70-Ce la faró

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POV's JAMES

'Oggi è il grande giorno' ripetei per la centesima volta in testa.
Era tutto pronto, avrei detto a mio padre che mi piacevano i ragazzi e che il ragazzo che amavo era Mike.

Avevo uno zaino con dei vestiti di ricambio e uno spazzolino. Qualcuno potrebbe chiedersi perché, beh perché se mamma e papà dovessero litigare per me starei un paio di giorni via per calmare gli animi.
Mamma mi avrebbe appoggiato, ma non so papà come avrebbe reagito, dopo quell'episodio del telegiornale poi...

Mi scambiai ancora qualche messaggio con Matt e Alex sul gruppo che avevamo creato.

"Mission (no) impossible"
James: la mia vita sta per cambiare ragazzi
Matt: in meglio sicuramente
Alex sta scrivendo...
James: speriamo
Matt: James sta tranquillo
Alex sta scrivendo...
Matt: andrà tutto bene vedrai
James: sei sicuro di potermi ospitare se è qualcosa?
Alex sta scrivendo...
Matt: certo ma...che sta scrivendo Alex da mezz'ora 😂
Alex: ce la farai James!

Guardai storto il messaggio, ci aveva impiegato una vita per scrivere 'ce la farai James!'

James: e ci voleva tanto per scrivere ahaha
Alex: non è colpa mia! È il correttore
James: il correttore?
Alex:si ce l'ho ancora con la tastiera in italiano
Matt: cambialo no? Oppure metti entrambe le lingue
Alex: non so come si fa!
Matt: non sai fare mai niente!😂😂
Alex: ☹️
James: dai Matt spiegaglielo, io vado
Alex: daiii
Matt: dicci come va
Matt: @alex e tu stammi a sentire
Matt sta scrivendo...

Uscii da WhatsApp e misi il telefono in tasca.
"Forza James" dissi a me stesso.
Buttai fuori l'aria e aprii la porta della mia camera.

Feci quei pochi metri con un'ansia tale da sembrare di dover andare al patibolo.
Erano le quattro del pomeriggio e entrambi i miei genitori erano a casa quel giorno.
Avevo scelto oggi proprio per questo motivo, anche perché i due giorni prossimi papà aveva dei turni pieni, quindi se succedeva qualcosa non ero costretto a vederlo.

Erano entrambi sul divano in salotto, vedevano un film che la televisione stava trasmettendo.

"Hey" rivelai la mia presenza nella stanza.
"James vieni" disse mio padre facendomi spazio sul divano.
"Stavamo vedendo quel film con Johnny Depp, quello che vedemmo insieme, te lo ricordi?"
Osservai per un paio di minuti le scene del film detto da mio padre, ma sinceramente non le riconoscevo.
"Mm...no" confessai.
"Ma come?" Domandò papà non capendo.
"Non lo ricordo papà"
"Vedi?" Chiese mia mamma a papà.
Mio padre rise e si arrese.
"Ok vuol dire che l'avrò visto solo io"

Il film continuava a proiettarsi sullo schermo del televisore del soggiorno.
"La scuola sta per finire eh?"
Guardai mia mamma e annuii.
"Come ti senti" mi chiese.
"Non saprei, felice sicuramente, però... è il mio ultimo anno, la mia vita sta per cambiare"
"Stai diventando grande" Proferì papà sorridendomi rassicurante.
"E qualche squadra di nuoto non ti ha fatto sapere niente?" Continuò speranzoso.
"No" mentii, non volevo dare false speranze ai miei genitori.
"Sicuramente ti prenderà qualcuno" disse mia mamma.
Mio padre annuì in 'soccorso'.
"Credo che mi mancherà un po' la mia classifica routine, i miei amici... Mike"
Era il momento, dovevo dirglielo.

"I tuoi amici saranno sempre con te" affermò mia mamma con tono rassicurante.
"Lo so" dissi quasi infastidito.
Non mi avrebbero mai abbandonato i miei amici,il punto era il mio ragazzo, ex tecnicamente.

"E poi Michael può venire qui quando vuole. A proposito c'è stato un momento in cui veniva sempre poi è scomparso, è successo qualcosa?" Domandò mio padre abbassando il volume della voce.
"Tua mamma mi ha accennato a un litigio, ma non mi racconti mai niente" affermò un po' abbattuto.
Gettai un'occhiata a mia mamma e lei mi sorrise, forse fin troppo rassicurante.
Voltai lo sguardo verso mio padre e anche lui sorrideva molto, sporgendosi verso di me.

"Si.. abbiamo litigato" risposi.
"Come mai?" Chiese mio padre.

Era il momento.
"Perché non volevo dire che stavamo insieme"
Bomba sganciata.

"Ti piacciono i ragazzi?" Chiese mio padre neutro.
"Si" Affermai.
Mio padre rimase in silenzio per un paio di minuti senza far trasparire alcuna emozione.
"Dì qualcosa" lo esortai volendo sapere cosa pensava.
"Noah" iniziò mia mamma.
"E ora?" Chiese mio padre.
"Cosa" domandai a mia volta.
"Siete tornati insieme?"
"No, finché non ve lo avrei detto"
Lui annuì e mia mamma aggiunse "per noi resti sempre nostro figlio, finché non fai del male a nessuno per noi sei perfetto" mi abbracciò mia mamma.
Le sorrisi riconoscente, tuttavia mi interessava il pensiero di mio padre.
"Tua mamma ha ragione"
Sospirai e sorrisi istintivamente.
"Ma.."
Ecco che il mio sorriso si spegneva.
"Non sei perfetto, mi hai dato una grande delusione"
Stavo già per crollare davanti a lui.
"Preferisci la squadra di San Francisco a quella di Los Angeles e hai preferito il nuoto al baseball"
Disse con tono serio e duro.

Papà da giovane giocava nelle giovanili di baseball di Los Angeles, poi non venne scelto per i professionisti e cambiò mestiere.
Inoltre fin da piccolo da quando ho deciso di fare nuoto lui ha mostrato interesse per la squadra di Los Angeles, io di San Francisco.

"Non posso cambiare quello che sono" Affermai.
Lui sorrise e mi abbracciò con forza.

"Sei sicuro che ti vada bene?" Chiesi ancora incerto.
"Si James"
"Ma quella volta che al tg parlarono della coppia gay della discoteca tu.."
"So cosa ho detto, ma diciamo che in questa settimana ho avuto modo di cambiare idea ed è un bene che l'ho fatto" mi spiegò.
"Come hai cambiato idea?"
"Una personcina è stata molto... persuadente"
"Mamma" dissi girandomi verso di lei, era ovvio chi l'avesse fatto.
"Volevo solo assicurarmi che tu stessi bene"
Sorrisi e la ringraziai.
"E dimmi come ha fatto?" Chiesi curioso.
Mia mamma era la migliore nel convincere le persone.
"Giovedì e venerdì mi faceva trovare le maglie bianche scambiate, con diversi colori, come l'arcobaleno. Sabato e Domenica omenica trovavo sul comodino frasi che parlavano di accettazione, amore per i figli, giustizia. Lunedì mi mostrava tutti i tuoi album di quando eri piccolo, di quanto fosse fiera di te. Martedì e mercoledì mi parlava di ragazzi e ragazze che erano stati in alcuni casi cacciati di casa, diseredati, discriminati perché amavano qualcuno dello stesso sesso. Oggi invece non ha fatto niente, quindi ho presupposto che sarebbe successo qualcosa" concluse mio padre ridendo.
"Ma io non ti ho detto che volevo farlo!" esclamai stupito.
"Una mamma sa tutto"
Io e mio padre la guardammo di sbieco.
"Ok...ho visto un messaggio di Matt ieri che ti diceva che facevi bene a fare coming out"
"Mamma!"
"Che c'è?" Rise, poi mi abbracciò.
"È tutto ok James" mi disse dolcemente.
"Già. Due cose però. Uno, neanche a un padre sfuggono queste cose, lo stavo capendo anche io"
E mia mamma lo scrutò inarcando il sopracciglio come a dire 'davvero fai?'
"Due, raccontami un po' di te e Michael"
Concluse.
"Che volete sapere?" Chiesi rassegnandomi all'idea di dover affrontare un interrogatorio.
"Beh come è iniziata la vostra storia" disse mia mamma entusiasta. Sapeva quanto amassi Michael e non vedeva l'ora di conoscere come avesse fatto a prendere il mio cuore.
Si beh mi piaceva essere melodrammatico.

"Allora fatemi mettere in ordine ricordi e pensieri"
Iniziai.
"Io stavo con quella ragazza bionda" gettai un'occhiata a mia mamma e vidi che era quasi disgustata.
Risi e proseguii.
"Una sera, dopo un litigio con Mike, lui stesso mi consigliò di fare venire questa ragazza alla cena. Vabbè tutta una storia lunga, alla fine lo riaccompagnai a casa e lui pianse. Da quel momento ho iniziato a pensare a lui... e alla fine ci siamo messi insieme"
"Che giorno era?" Domandò mio padre.
"A gennaio, il dodici. Il giorno del compleanno di Mike"
I miei sorrisero sinceri.
"Poi?"
"Poi abbiamo iniziato a stare insieme, litigavamo per questo fatto che non volessi dirvi che ero gay e il nostro rapporto ha iniziato a calare. Ero geloso, di Matt e di Alex, abbiamo litigato ancora e ancora e alla fine mi ha lasciato"
"Da quanto non state insieme?" Chiese mia mamma.
"Un mese circa, dal ventitré aprile"
"Mi dispiace James, ma credo che abbiate sbagliato entrambi, adesso però puoi rimediare"
"Già" annuii sorridendo.
"Che ne dici di andare ora?"
"Dici davvero?" Guardai mio padre esterrefatto.
"Vai su" mi incitò mia mamma.
Mi alzai sorridendo.
'Ce la farò'

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