Passaggi, campo-scuola e rivoluzione

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Lunedì di pioggia. Dovrebbe essere coniata come una nuova bestemmia.

Didi si è fatta venire a prendere da quel mentecatto con cui si frequenta, il cui unico pregio è avere le braccia muscolose e a quanto dice lei una spiccata propensione al fare sesso bene e ovunque. Marco e Walter sono rimasti a scuola per un progetto di alternanza, una cosa così inutile da far andare d'accordo persino me e la Perticoli. Assurdo!

Mi incammino in un momento in cui il cielo sembra essersi placato, continua ad avere il colore del piombo, ma almeno non ...

Ho parlato troppo presto. Grrrrrr

Cappuccio, borsa in spalla, muso lungo fino ai piedi, ovviamente l'ombrello è rimasto a casa insieme alla mia voglia di vivere stamattina. Macchine che sfrecciano accanto, incuranti delle pozzanghere...risultato? Jeans da buttare, come le scarpe e capelli fradici. Uccido qualcuno oggi. Squilla anche il telefono, ci mancava.

<< Sorellina!>> rispondo nera!

<< Stai prendendo la pioggia?>> chiede timorosa, ma anche un po' divertita...la strangolo!

<< No, perché me lo chiedi?>> il sarcasmo è l'unica cosa che riesco a tirare fuori senza parolacce ora

<< Sono arrivata ora, che ti preparo per pranzo?>>

<< Fai quello che ti pare! Se riesco ad arrivare a casa mi toccherà buttarmi tutta in lavatrice>>

Attacco di colpo, nervosa a livelli estremi. Ho un miliardo di compiti da fare, sono zuppa di pioggia e una fame da lupi.

Anche la musica non aiuta, metto le cuffiette e parte "When you're gone" di Avril Lavigne. Benissimo.

I always needed time on my own

I never thought I'd

Need you there when I cry

Un colpo di clacson dalla BMW che mi si accosta mi fa sobbalzare. Il solito cafone ignorante. Abbassa il finestrino. È una persecuzione. E pensare che oggi lo avevo evitato capillarmente.

<< Vuoi un passaggio?>>

<< No!>>

<< Ma sta diluviando>>

Ride. Ed è bello quando ride. Ma ora lo soffocherei. Andrea Ferri sei la mia contraddizione preferita.

<< E va bene>> sbuffo << ma solo perché non ho l'ombrello>>

<< Come vuoi>> sorride ironico

Mi avvicino allo sportello passeggero. Ha messo un asciugamano, non ci credo.

<< Sei un po' umida>> commenta divertito

<< Ma che sono un cane?>> borbotto sedendomi, dopo aver lanciato la borsa ai miei piedi

<< Voglio evitare che mi zozzi tutta la macchina>>

<< Non pensavo avessi così tanti soldi>>

Guardo ammirata gli interni in pelle champagne. Splendida.

<< Infatti non l'ho comprata io, è quella che mio padre non usa più>> si giustifica subito, neanche gli avessi detto che l'ha rubata, come ci tiene a non passare da fighetto

<< Ah va be', allora>>

Poggio i piedi con indosso le converse rosse luride sul cruscotto sotto il suo sguardo a dir poco contrariato, mentre io sorrido soddisfatta.

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora