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Allison's pov
La sveglia trilla e con una manata stanca, la spengo. Mi alzo dal letto, uscendo dal magnifico tepore delle coperte e dopo una doccia rinfrescante, mi vesto con qualcosa che tiro fuori dal mio scarno armadio. Metto un paio di jeans un po' vecchi, una maglietta bianca e una felpa grigia, niente di speciale, ma non mi piace particolarmente farmi notare o essere al centro dell'attenzione, quindi va bene così. Anzi, detesto proprio avere le attenzioni e gli occhi di tutti rivolti a me. Poi, devo andare a scuola, non ad una sfilata di moda! Non capisco proprio quelle ragazze che si vestono come se dovessero sfilare sul palcoscenico per le Miss di bellezza. E peggio ancora quelle brave ragazze del liceo che si strizzano dentro abitini palesemente microscopici e succinti.

Percorro il corto corridoio di casa mia, afferro lo zaino dal divano e mi chiudo la porta alle spalle con cura, per incamminarmi verso quel posto.

Detesto andare a scuola, non perché non mi piaccia imparare cose nuove, ma perché è uno degli ambienti più infelici per me. Io adorerei andarci se fosse appunto una semplice scuola dove si scrive, si studia e si impara. Purtroppo per me, non è così.

Il ragazzo più popolare della scuola, mi picchia tutti i giorni. Per qualcuno, magari, un semplice schiaffo in viso potrebbe non essere un vero esempio di 'picchiare', ma vi garantisco che, per quanto semplice, fa molto effetto. Ma forse non è nemmeno quello a farti sentire tanto male, quanto il fatto che lui e gli altri sono capaci di farti sentire inadeguata, scartata e degradata.

Se vogliamo considerarla una cosa positiva, a casa non c'è nessuno che possa chiedermi qualcosa dei nuovi lividi che a volte compaiono.

I miei genitori sono morti quando ero molto piccola, troppo piccola, in un incidente stradale, quando avevo solo sette anni. Il mondo mi è crollato addosso quasi undici anni fa, per colpa di un anziano che, senz'ombra di dubbio, si era fatto un po' troppi drink al bar.

Così mi sono dovuta trasferire da mia zia, l'unica parente che mi rimaneva. Forse sarebbe stata meglio una famiglia affidataria, anche se, quello è un brutto ambiente, quello dei servizi sociali. Ma non saprei stabilire se effettivamente sarebbe stato peggio, dopotutto la zia aveva una buona dose di menefreghismo quando si trattava di me.

La mia stanza era grande si e no come uno sgabuzzino, con appena lo spazio per una brandina, un armadio di alluminio e una minuscola scrivania. Non che fosse questo a importarmi.

Mia zia ha 3 figli maschi ed è iperprotettiva nei loro confronti. Questi voleva dire che se io avessi fatto QUALSIASI cosa mi avrebbe potuto punire e se lo avessero fatto i miei cugini avrebbe persino potuto fagli i complimenti. Beh magari quelli no, ma avrebbe senz'altro reagito con una scrollata di spalle. Cosa sperava di ottenere, punendomi? Pensava davvero di migliorare la mia educazione? È davvero inutile gridare ad un bambino o ad una bambina che sia, di non poter uscire, di non poter giocare o guardare la televisione per un nonnulla. Non mi sto giustificando, ma quando quei tre pigroni dei miei cugini si guardavano un film e io stavo facendo i compiti, la zia veniva in 'camera' mia, con un diavolo per capello a sgridarmi perché non sapevo che stessero guardando un film e quindi avrei dovuto apparecchiare, al posto di fare i miei compiti.

I miei cugini, quando mi sono trasferita a casa loro, avevano rispettivamente 17, 15 e 14 anni. Era una vita di inferno dalla zia, perché anche loro, pur essendo miei parenti, mi prendevano in giro di continuo oppure mi tiravano qualche schiaffetto che veniva puntualmente interpretato come uno scherzo.

Capitavano poi delle giornate in cui decidevo di uscire dal minuscolo stanzino che avevo, per passeggiare nel vasto giardino. Se c'era una cosa positiva in tutto questo, era proprio il giardino. Vasto, verde scintillante e rigoglioso, si estendeva per qualche ettaro. C'erano alberi da frutto, piantagioni di verdure, roseti, aiuole di fiori e siepi intagliate con arte. Così ogni tanto uscivo all'aria aperta a prendere una boccata d'aria peccato che, mentre passavo sotto la finestra di uno dei tre, loro mi tiravano addosso una bacinella d'acqua gelata, facendomi bagnare da capo a piedi. Come facessero a trovarsi al momento giusto, dalla finestra giusta con l'acqua alla temperatura 'giusta' era e rimane un mistero.

Ma non era questo a farmi arrabbiare di più. La cosa che mi faceva imbestialire era che la zia gli dava sempre ragione. Beh, a dire il vero quando vedeva che la mia guancia era rossa e i miei occhi lucidi, li sgridava sempre. Solo in quel caso mi difendeva. Per il resto le sembrava che ci stessimo divertendo un mondo insieme, noi quattro.

Ho vissuto 4 anni con la zia, che, dopo, non mi ha più voluto. Diceva che i suoi figli erano diventati ancora più pigri per causa mia, che mi occupavo di tutto. Non sarebbe stato difficile però dire a tempo debito: 'Stefano, Luke, Alex, venite qui e apparecchiate'.

Siccome però a quell'età non potevo vivere ancora da sola, sono andata,purtroppo per me, dal mio cugino maggiore, che nel frattempo aveva raggiunto i ventuno anni. Abbiamo ben dieci anni di differenza,quindi è comprensibile.

Mi diceva sempre di fare qualcosa, come se fossi venuta al mondo solo per soddisfare le sue esigenze. C'era una cosa che mi stupiva, al di là di questo. Non aveva mai nominato mia madre e mio padre che eppure erano morti, e nemmeno un briciolo di pietà quando ero arrivata a casa loro. Voglio dire, per me saranno anche stati mamma e papà ma erano comunque i suoi zii!

"Forza Allison, rifammi il letto", " Dai cuginetta pulisci il pavimento", "Ehi Allison ho fame, cucina" erano solo alcune delle frasi che mi diceva, comunemente. La vita sarebbe stata facile se avessi potuto ribellarmi, ma cosa potevo fare contro quel ragazzo gigante e palestrato di mio cugino. Oltre a questo, il fatto che fosse dieci anni più grande incideva parecchio. Probabilmente non avevo nemmeno la forza di ribellarmi.

Ovviamente ero abituata a ricevere una sonora pacca nel caso avessi tentato di ribellarmi, non avessi fatto ciò che chiedeva o fossi stata troppo lenta.

Il più delle volte mi picchiava anche senza un motivo, così, giusto per il piacere di sentirmi piangere o perché gli andava di sfogarsi.

Anche se, per la verità, non gli doveva piacere chissà quanto vedermi piangere perché se ne andava sempre quando iniziavo a piangere, come fa adesso Eric ascuola.

Ero abituata a tutto, anche alle ragazze che mio cugino "reclutava"senza sosta e che portava a casa per passarci la notte. Ma io non gli chiedevo niente e non accennavo mai all'argomento delle sue molteplici 'fidanzate' visto che la prima volta che gli chiesi se quella bella ragazza bionda fosse la sua ragazza, mi diede uno schiaffone in pieno viso.

Avevo passato con Stefano altri cinque anni e quando ho raggiunto i sedici anni, mi ha fatto trasferire da sola in un appartamento. A sedici anni frequentavo la seconda superiore.

Lasciamo da parte i ricordi visto che ora sono passati quasi due anni.

Arrivo a scuola con venti minuti di anticipo e così decido di sedermi sulla panchina vicino all'albero e leggere. La scuola è circondata da un vastissimo parco, quindi non è difficile trovare alberi ombrosi epanchine.

Leggere mi piace tantissimo, mi aiuta a distrarmi, a non pensare a quanto sono stata sfortunata nella vita, a quanto sono brutta fisicamente, mi aiuta a non riflettere e mi isola dal mondo esterno, insomma è un passatempo che mi aiuta anche a rischiarare le idee.

Beh, dai Allison secondo me non sei né grassa né brutta. Non mi importa di quello che mi dici, io continuerò a pensarlo.

Così mi siedo e inizio a leggere. Dopo qualche pagina guardo l'orologio e noto che ormai manca poco al suono della campanella ecosì metto via il libro. Una mano si appoggia sulla mia spalla e trasalisco. Iniziamo la giornata in bellezza? Si, esattamente.

Un ghigno maledetto e poi quella voce maledettamente perfetta: "Guarda un po' chi abbiamo qui, la piccola Stevenson". Alzo lo sguardo ma so già a cosa andrò incontro.

Ciao a tutti. Spero che questo prima parte vi sia piaciuta. Ho effettuato una revisione totale del capitolo e ho apportato qualche cambiamento.
Se trovate altri errori ditemelo ♥️

L'errore più bello della mia vita [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora