85-pt.1 Emily

62 2 0
                                    

Questo è l'ultimo capitolo, l'85.

Sarà diviso in sette parti. Queste parti saranno narrate da i personaggi di storm. Saranno

parti prevalentemente riflessive e narrative. Sono nate per concludere la storia dal punto di

vista dei personaggi. In modo tale che si possa conoscere il loro pensiero. Speriamo che vi

piacciano, ma che soprattutto vi facciano vedere i personaggi nel loro io più profondo. Siete

abituati a vederli spensierati, felici, che escono e si godono la loro età, anche se però ci

sono state parti più serie e particolari.

Questi capitoli molto brevi, fatta eccezione per la prima parte, cioè quella di Emily, hanno

tutti come data il 3 agosto. Alcuni saranno ambientati solo in un momento della giornata, altri

racconterà l'intera giornata dal punto di vista del personaggio.

Inoltre a fine capitolo ci saranno una o più frasi riferite a quanto detto nel capitolo o in

generale al ruolo del personaggio.

POV's EMILY

Quella era decisamente una giornata di merda!
Ero stata svegliata da un tuono fortissimo. Durante la notte a Los Angeles si era abbattuta una forte pioggia, quasi una tempesta. A volte capitavano queste piogge estive che passavano in città con grande irruenza. Il punto è che fino a ieri c'era un sole che spaccava le pietre, e un'afa mostruosa. Queste pioggie inoltre si scatenavano in un unico giorno, infatti già sapevo che domani sarebbe stato nuovamente bel tempo e che avrebbe fatto molto caldo. Ciononostante queste giornate erano davvero tremende, ti facevano salire una depressione e una noia assurda. Non avevi voglia di fare nulla, un po' come ieri, solo che mentre ieri era il caldo che te lo impediva, oggi era la pioggia. Per via di quest'ultima, la connessione internet non era un granché, e quindi ben presto dovetti rinunciare alla mia maratona di serie TV. Speravo infatti di rallegrarmi con quella, come facevo sempre nelle giornate più cupe. Stavolta invece il mio piano era miseramente fallito.
Dovetti ricorrere al telefono fisso per parlare con la mia migliore amica. Eravamo anche riuscite a scambiarci dei messaggi su WhatsApp o Instagram, tuttavia la linea precaria non ci permetteva una conversazione serena e duratura.
Come se non bastasse, proprio per rendere la giornata una delle più pessime degli ultimi anni, erano finiti i biscotti al cioccolato e non trovavo nemmeno quelli con le gocce di cioccolato.

Con la tristezza che pian piano si appropriava delle mie emozioni decisi di andare nel bagno con la vasca e farmi un bel bagno rilassante. Inizia a riempire la vasca mettendoci il sapone profumato ai mirtilli e i sali da bagno che avevo comprato qualche giorno prima. Una volta che l'acqua fu bella calda, entrai nella vasca e mi lasciai avvolgere dalla schiuma profumata. Presi il telefono e tolsi il Wi-Fi, utilizzando i miei dati personali, sperando che andassero meglio. Prima di tutto misi un po' di musica, dolce e rilassante. Subito dopo andai su Instagram e inizia a scorrere nelle varie storie. Tutte foto del cielo scuro, delle gocce sulle finestre, di frasi depresse o canzoni depresse. C'era poi anche la categoria: piove? Cuciniamo dolci e postiamo. Vidi foto di torte, pancakes, ciambelloni, biscotti fatti in casa, addirittura una ragazza aveva preparato dei cioccolatini in casa. Insomma c'erano più ricette in quel giorno che in tutti i libri di cucina che aveva mia zia, che per precisare erano circa sette o otto. Quando anche sulle storie iniziò a comparire quel fastidio cerchietto che ruotava su stesso, che indicava che la storia stesse caricando, sbuffai profondamente infastidita, e uscii dall'applicazione. Mi misi in posizione più eretta, mi sedetti appoggiandomi alla vasca e iniziai a urlare per chiamare mia mamma. Per via del maltempo non era andata a lavoro e quindi, molto probabilmente, stava facendo le pulizie. La chiamai a gran voce per tre volte, alla quarta, mio fratello bussò alla porta e mi chiese quale fosse il problema.
"Mi puoi portare il libro che sta sulla scrivania? Quello con la copertina azzurra"
"Non potevi prendertelo tu?" Domandò annoiato.
"Se te lo sto chiedendo significa che non l'ho preso e che quindi non posso farlo"
"Ah aspetta" mormorò.
Tornò dopo pochi secondi, aprì la porta e mi passò il libro senza staccare gli occhi dalla Nintendo Switch.
"Grazie" dissi e lui borbottò un "prego" appena udibile, troppo concentrato a giocare.
Aprii il libro che stavo leggendo il quel periodo: adesso e per sempre. L'avevo iniziato ieri e già stavo a metà. Me l'aveva consigliato Bonnie. Di certo un bel libro fresco, allegro e scorrevole era l'ideale dopo la lettura di orgoglio e pregiudizio della Austen. Iniziai a leggere lasciandomi trasportare dalla storia, tuttavia leggere in vasca non era la cose più comoda del mondo, così richiusi il libro, dopo aver ovviamente messo il segnalibro alla pagina dove ero arrivata, e mi immersi nell'acqua ormai tiepida.
Con la pioggia che non mi consentiva di uscire, capitava spesso che mi fermassi a ragionare. Pensavo alla mia vita, a come stava andando, a come volevo che andasse. Tra pochi mesi sarebbe iniziato l'ultimo anno. Cosa avrei fatto dopo? Come sarebbe stata la mia vita? Le mie amicizie? Gli amori...? Su quest'ultimo punto c'era già ora da riflettere. Con Lynn continuavo a scrivermi, mi piaceva e per il momento mi andava bene così, anche se speravo sempre in qualcosa di più. In quel momento mi salì una tristezza esagerata dal petto. Pensavo al fatto che la maggior parte nel gruppo era così felici, così innamorata e pensavo alle coppie che c'erano e che stavano nascendo.
Poi c'ero io, seduta in una vasca a sentire musica triste e a leggere storie d'amore sui libri. C'ero io che speravo che quelle storie accadessero anche a me. Che speravo di incontrare un ragazzo e di avere con lui una vera storia. Speravo di provare quello che Malia sentisse per Brian o quello che James provava quando guardava Michael.
Speravo di sentire le farfalle nello stomaco, di innamorarmi, di avere una persona al mio fianco che mi amasse con tutto se stesso.

L'acqua ben presto divenne fredda, mi alzai, l'acqua si mosse creando delle piccole onde.
Indossai il mio accappatoio e tornai in camera. Mi asciugai svogliatamente e indossai direttamente il pigiama. Mi misi a letto e presi il telefono.
Finalmente la linea era tornata ed era quasi sera. Mi alzai per affacciarmi alla finestra. Le nuvole se ne stavano andando, il cielo stava tornando sereno. Per la via rami, foglie e piccoli rifiuti erano stati spostati sui cigli delle strade, pronti per essere spazzati domani mattina presto.
Mi soffermai sulle foglie cadute, mi rendevano sempre triste. Ecco perché l'autunno non mi piaceva molto, mi ricordava una sorta di solitudine, di precarietà, qualcosa destinato a finire.
E nonostante fossi in piena estate, con tanti amici che mi circondavano, non potevano fare a meno di sentirmi anche io come una fogliolina, che si staccava dal suo albero, dalla sua forza e cadeva giù, sul duro asfalto. Venendo calpestata da persone incuranti dei suoi sentimenti.
Una fogliolina sola, era come mi sentivo.

Mi staccai di scatto dalla finestra, come se quel gesto potesse scacciare via i miei pensieri.
Mi ripetevo che avevo sempre persone accanto a me, che non ero sola, tuttavia lo pensavo.
La felicità la trovavo negli occhi degli altri, non nei miei. Quando uscivo, quando ero con i miei amici, mi sentivo felice. Poi tornavo a casa e tutto veniva portato via da una folata di vento.
Tutto questo mi fece pensare a domani. Domani sarebbe stato il compleanno di James, aveva chiesto a una zia di poter fare la festa a casa sua, visto che era molto spaziosa e con un bellissimo e grande giardino. Inoltre si trovava proprio sulla spiaggia, a soli duecento metri.
Ero sicura che mi sarei divertita, che avrei riso e che avrei scherzato, ma non sapevo come mi sarei sentita una volta tornata a casa. Quando avrei tolto il vestito, le scarpe col tacco, quando mi sarei struccata e avrei indossato il mio comodo pigiama.
Una lacrima solitaria scese dal mio occhio, la fermai, prima che potesse diventare una tempesta che non avrei potuto fermare.

Logan entrò proprio in quel momento, bastò un'occhiata e corse ad abbracciarmi. Non parlavamo sempre, non gli raccontavamo ogni giorno cosa facessi nella mia vita, ma lui c'era sempre, era lì per me. Ci stendemmo sul letto e mi sussurrò che sarebbe andato tutto bene. Lo faceva sempre, fin da piccoli. Anche se non camminava al mio fianco, lui era sempre dietro di me, pronto a sorreggermi e a sorridermi. E lo fece anche in quel momento. Alzai gli occhi nei suoi, mi sorrise in modo che era solo nostro, che valeva più di mille parole e di mille abbracci.
"Ora vai a risposarti, domani sarà una lunga giornata" annuii e lui mi lasciò con un bacio sulla tempia. Chiusi gli occhi e mi dissi..."domani andrà meglio".


"Una lacrima è solo uno scorcio di tempesta interiore che non sei riuscito a controllare"
(CannovaV)

Storm Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora