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(per chi vuole, può leggere il capitolo ascoltando la canzone "jealous di Labrinth"

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(per chi vuole, può leggere il capitolo ascoltando la canzone "jealous di Labrinth". Vi consigliamo di sentire bene le parole)

POV's MARK

Mi svegliai carichissimo. La tempesta di ieri era finita e c'era un sole e un cielo limpido che sembravano da cartolina.
La prima cosa che feci fu chiamare James per fargli gli auguri.
Poi mi preparai per andare a ritirare il suo regalo.
Camminando incontrati Logan, parlammo un po' e gli chiesi come stesse Emily. All'inizio tentennò, poi rispose che fosse tutto ok. Gli chiesi cosa c'è che non andasse e a grandi linee me ne parlò. Ovviamente sapeva che non era compito suo confidarsi, l'avrebbe fatto Emily, la mia migliore amica.

Già, migliore amica...

Salutai Logan e me ne andai con una scusa semplice e inventata sul momento.
Tornai a casa, guardai l'orario e notai che era quasi ora di pranzo.
Quel giorno ero solo a casa, così decisi di preparare qualcosa di semplice. Mi preparai un panino. Cossi l'hamburger e presi dal frigo del formaggio, dei pomodori e l'insalata. Un panino leggero, per i miei standard.

Mi sedetti a capotavola, con il mio panino in mano e un bicchiere di acqua di fronte a me. Diedi il primo morso e molto lentamente masticai mandandolo giù.
Mentre mangiavamo mi arrivò un messaggio di Emily.

Rossa❤️: Maaark!
Mark: ciao Em
Rossa❤️: ho una notizia fantastica
Mark: quale??
Rossa❤️: Michael mi ha detto che stasera ci sarà anche Lynn, James l'ha invitato
Mark: grande!

Che bugiardo che ero in quel momento.

Rossa❤️: so che non ti sta molto simpatico
Mark: macché! Non è vero che non mi sta simpatico
Rossa❤️: 😒😒
Mark: guarda che è vero! All'inizio non mi piaceva perchè non lo conoscevo né io né tu, ma ora sono sicuro che è un ragazzo fantastico

Un ragazzo fantastico per meritarsi la mia frustrazione.

Rossa❤️: davvero?
Mark: certo. Sono davvero felice per te

Questa non era una bugia. Ero davvero felice che lei lo fosse. Il punto è che non ero felice per me. Non era vero che se la persona che ami è felice lo sei anche tu. Io dentro mi sentivo morire. Mi sentivo vuoto e con un peso enorme sulle spalle. Ma dovevo essere forte, dovevo andare avanti.
Il problema era come...

Sentì il telefono vibrare, stavolta non era un messaggio però, bensì una chiamata.
"Pronto" dissi appoggiando il cellulare vicino all'orecchio.
"Grazie Mark"
"Di cosa Emily?" Chiesi riconoscendo la voce.
"Di esserci per me, di essere qui a sorreggermi. So che Lynn non ti sta molto simpatico, non c'è bisogno che menti, ormai ti conosco e so cosa provi"

Certo Em che sai cosa provi, infatti non ti sei accorta che ti amo.

"Quindi grazie. Senza te non so davvero come sarebbe la mia vita" concluse quasi in procinto di piangere.
"Sai che ci sarò sempre per te, e sì, Lynn non mi piace molto, ma piace a te, quindi va bene così. Sei perfetta Emily e sarebbe impossibile non innamorarsi di te" dissi cercando di ridere alla fine, per non utilizzare il tono serio che avevo usato per le parole precedenti.
Ed era vero, era impossibile non innamorarsi di lei.
Emily rise e aggiunse "Non è vero non sono perfetta"
Aveva sempre poca autostima di sé e non capiva che se gli angeli si trovassero sulla terra, lei sarebbe uno di essi.
"Invece sì, e quel Lynn lo capirà molto presto"
In quel momento lo invidiai. In così poco tempo era diventato importante per Emily, era diventato qualcuno che a lei piacesse, ed era una cosa non facile, visto che Emily non si lasciava andare mai. Non faceva trasparire le sue emozioni facilmente, soprattutto quelle "amorose".
Ero invidioso di quel ragazzo, volevo tanto essere al suo posto. Ma lei non guardava me come guardava lui. Per lei ero solo un amico, mentre io volevo che lei fosse qualcosa di più.
Perso nei miei pensieri non mi ero reso conto che Emily fosse ancora in linea.
"Hey rossa, non che non voglia parlare con te, ma mi si sta raffreddando il pranzo" dissi ridendo.
"Oh, scusa, a dopo" rispose. La salutai e chiusi la chiamata, poggiando il telefono alla mia destra, sul tavolo.

Fissai il mio panino come se potessi trovarci tutte le risposte, come se dentro ci fosse la cura a tutto.
Mi dissi che era inutile stare lì, bloccato in quella situazione. Dovevo reagire, andare avanti.
Però ogni volta che pensavo a tutto questo, prontamente mi veniva in mente a come avrei fatto. Pensavo sempre a lei, qualsiasi cosa facessi, qualsiasi cosa vedessi intorno a me.
Non ero mai stato innamorato prima d'ora. Faceva così schifo amare qualcuno? Essere così dipendente da lui, dalla sua felicità, dalle sue emozioni, dalle sue parole.
Il mio primo amore...un completo disastro.
Eppure avevo così tanti esempi davanti a me che dimostrassero quanto fosse bello l'amore.
Perché a me non accadeva? Perché il mio amore faceva così schifo? Perché mi faceva sentire tutto quel dolore?

A piccoli morsi finii il mio pranzo, dopodiché mi trascinai di peso sul divano.
Pensai a lei...
Come poteva un semplice divano farmi pensare a lei? Non seppi dare una risposta, ma lo fece comunque. Pensai alle serie e ai film visti lì. Alle chiacchierate e alle ingozzate.
Risi a questi ultimi pensieri.
Pensai a lei stretta fra le braccia di qualcun'altro, ai sorrisi che dava ad altri. Alle notti in cui non dormivo, perché lei occupava la mia mente. D'ora in poi magari sarebbe stata tra le braccia di qualcun altro e avrebbe passato la notte con lui, mentre io mi ripetevo sconsolato che lei non era mia.
Sono geloso dell'amore che provi per Lynn e non per me.
Questa era la parola giusta. Non dolore, non paura, non tristezza...gelosia.
Non la gelosia possessiva di un fidanzato, quella che non vuole farti fare nulla.
La gelosia malinconica di aver perso qualcosa. La gelosia che mi portava poi a sentirmi vuoto e debole.
A quel punto si aggiungeva il dolore, ma prima c'era la gelosia.

Asciugai qualche lacrima, dopodiché mi imposi di non piangere.
Dovevo essere forte, per me, per lei e per tutti.
In quel momento pensai anche ai miei ragazzi. I miei amici. Era sempre stato il più grande, colui che vedevano come un esempio. Dovevo proteggerli, aiutarli. Nessuno poteva fare del male alla mia famiglia. Mi sentivo così protettivo, con tutti loro. In un certo senso, erano una mia responsabilità. Pensai a quante volte dovessi consolare Micheal o dovessi impedire a Shawn di fare cazzate. Pensai alle lunghe sfide con James con le moto, alle ore a studiare e a fare sport con Brian.
Poi erano arrivati tutti gli altri, le ragazze, i Gemelli, William, Alex. E poi c'erano Mattew e Jackson. Tutti erano una valida ragione per attraversare qualsiasi tipo di tempesta. Tutto erano una valida ragione per buttarsi nel mare più burrascoso. Ma erano anche coloro che riportavano calma dentro di me, che a loro volta erano la mia roccia e la mia luce. Dovevo essere io a insegnargli qualcosa, ad essere sempre lì per loro. Del resto era successo tutto il contrario. Perché non sarei chi sono oggi senza di loro. Senza la vivacità di Shawn, la responsabilità di Brian, l'ironia di James, la dolcezza di Michael. Si aggiungevano il sorriso di Malia e quello che Emily mi dava. E tutti gli altri mi avevo reso migliore.

Vidi l'orologio, meglio prepararsi. Tra poche ore sarei andato al compleanno di James.
Prima di salire sulla mia moto presi il telefono e aprii Whatsapp. Selezionai un contatto e con mani incerte spedii un messaggio. Magari sarebbe stata la mia svolta.

La festa era davvero fantastica e per il momento ci eravamo stabiliti sulla spiaggia. Emily era appena arrivata e mi era corsa subito incontro, salutandomi in braccio. Quando si staccò iniziammo a parlare, ma dopo solo due parole, una voce la chiamò da lontano. Lynn.
La rossa mi sorrise riconoscente e si staccò dalle mie braccia che ancora la circondavano. Scivolò via dalle mie mani, corse sulla sabbia affondando a volte con quei tacchi, e si strinse a Lynn.
Sorrisi, mentre dentro mi sentivo morire. Nascosi le mie lacrime dietro un sorriso, ancora una volta.

Nella mia mente, vedendola così, le augurai tutto il meglio del mondo. Tutta la felicità che ci fosse. Vedendo i suoi occhi così luminosi, capii che mi aveva lasciato. Speravo ancora che sarebbe tornata e che mi avrebbe detto che voleva me, sfortunatamente non fu così.
Ero geloso che fosse felice senza di me...

Mi voltai verso i ragazzi. Venni richiamato da Shawn, Brian e Jackson che stavano avendo un problema con l'allestimento di un tavolo.
Risolsi il problema in pochi minuti e Shawn mi ringraziò dandomi una pacca sulla spalla.
"Grazie amico, senza di te saremmo persi" risi e mi presi una bibita ghiacciata.
Mi appoggiai a un lampione nelle vicinanze e osservai tutti da lontano.
Erano decisamente un buon motivo per attraversare le tempeste e essere la loro forza e luce.
Presi un altro abbondante sorso del cocktail e un messaggio mi fece sorridere automaticamente.

Leyla🍫: certo! Ci vediamo domani al bar?
Mark: ok, ti passo a prendere con la moto

Poi scorsi a rileggere il messaggio che le avevo mandato prima della festa.
Mark: ti va di uscire uno di questi gironi?

Riportai lo sguardo verso il mare e i miei amici, questo sarà il mio nuovo inizio.

"Ho attraversato la tempesta, ho lottato fino all'ultimo. Ora si riparte."
(Anonimo)

"Per essere un faro, devi essere abbastanza forte da resistere a ogni
tipo di tempesta, a ogni genere di solitudine e devi avere
una luce potente dentro di te!"
(Mehmet Murat İldan)

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