65-Giornate dello sport

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POV's SHAWN

"Benvenuti a tutti! Accomodatevi, accomodatevi"
Esclamò il preside battendo sul microfono che aveva fra le mani.
Come ogni anno dal venticinque al ventotto maggio si organizzavano le giornate dello sport.
Giorni in cui gli alunni di sfidavano in tutti gli sport che la scuola presentava: football, nuoto, tennis e via dicendo.
Io come ogni anno mi sarei limitato a dare supporto morale ai miei amici.
James partecipava nel nuoto, Malia nella pallavolo, Brian nel rugby e nei mini torneo di ping pong, Michael nell'atletica.
Emily e Jackson avrebbero aperto le gare con una coreografia insieme agli altri compagni di corso.
Mentre i miei amici erano agli spogliatoi, alle piste, nelle stanze al chiuso a prepararsi, io Mark e Mattew andammo a sederci sugli spalti allestiti dalla scuola.

"Hai preso qualcosa da mangiare rosso?" Chiesi una volta che si fu seduto accanto a me.
"Tieni" disse dandomi una busta di patatine alla paprika.
"Uh le mie preferite, grazie Matt"
"Di niente" sorrise prendendo un altro piccolo pacchetto di patatine per sé e per Mark.
Le sue erano le classiche, quelle di Mark a gusto pizza.
"Io ho preso anche una Sprite per te, e due coca cola per me e Matt" il maggiore mi porse una lattina.
"Cavolo! Siete degli amici fantastici" esclamai aprendo la mia bevanda e bevendone un generoso sorso.
"Solo quando si tratta di cibo" borbottò Matt sgranocchiando le sue patatine.
"Non è vero!" Esclamai ridacchiando.
"Se se" sbuffò Mark.
Mi spettinai i capelli con forza, senza perdere il mio sorriso e la mia felicità, poi portai le braccia ai lati per coinvolgerli in una sorta di abbraccio.

"Sta per cominciare Brian" disse d'un tratto Matt sporgendosi in avanti.
"Vai amico!" Agitai quei guantoni blu tipici delle partite di baseball, football, per mostrargli tutto il nostro sostegno.
Mark fischiò e il rosso suonò una trombetta da stadio.

"Nella prima squadra ci saranno Clinton, Lopez, Moore, Lewis, Flores, Certer, Evans..."
Non ascoltai nemmeno i restanti giocatori, ero troppo occupato a fare il tifo per il mio migliore amico.
Brian non ci teneva particolarmente agli sport in generale, ma era sempre bello partecipare e vincere, almeno così diceva lui.
Io mi sono sempre limitato a stare sugli spalti e a partecipare poche volte.
Preferivo praticare sport con i miei amici quando capitava, per divertimento, non per motivi agonistici o futuri lavori.

"Hey Clark" mi chiamò qualcuno alle mie spalle.
Era Zac Moore seguito dalla sorella minore Audry.
"Ciao ragazzi, come va?" Chiesi mentre prendevano posto accanto a Mark.
Il moro salutò Zac con una pacca sulla spalla e Audry con due baci sulle guance, uno a destra e uno a sinistra.
"Tutto bene, siamo qui per vedere Mason" disse Zac riferendosi al fratello gemello.
"È in squadra con Brian, siamo qui per lui" dissi io a mia volta.
"Speriamo che la partita vada bene"
"Si, ma la vittoria è già loro per me" si aggiunse Audrey alla conversazione.
Io e Nathan frequentavamo alcuni corsi per il biennio insieme dal primo anno e quando il secondo andai alla sua festa di compleanno, conobbi Mason e Audrey, che all'epoca non era ancora al liceo.
Da quel momento siamo diventati amici.

Nel frattempo la partita iniziò.
Le tribune, nonostante le due squadre fossero composte da alunni della stessa scuola, si divesero a seconda dei loro amici.
Durante gli intervalli ci furono diverse onde e i balletti delle cheerleaders.
La mia scuola ci teneva molto a queste giornate e le viveva con allegria e spirito di squadra.
Erano le giornate scolastiche più belle.
Le lezioni erano rimandate, tutti a scuola giravano con completini blu e gialli, i nostri colori,
sventolavano bandierine e facevano anche alcune scommesse.
Raramente coinvolgevano i soldi, erano più penitenze terribili che mai avrei voluto riprovare.
Perché si, una volta ho dovuto scotarne una: girare per un intera giornata a scuola con un pantaloncini cortissimo e il pezzo di sopra di un bikini.
È stato divertente, tuttavia preferirei evitare di nuovo l'esperienza.
Anche i professori, il dirigente, i collaboratori si lasciavano andare a scherzi e risate.

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