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Eric's pov
È incredibile come Allison 'si trasformi'. Passa dall'essere una vivace ragazzina, a una bambina, a una donna con fin troppo cervello.

Ma c'è sempre qualche costante. Rimane sempre dolce, malinconica, simpatica e paziente.

La sua pazienza è qualcosa che addirittura mi esaspera perchè è perfettamente in grado di sopportare qualsiasi cosa senza battere ciglio.

Mi sopporta, nonostante tutto quello che è successo. È proprio vero che ci sono due facce di una sola medaglia: la vendetta e il perdono.

Cosa farei se incontrassi i miei bulli, i miei demoni? Mi vendicherei? O concederei loro la seconda chance?

Allison ha scelto di perdonarmi, di darmi un'altra chance.

La vedo guardare il giardino innevato, davanti ai fornelli. Si perde in tutto quel bianco.

"Se ti va, poi possiamo uscire sotto la neve." Dico, andando verso di lei.
"Ok ma per poco tempo. La neve mi piace guardarla al caldo e all'asciutto. Non mi piace stare fuori a prendere freddo e bagnarmi.".

"Va bene piccola. Io vado un attimo di sopra.".
"Ti chiamo quando ho finito.".
"Sei la migliore.". Le lascio un bacio sul collo.

Vado al piano di sopra. Dopodomani sarà il suo compleanno. E io ho organizzato ben poco.

Prendo il telefono e faccio squillare.
"Kate?".
"Ci sono Eric. Come va?".

"Tutto bene. Tu come te la passi?".
"Tutto a posto.".

"Bene. Ti volevo chiedere un favore. Potresti preparare casa per questo week-end?".
"Oh certo. Quante stanze?".

"Facciamo le due matrimoniali ok? Ah e ho bisogno di un'altra cosa, Kate.".
"Dimmi. Sono tutta orecchi.".

Le dico cosa deve fare e le do istruzioni per portare a termine il mio scopo.

Allison entra in camera mia e mi sorride, appoggiandosi al muro in modo parecchio tentatore.
"È pronto.".
"Cosa hai preparato di buono?" Dico, avvicinandomi a lei.

La cingo i fianchi con le braccia. Lei tenta di baciarmi, ma io alzo il collo e lei non riesce a raggiungermi.
Mi guarda con un finto broncio, da sotto le lunghe ciglia.
La prendo in braccio e la bacio. Sorride contro le mie labbra. Scendo le scale portandola in braccio.

"Chi era quella con cui stavi parlando al telefono?" Dice.
Accidenti! Mi ha sentito. Adesso dovrò inventarmi qualcosa di convincente. Altrimenti tutto il mio piano andrà a finire nel cassonetto.

"Siamo gelose?" Le chiedo, punzecchiandola.
Mi lancia un'occhiata arrabbiata, ma non riesce a trattenere il broncio per molto e scoppia a ridere, malgrado la situazione.
La seguo a ruota.

"Non farmi ridere quando sono arrabbiata con te!" Esclama.
"Perché sei arrabbiata?" Le chiedo, smettendo immediatamente di ridere.

"Perché mi nascondi le cose. Lo sapevo di non essere abbastanza per te, ma potevi dirmelo subito, che diamine. Potevi dirmi: 'Non riesco a mantenere una relazione senza un bel po' di tempo passato nel letto a giocare con la mia ragazza'. E adesso vengo a sapere che parli con un'altra di chissà cosa e senti il bisogno di nascondermelo.".
Non dice quella parola, ma aleggia nell'aria come il vapore in una sauna. Tradimento. No, non la ho tradita. E non ho intenzione di farlo.

L'errore più bello della mia vita [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora