'entra?" Mi chiede sollevando un sopracciglio.
"Ti rispecchia perfettamente." Affermo.

"Eric, non sei stanco?".
"Di cosa?".
"Della giornata: la scuola, i compiti, l'allenamento, il pub." Elenco.
"No." Risponde con una scrollata di spalle.

"Io sono stanca" dico.
"E allora andiamo a letto" dice. Si alza e  mentre mi sto alzando anche io, mi afferra e mi solleva. Allaccio le gambe al suo bacino e lui mi tiene sollevata, senza nessuna fatica.

"Eric, non peso un po' troppo?" Gli chiedo quando siamo a metà scala.
"Dici questa cosa un sacco di volte! Chi ti ha messo nella testa questa idea malsana?"
Stacco la testa dall'incavo del suo collo e lo guardo negli occhi.

"È una brutta storia non voglio raccontartela." Dico, sinceramente.
"Allison, dovrò pur cominciare da qualcosa per farti smettere di pensare queste cose!" Esclama, un po' scocciato.

Quando mi posa sul letto, si sdraia subito vicino a me e mi mette una mano sul fianco.

"Dai, piccola, per favore. Voglio saperlo, voglio aiutarti.".
"Eh va bene." acconsento.

"Allora parla, forza!" Esclama.
"Erano morti da poco i miei genitori e io mi ero trasferita da poco da mia zia." Inizio.
"Da quei tre idioti?" Domanda.
"Si, Stefano, Alex e Luke. Io... pensavo di arrivare lì ed essere accolta bene. Mi aspettavo delle situazioni imbarazzanti ma insomma la zia era comunque una mia parente, non una sconosciuta!" Esclamo.

"Appena arrivata la zia mi ha fatto vedere lo sgabuzzino che era la mia camera. Non mi aspettavo di certo una suite però c'era a malapena lo spazio per starci in due persone dentro. Poi la zia mia ha detto: 'Allison, questa sera arriveranno i tuoi cugini, tornano da un viaggio, così li potrai conoscere.' Era tutta felice." Faccio una pausa.

"Quanti anni avevi?" Mi chiede.
"Sette. Avevo sette anni. Ma se avessimo avuto poca differenza d'età non sarebbe stato male. Stefano aveva già 17 anni, quindi immaginati la sua tempesta ormonale; Alex ne aveva 15 e non era poi tanto diverso da Stefano e Luke ne aveva 14. Insomma con Luke avevo sette anni di differenza. Io avevo appena iniziato le elementari e lui le superiori. C'era troppo distacco." Dico.

"Stefano ti ha ... fatto qualcosa?" Domanda poi preoccupato. Non posso fare a meno di sorridere.
"No, comunque non ciò che intendi tu. La sera, quando sono arrivati, io sono arrivata tutta pimpante perchè, diamine, erano i miei cugini e non mostri. Sono arrivata saltellando e mi sono presentata. Credevo che ci fosse un barlume di speranza per me. Invece Stefano si è chinato su di me e mi ha salutato con un 'Ciao, orfanella' e Alex e Luke sono scoppiati a ridere.". Ricordo, cercando di trattenere le lacrime. Eric è ammutolito.

"Io non sapevo nemmeno che cosa volesse dire 'orfanella' ma non sembrava una cosa carina e le risate di Alex e Luke non erano divertite. Sembravano dei ghigni sbilenchi. Sogghignavano. Ridevano di me. Quindi, me ne sono andata in camera mia e mi sono messa a guardare fuori dalla finestra. Vedevo l'enorme giardino di mia zia ed era fantastico. Mi ci perdevo e speravo di non tornare indietro." Dico.

"Poi ho sentito Stefano che urlava qualcosa alla zia. Le stava dicendo che lui non mi voleva qui. Che non gli importava se avevo perso i miei genitori. Che ero una bambina inutile e che erano già in troppi in famiglia. Mio malgrado, non ero riuscita a trattenermi dall'ascoltare. Dovevo sapere." Dico, mentre una lacrima mi solca il volto.

Eric abbandona la sua posizione e si avvicina per abbracciarmi. Mi bacia la lacrima.

"Quattro anni che ho passato così. Ad essere quella di troppo, quella inadeguata, quella che è venuta per rovinare il loro equilibrio familiare. Deridermi era diventata una cosa di consuetudine. Una sera, ero di ritorno dal giardino, avevo corso a perdifiato tutto il giorno. Ero stanchissima. Quando mi stavo avviando verso casa, sono passata sotto una delle loro finestre. Non me ne sono accorta! Ho sentito qualcosa di ghiacciato in testa e subito mi sono ritrovata fradicia da capo a piedi. Era inverno e ho passato i giorni successivi con la bronchite, a letto." Dico.

Parlo come un robot. Dico le parole come se non fossero qualcosa che è successo a me, come se volessi completamente estraniarle da me.
Come se fossero qualcosa di sconosciuto.

"Quindi, dopo essermi ritrovata fradicia, ho sentito le loro risate. Ero ghiacciata e non riuscivo a muovermi. Poi, ho iniziato a tremare e il vento mi spingeva i capelli bagnati contro la nuca. Ho iniziato a camminare con un po' di velocità e sono rientrata a casa. Mi sono cambiata velocemente e mi sono asciugata i capelli ma era troppo tardi." Eric non ha ancora idea di come finirà il mio racconto.

"Quella sera, nonostante non stessi bene, ero affamata per aver corso tutto il giorno. Quindi ho mangiato in fretta e furia. I miei cugini mi hanno guardato con occhi sgranati e poi hanno iniziato a dire: 'Vogliamo ingrassare eh? Solo le ciccione mangiano così tanto in così poco tempo!'. Quindi ormai ero diventata la 'cicciona' ufficiale della casa.".

"Era un brutto periodo per me. Quindi mi ci mancava quella. Però l'idea è entrata nella mia testa. E me ne sono convinta. Vedevo le altre bambine a scuola e mi sono accorta che mangiavano molto di meno a mensa e che erano molto più sottili. Quindi quella è stata la mia conferma mentale: ero ufficialmente grassa. Purtroppo, non potevo sopportarlo." Concludo.

"Oh, Allison." mi abbraccia Eric.
"Hai capito cosa intendo quando dico che sei tu quella forte? Quella che ha voglia di lottare?" Mi dice.
"No.".

"Intendo proprio questo: tu hai sopportato tutto questo e non batti ciglio. Io ... io non saprei vivere con un peso così. Tu sei così... coraggiosa. Sei una guerriera. Io no Allison. Non ho il carattere del guerriero. Si, posso sembrarlo per ciò che facevo. Ma non lo sono, te lo garantisco." Mi dice.
Poi mi bacia le labbra.

"Allison, io ho bisogno di te. Sei tu che mi insegni a lottare, che mi hai fatto cambiare e che mi hai insegnato ad amare. Tu hai reso possibile tutto questo. Allison, se io dovessi perderti, se dovessi perdere il tuo amore, impazzirei! Tu non impazziresti. Soffriresti e poi mi dimenticheresti." Mi dice.

"Io non ho nessuna intenzione di lasciarti andare. E sappi che ti adoro."

"Nonostante tutto quello che ti ho fatto?"
"Nonostante tutto che mi hai fatto, Eric. Io ti ho perdonato perchè ho visto che ti sei tolto la maschera che tanto amavi. Ti sei mostrato per ciò che sei realmente."

"Allison, è un errore quello che hai fatto, ma sono felice di poter sbagliare con te." Mi dice.
"Se lo consideri un errore, è l'errore più bello della mia vita"

Mi stringe in un'abbraccio.
"Dormiamo piccola, è tardi"
"Buonanotte principe"
"Perché principe?"
"Se io sono la tua princess tu sei il mio principe."

Mi bacia.
"Come ci si sente ad essere sempre il vincitore del premio al ballo di Natale?"
"Non bene quanto si pensi. Cosa mi importa di uno stupido premio di bellezza quando con te ho la felicità?" Chiede.

"Comunque credo che quest'anno ci sia un nuovo detentore del premio, ma non ne sono certo, piccola mia.".
"Per me sei il più bello dei principi.".
"E tu sei la più bella delle principesse.".

Eric mi abbraccia da dietro. Mi attira a lui e mi bacia il collo.
Mugolo qualcosa di incomprensibile.
"Dormi, piccola mia" mi dice.

Scivolo presto in un lungo sonno, cullata dalle sue forti braccia, dai suoi teneri baci e dal battito del suo cuore.
Il cuore che mi ha donato.

Ciao Pandas ♥️♥️spero che il capitolo vi sia piaciuto ♥️♥️e lasciate una stellina ⭐️⭐️di supporto ♥️♥️
Domanda del giorno: propositi per il 2019?♥️♥️
Non essere bocciata (😂), trovare un fidanzato (😂🤞🏻). La seconda sarà impossibile. 😂😂

L'errore più bello della mia vita [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora