POV's SHAWN
Quel giorno mi sentivo particolarmente felice. Sarei andato al compleanno di uno dei miei migliori amici, con la mia ragazza. L'estate, sebbene fossimo già ad agosto, stava scorrendo benissimo. Ogni giorno, o quasi sempre, non mancavano mai il divertimento, le risate, le avventure, le chiacchierate. Finalmente mi sembrava di vivere la vita che avevo sempre sognato.
Ora avevo molti amici stretti, mi sentivo sempre incluso, amato. Con loro non c'era motivo di preoccuparsi, di scegliere bene cosa fare e cosa dire.
Fin da piccolo avevo sempre avuto al mio fianco Brian, che più di un migliore amico, era un fratello.
Tutta la mia infanzia, la mia adolescenza e, ne ero certo, gli anni a venire, erano stati meravigliosi grazie a lui.
Entrambi figli unici avevamo trovato nell'altro quella parte che ci mancava.
Avevamo trovato quella intesa che si ha tra fratelli. Solo che, ora, avevamo anche un'altra famiglia. Oltre ai nostri genitori eravamo stati accolti da quelli dell'altro. Senza dimenticare tutti i cugini e anche i nonni, che ci avevano trattato come parte della famiglia.
Avevamo trascorso così tante cose insieme che non mi sembrava vero che fossero passati tutti questi anni e che fossimo arrivati a questo punto.
Ora eravamo cresciuti, cambiati, ci eravamo "evoluti", ma nonostante questo eravamo rimasti gli stessi bambini di sempre.
Gli stessi che passavano le nottate a giocare di nascosto ai videogiochi, che litigavano per tutto e poi facevano pace dopo poche ore. Eravamo ancora così uniti, non riuscivo a crederci.
Vedovo così tante amicizie finire, che avevo sempre pensato che presto anche io sarei stato abbandonato. C'erano miei amici che avevano perso i loro migliori amici, senza neanche sapere come. Avevo così paura che potesse capitare la stessa cosa a me e a Brian. Come sarei andato avanti se fosse successo? Come avrei fatto a sopprimere tutti i ricordi che in pratica, erano quelli che costituivano la mia vita?
Penso che senza Brian non ce l'avrei fatta, non era solo un migliore amico, era tutto per me.Passai davanti allo specchio e vidi il mio riflesso, sorrisi.
Pensare alla mia amicizia con Brian, a tutte i nostri momenti insieme, passati per la testa come un treno in corsa, mi aveva fatto sentire davvero bene.
Guardando nello specchio, sorrisi ulteriormente guardando un oggetto sul mio letto. Era un peluche a forma di orsacchiotto che avevo comprato qualche ora prima, mi aveva fatto pensare a Audrey, la mia ragazza.
Mi avvicinai, lo presi fra le mani e mi sedetti sul letto, lo rigirai un paio di volte e continuai a perdermi nei pensieri.Oltre a Brian, ora c'era anche lei. Sentivo proprio di amarla, ogni giorno di più. Non avevo mai provato tutte quelle sensazioni, con lei, così come con gli altri, mi sentivo sempre libero di essere quello che volevo.
Lei, insieme a Brian, ai nostri amici, alla mia famiglia, era una delle cose più importanti della mia vita. Che poi, che brutto definirla una cosa, ma non sapevo che altro usare. Quando parlavo di lei, per me ogni termine era superfluo, potevo dire così tanto che mi ci sarebbero voluti giorni.
Sapevo che non era perfetta, che anche lei aveva dei difetti, che era umana, ma sentivo che era perfetta per me, sentivo che tutti i suoi pregi battevano ogni altra cosa, e nonostante sapessi che agli occhi degli altri fosse una persona comune, io la vedevo come qualcosa di più.
Quando lo avevo detto a Brian, mi diede una pacca sulla spalla e si mise a ridere, subito dopo mi disse "benvenuto nel club dell'amore".
Non avevo mai amato nessuno così, nessuna ragazza mi aveva realmente mai preso. Probabilmente il mio entusiasmo, la mia felicità, la mia devozione, poteva essere dettata dall'inizio, eppure quando ci pensavo mi dicevi che non poteva essere possibile. Anche tra molti mesi l'avrei trovata la persona giusta per me.
Di certo non dicevo che fosse tutto rose e fiori, ci capitava spesso di discutere su alcuni aspetti della nostra vita, tuttavia questo non mi aveva mai fermato dal pensare al fatto che la volessi sempre al mio fianco.Perché sì, senza di lei non ci volevo proprio stare.
Alla fine, dovendomi preparare per la festa, aprii l'armadio per scegliere cosa indossare.
In quel momento vidi la mia uniforme di lavoro. Avevo trovato un posto da assistente presso un laboratorio farmaceutico che aveva contatti con l'Europa. Mi avevano preso in un periodo di prova per sei mesi, nei quali avrei visto sul campo ciò che avevo studiato e soprattutto l'avrei fatto proporzionato anche al tedesco, una lingua che studiavo a scuola dal mio terzo anno.
Quando l'avevo detto a mamma e a papà, vidi sulle loro facce l'espressione più fiera e contenta che abbiano mai avuto nei miei confronti. Mi avevano abbracciato e per festeggiare papà aveva deciso di andare a mangiare fuori, invitando anche Brian e i suoi genitori.
Anche lui mi aveva abbracciato così forte da togliermi il fiato.
Il giorno dopo l'avevo subito a Audrey che, mi aveva baciato davanti a tutta la sua famiglia.
In quel momento capii che le persone più importanti della mia vita erano davvero orgogliose di me.
Ma soprattutto, lo ero io, perché finalmente nella vita avevo uno scopo, avevo voglia di impegnarmi. Finalmente mi sentivo motivato, tutto andava per il verso giusto. Non mi sentivo più inadeguato, né come un peso.
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Storm
Teen FictionL'adolescenza è agire d'istinto. L'adolescenza è essere insicuri. L'adolescenza è sognare. L'adolescenza sono le delusioni d'amore. L'adolescenza sono le canzoni. L'adolescenza sono i baci sotto la pioggia. L'adolescenza è una tempesta. Cosa accadre...