57-È carino?

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POV's EMILY

Corsi a perdifiato verso la scuola, erano le otto e venti ed ero in un mostruoso ritardo. Proprio quel giorno l'autobus doveva subire un guasto?
Mancavo cinque giorni alle 'giornate scolastiche dello sport' ed io dovevo assolutamente esercitarmi con la coreografia di apertura.
La professoressa Turner aveva chiesto a tutto il corso di danza, con il suo 'gentilissimo' modo di fare (lo aveva praticamente imposto), di preparare una piccola coreografia per aprire i giochi il primo giorno e chiuderli l'ultimo.
L'unico aspetto positivo di tutta quella situazione era il saltare le lezioni pallose di fine anno.
Entrai velocemente all'interno dell'istituto e mi diressi verso l'area dedicata ai corsi extra.

Passai di sfuggita per gli spogliatoi femminile dove lanciai il borsone blu e bianco decorato con lo stemma della scuola, sulla prima panca in legno libera.
Fortunatamente quella mattina avevo già indossato un comodo leggings blu, una maglietta larga bianca e rosa e delle scarpe da ginnastica, adatti per la danza.
Aprii la porta con cautela, già pronta a sentir rieccheggiare per l'ampia sala il rimprovero della prof.
Mi affacciai ma a differenza di quello che potevo immaginare trovai solamente i miei compagni di corso a fare stretching.

"La prof?" Domandai non appena misi piede nella stanza.
"Buongiorno anche a te Emily" mi disse Clary.
"Si si buongiorno, non c'è?" Chiesi impaziente di ricevere una risposta.
"No"
Sospirai di felicità e mi rilassai all'istante.

"Ah sia lodato il Signore" dissi esprimendo la mia allegria.
"Non cantare subito vittoria entrerà alla terza ora" interruppe i miei sogni ad occhi aperti Lucas.

"Ouch e che palle! Ma non si assenta mai questa professoressa!?"
Affermai abbattuta e con sconforto.

"Non ci pensare dai abbiamo ancora un'ora e mezza di riposo per il nostro fisico e la nostra salute mentale" risi con leggerezza alle parole di Valery e mi lasciai scivolare lungo la parete, fino a sedermi sul pavimento freddo della sala di danza.

"Si ma non prendiamocela troppo comoda. Quando arriverà pretenderà ancora di più il meglio, e quello che andava fatto in cinque ore lo vorrà fare in tre"
Perché era la fottutissima verità?
Perché dovevamo avere questa professoressa? L'unica azione buona che aveva fatto è stata quella di farmi fare la coreografia d'apertura allo spettacolo di fine anno. A proposito di questo devo dire che ormai è già terminata da un po' va solamente provata provata e ancora provata. Bisogna dare il massimo!

A malincuore mi alzai dal pavimento per andare a comprare una bottiglietta d'acqua alla caffetteria scolastica, siccome per la fretta non l'avevo messa nel borsone.
Da quest'ultimo presi dal portafoglio due dollari e mi diressi al bar.
Attraversai i corridoi deserti e silenziosi della scuola, era raro vederli così, quindi mi godetti tutta la pace e la calma che infondevano.
Entrai nella caffetteria e vi trovai solo un paio di ragazzi che stavano prendendo un cornetto e Jackson.

"Hey Jack come va?" Chiesi una volta che mi fui avvicinata.
Da quando ci eravamo lasciati il nostro rapporto era tornato alla normalità, fatta eccezione per i primi giorni.
Eravamo amici e anche se ogni tanto c'era un lieve imbarazzo, non era un problema per nessuno dei due. Si può dire che la nostra relazione, nonostante si sia chiusa ufficialmente dieci giorni fa, era già finita.
Mi piaceva e in un certo senso mi fa ancora un po' effetto, ma suppongo sia normale; i sentimenti non scompaiono da un giorno all'altro.

"Tutto bene rossa e tu?"
"Stanca, ho dovuto correre come se non ci fosse un domani per arrivare in orario. Altro che Usain Bolt"
Dissi con fare teatrale e portando una mano sul fianco.
Il biondino di fronte a me rise sotto i baffi di schiuma del cappuccino.
Poi guardò verso il bacone con le pietanze ancora calde e chiese.
"Vuoi qualcosa?"
"No sono qui per l'acqua"
Il signore al banco sentendomi andò verso il frigo e me ne presa una.
Lo ringraziai poi pagai.

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