69-Volerai James,te lo prometto

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POV's MARK

Oggi era l'ultima delle giornate dello sport. Tra quattro giorni ci sarebbe stato il ballo di fine anno.
"Emily tra poco tocca a te, ti conviene uscire da questo bagno" le dissi bussando al bagno delle ragazze del primo piano.
"No" rispose duramente.
"Chiamo Malia e Jackson"
Presi il cellulare dalla tasca destra dei miei jeans strappati e selezionai il contatto di Malia.
"Pronto?" Chiese lei con la voce metallica.
"Malia potresti venire al bagno delle ragazze al primo piano?"
"Certo, ma perché?" Domandò confusa.
"Emily si è chiusa in bagno e non vuole uscire" le dissi guardando di sottecchi la porta di legno del bagno.
"Va bene, arrivo"
"Ah Mal, se c'è Jackson fa' venire anche lui, magari la convince"
"Ok, arriviamo"
La comunicazione si chiuse e tentai ancora.
"Emilyyy, perché non vuoi uscire?"
"Perché non mi ricordo la parte finale e se la sbaglio?" Sentii la sua voce preoccupata giungere dall'altro lato della porta.
"Ma va, è solo ansia da prestazione"
In quel momento arrivarono i soccorsi.
"Che succede?" Chiese Malia trafelata.
"Non vuole uscire, dice che non ricorda la coreografia"
"Ah è sempre la stessa storia, ogni volta che c'è un saggio andiamo a finire così. Pensa cosa accadrà sabato, uuh non voglio nemmeno pensarci" disse sbuffando e ridendo nello stesso momento.
"Emily ti ricordi che ti dissi al tuo primo saggio?" Domandò la mora alla sua migliore amica.
"Si" rispose quest'ultima.
"E quindi?" Incarrò la dose Malia.
"E quindi esco"
La porta del bagno si aprì e finalmente Emily ne uscì con un sorriso.
"Andiamo su" disse Jackson aggiungendo "sarai bravissima, non ti preoccupare"

Dopo il piccolo momento di incertezza di Emily tornammo al palco e agli spalti allestiti per le gare.
"Buona fortuna" le schioccai un bacio sulla guancia di incoraggiamento. Feci un accenno anche a Jackson.
"Grazie"
Mi sedetti vicino a Zac e aspettammo che il saggio di chiusura delle giornate dello sport iniziasse.
Erano le sei di pomeriggio, l'estate stava arrivando e il tramonto tardava. Il cielo iniziava già a tingersi di rosa, amavo il tramonto di Los Angeles.
"Tutto ok?" Chiese Brian a Malia.
"Sì, tutto risolto" sorrise.
Brian la baciò dolcemente e le mise un braccio dietro le spalle avvicinandola a sé.
"Sta per iniziare" sussurrò Michael emozionato.
Spensero tutte le luci e a illuminare il palco c'era solo la luce del giorno che pian piano scemava.
"Di che parla lo spettacolo?" Domandò Mason alla sorella.
"E che ne so io, nessuno lo sa il nome" sollevò le spalle la bionda.
"È sulla storia delle Olimpiadi" disse William.
"Come fai a saperlo?"
Guardammo tutti quanti William in attesa che rispondesse alla domanda di Mattew.
"Beh non si dovrebbe sapere, ma nel gruppo che balla c'è la mia vicina di casa e diciamo che sono riuscito a farmelo dire" ci spiegò Will.
"E come avresti fatto?" Chiese Shawn sogghignando.
"Col mio fascino ovviamente!" Esclamò il biondo.
"Certooo" ironizzò Shawn.
"Nessuno qui è affascinante, state zitti e vediamo lo spettacolo" li riprese Michael sospirando e incrociando le braccia.
"Quindi non sarei attraente?" Si avvicinò Shawn, fino a far sfiorare i loro nasi.
"Si" rispose Michael fermo.
Shawn stava per ribattere, ma James lo stroncò sul nascere.
"Non lo sei e ora silenzio!"
Tutti ci ammutolimmo e seguimmo lo spettacolo di Emily e Jackson.
Effettivamente venne raccontata la storia delle Olimpiadi, dalla nascita in Grecia fino alla prima interruzione e poi alla ripresa a fine Ottocento.
Emily, Jack e gli altri ballerini rappresentavano i vari tedofori*, si passavano questa fiaccola realmente accesa mentre nello stesso tempo ballavano e si avvicinavano agli altri con salti e giravolte. Davvero strabiliante!
Arrivò anche la parte finale, quella dove accendevano il braciere.
Puntai i miei occhi su Emily. Nella mia mente continuavo a ripetere "dai Em ce la farai sicuramente"
So che era stupido, tuttavia quando il balletto si concluse fui fiero di me stesso.

Un applauso si sollevò dagli spalti, insieme a grida e fischi.
Il preside salì sul palco e, da rituale, chiuse le giornate con il suo solito discorso.
"Accomodatevi, accomodatevi. Le giornate dello sport sono ufficialmente concluse. Mi congratulo con tutti i partecipanti, con gli insegnanti, i collaboratori e voi pubblico. E ricordate... L'importante non è partecipare"
E dalla folla sugli spalti si elevò un "ma vincere!!"
Tutti applaudimmo emozionati e in visibilio.
Amavo il nostro, ex mio, preside. In tutte le gare, competizioni, nei concorsi, ci diceva sempre che l'importante era partecipare, però alle giornate dello sport, quando la scuola ormai era agli sgoccioli, ci faceva divertire e non pensare agli esami.
Infatti permetteva a persone esterne, ex studenti, famiglie, di partecipare a queste giornate stango sugli spalti. Ecco com'era che io ero lì.

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