6-Venice Beach

573 18 2
                                    

POV's SHAWN

"...e in più quella stronza mi ha messo la nota. Ma stiamo scherzando?!"

Tutti scoppiano a ridere vigorosamente.
"Te la sei cercata. Di certo la prof non è abituata ad un coglione come te"

"Grazie Brian tu si che sei un amico"
Gli dissi dandogli una leggera gomitata.
Intanto vidi Malia e Michael chiacchierare animatamente.
"Hey che avete da dirvi voi due?"
Chiesi interrompendoli.
Ero una pettegola del resto.

"Le stavo raccontando di noi italiani" rispose Michael vantandosi.
Emily si voltò di scatto e chiese sorpresa.
"Davvero sei italiano?"

"Si precisamente italo-spagnolo,perché mia madre è di Napoli e mio padre di Barcellona."
Emily rimase a bocca aperta mentre James commentó.
"Perchè non si nota? Hai un figo della madonna davanti"
concluse rivolgendo un'occhiata a Michael.

E a quel punto il moro divenne un pomodoro con gambe e piedi. Secondo me gli piaceva James, andiamo era talmente evidente che se n'erano accorti anche i sassi!
Brian lo scrutò attentamente, accennando un piccolo sorrisetto alla vista dell'imbarazzo del più piccolo.
Il mio migliore amico sapeva al centodieci per cento qualcosa e io dovevo scoprirlo.

"Dai ragazzi basta così lo fate arrossire" disse Mark che fino ad ora non aveva parlato granché.

"Comunque anche a me interesse sapere come hai passato l'infanzia"
Sbottò Emily interrompendo le nostre risate.

E fu così che Michael iniziò a raccontare la sua storia.
"Allora, sono nato il 12 gennaio 2002 a Napoli. Mia madre si chiama Elena e mio padre Enrique, si sono conosciuti per lavoro e per l'amore che mio padre provava verso mia madre ha deciso di restare in Italia, mentre la sua famiglia è attualmente in Spagna. Anche se sono nato nel 2002 e dovrei stare in quarta superiore, sono in terza superiore perché quando ho iniziato le scuole elementari in Italia avevo già 6 anni perchè mia madre voleva farmi diventare ancora un po' prima di andare a scuola.
Mi sono trasferito qui a Los Angeles dopo che ho finito le scuole medie per motivi di lavoro dei miei genitori, per fortuna ho sempre amato l'inglese e lo conoscevo anche molto bene quindi è stato meno difficile ambientarsi qui negli Stati Uniti. Inoltre anche se il mio nome non sembra italiano lo è. Mia madre mi ha chiamato come mio nonno, almeno è così per lo stato, però non la convinceva così ha scelto di chiamarmi Michael"
concluse il breve racconto della sua infanzia guardando Emily e continuando a mangiare il suo panino.

"Perché voleva chiamarti come tuo nonno?" Gli chiese proprio lei.

"Beh in Italia abbiamo questa usanza di chiamare chi nasce con i nomi dei nonni, anche se ora non lo fa quasi nessuno più, è una tradizione un po' vecchia."

"E poi non ti manca l'Italia, i tuoi amici?" Domandò ancora Emily.

"Abbastanza, mi manca comunque non vedere il resto della mia famiglia e poi l'Italia, beh l'Italia è fantastica e a dirla tutta il cibo qui non è brutto, ma il mio paese è tutta un'altra storia. Per gli amici si, specialmente alcuni ragazzi che conoscevo fin da piccolo, ma qui ho trovato un'ottima compagnia."
Le rispose felice.
Ora eravamo anche noi parte della sua famiglia, una famiglia un po' allargata e sparsa per il mondo, ma pur sempre una famiglia per lui.

"Oh beh adesso hai anche noi" disse Malia spostando lo sguardo verso Emily che annuì calorosamente.

Di sottecchi gettavo qualche occhiata a Malia.
Era una ragazza davvero bella e per quel poco che avevo potuto scoprire del suo carattere sembrava una ragazza intelligente, dolce e comunque che se voleva poteva donarti tutto.
Non dico che sarebbe stato l'amore della mia vita, ma andiamo avevo diciassette anni, avevo tutta la vita per trovare la mia 'soulmate', nel frattempo mi sarei limitato a divertirmi e a godermi la vita.

Lei non si accorse di me, guardava attenta e meravigliata Michael.

"Lo spero tanto"
rispose proprio quest'ultimo allargando la bocca sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

"Lo speriamo tutti zuccherino" intervenni a quel punto io scandendo bene l'ultima parola.
Lei mi sembrò del tutto indifferente...bene vuoi farti attendere.

"E di te? Cosa ci racconti?" Aggiunsi sporgendomi in avanti sul divanetto.
Se volevo conoscerla dovevo per forza chiederle qualche cosuccia.

"Nulla, nata e cresciuta a Los Angeles, da sempre con la mia unica e fedele amica Emily" disse scrollando le spalle.
"Bene" risposi interessato.

Finito di mangiare litigammo su chi doveva pagare e infine mi offrii.
Decidemmo di andare al mare, optammo per Venice Beach nonché la preferita di Malia, dopo avercelo detto con un sorrisetto.

In auto c'era silenzio.
Una volta arrivati notai che il freddo lì era maggiore, eravamo pur sempre a dicembre.
Malia si affrettò a prendere un giacchetto che aveva portato per sicurezza nel suo zainetto con le paillettes.
Si sedette in riva al mare. Se l'acqua avesse deciso di andare più verso l'arenile e quindi superare il limite a cui quella sera arrivava, si sarebbe bagnata.
Pensai che fosse triste il fatto che le stelle, oscurate dalla luce di città, non si potessero riflettere su quell'immenso e bellissimo specchio d'acqua.
Mi girai e vidi che tutti erano raggruppati un po' più avanti e ridacchiavano, tutti tranne me.

"Che guardi?" Dissi arrivando alle spalle di Malia che come me era l'unica ad essersi isolata.

"Nulla" rispose lei mesta.

"Okay principessa"

"Adesso sarei una principessa? Mi pareva di essere uno 'zuccherino' "
disse mimando le virgolette all'ultima parola.

Non gliene sfuggiva una cazzo!
"Credevo non ti piacesse zuccherino" lei diventò rossa e borbottò un 'infatti' poco udibile.

"Quindi principessa si?"
"Nemmeno" sbuffò voltandosi dall'altra parte.
"Sei difficile da accontentare" risi e, anche se non voleva, le sue labbra di spinsero comunque verso l'alto.
Poco, ma lo fecero.

"Perché tutta sola?" Domandai infine dopo che il silenzio cadde tra noi.

"Mi piace sedermi ad osservare il mare." Ripose e  si voltò verso di me, cogliendomi ad osservarla come un bambino che viene scoperto dalla madre con le mani nel pacco di biscotti.

Io Shawn Clark non seppi che rispondere. Per fortuna a salvarmi, in un certo senso, fu Brian che ci chiamò.

"Non è che faresti mettere Emily a fianco a te?"
Chiesi al mio migliore amico, una volta arrivati alla macchina.
Lui inarcò un sopracciglio poi annuì solamente.
"Ciao ragazzi!" Esclamò Michael salendo sulla moto dietro James.
"Ci sentiamo. Notte" Proferì Mark. Abbassò la visiera sul viso e poi con un rombo della moto, rigorosamente nera, partì.

Emily ci diede le indicazioni per arrivare a casa sua in quanto era la prima da lasciare.

Poi fu il turno di Malia.
Quando mi resi conto che tra poche centinaia di metri saremmo arrivati  le chiesi di uscire.

"Senti qualche volta vorremmo vederci?"
Lei mi guardò per un attimo stranita dopodiché sorrise divertita.
"Dammi il telefono"
Come un robot lo presi dalla tasca dei jeans e glielo porsi.

Il suo numero...
Quel giorno avevo avuto solo quello di Emily per organizzarci e ora avevo quello di Malia, grande!

Anche per lei arrivò l'ora di scendere e con una sola buonanotte salutò me e Brian.

Arrivato a casa mi misi il pigiama e lavai i denti con tutta la calma del mondo. I miei genitori già dormivano quindi silenziosamente compii tutte quelle azioni e poi finalmente poggiai il mio corpo sul comodo materasso.

Prima di lasciare il telefono a caricare mi arrivò un messaggio da un contatto salvato 'zuccherino'

Zuccherino: buonanotte Shawn♥️
Sorrisi istintivamente e le risposi senza indugiare.
Shawn: buonanotte zuccherino ♥️

Ora potevo finalmente andare a dormire.

Storm Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora