37-Le mando un messaggio

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POV's JAMES

Dopo tre squilli il mio interlocutore rispose al telefono.

"Pronto?"

"Buongiorno amore mio" dissi sorridendo involontariamente.

"Hey Jamie buongiorno"

"Ti ho svegliato piccolo?" Chiesi mentre scendevo dal letto e andavo in bagno, misi il vivavoce e mi abbassai sul lavandino per sciacquarmi la faccia.

"Mm si, ma non preoccuparti mi sarei dovuto alzare comunque. Però ho una domanda, come mai mi hai chiamato se tra poco ci vediamo?"

Disse Mike con la voce ancora impostata dal sonno. Conoscendolo a questo punto si stava passando una mano sugli occhi mentre andava in cucina per prepararsi il suo amato latte e caffè.

"Perché volevo sentirti,non posso?" Domandai. Nel frattempo tornai in camera e iniziai a prepararmi. Misi il cellulare sulla scrivania vicino al computer e mi diressi verso il letto. Controvoglia lo sistemai e poi andai verso l'armadio, presi una maglietta abbastanza aderente nera e dei jeans.

"Sisi certo che puoi" mi disse e fui sicuro che in quel momento stava guardando dritto davanti a sé con aria sognante.

"Perfetto, allora ti lascio preparare che per oggi ti voglio ancora più bello, sempre se sia possibile"

"Coglione così mi fai arrossire" Mike rise leggermente in imbarazzo ed io affermai.

"Allora continua piccolo. Adoro vederti arrossire specialmente quando siamo a letto e ti bacio mentre con la mano scendo più giù fino al tuo ca"

"JAMES!"

"Scusa piccolo -risi- ci vediamo tra poco, ah e Mike?"

"Si?"

"Auguri"

"Auguri anche a te amore, a dopo un bacio".

Chiusi la chiamata e aprì il mobiletto sulla scrivania per prendere i libri da mettere nello zaino.

Anche se era presto per andare dal mio ragazzo uscii di casa e presi la moto.
L'accesi e sfrecciai sulle strade di Los Angeles. Sentivo il vento mattutino venirmi dritto in faccia e scompigliarmi i capelli biondi accuratamente tirati indietro con del gel.
Passai per la 12esima e poi volati a destra su Mason street fino ad arrivare a
Grandma's bakery, era un panificio italiano a conduzione familiare che mi aveva fatto conoscere Mike l'anno scorso. Anche se era pure un bar e una sorta di tavola calda. Il panificio era stato aperto dalla signora Maria e il signor Salvatore che si erano trasferiti qui dopo la seconda guerra mondiale e avevano portato avanti la tradizione italiana, ora il negozio era gestito dai figli ma in cucina si faceva ancora sentire la signora Maria che si faceva chiamare da tutti nonna.

Entrai e la campanella sulla porta suonò. Appena misi piede nella panetteria Carla, la figlia di Maria, mi venne in contro e mi abbracciò.

"James caro! Che bello vederti. Che ti serve?"

"Mm vede oggi è un giorno importante per me e Mike e volevo organizzargli qualcosa" le dissi

"Ah quindi vi siete messi insieme finalmente!" Esclamò lei contenta.

Fortunatamente la panetteria non era ancora piena siccome erano appena le sette e venti, fatta eccezione per due ragazze di circa venticinque/trent'anni che chiacchieravano ad un tavolino sorseggiando un caffè, un uomo a telefono che portava via un sacchetto bianco e un vecchietto che leggeva il giornale.

"Cosa? No io e Mike siamo solo amici"

Carla si incupì leggermente e mi rispose.

"Ah scusa non volevo essere invadente e mi dispiace se in qualche modo ti ho offeso"

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