"Però tu fammi una promessa..."

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Dicono che il primo esame universitario è uno di quei ricordi che ti tormenteranno per tutta la vita. Hanno ragione.

La mattinata era partita come una giornata qualunque. Dicembre è entrato nelle nostre vite, ma da troppo poco tempo per portare via il grigiore e la malinconia che novembre ha intrinseca. Ho cercato di dormire questa notte, ma tra l'ansia che non sono mai stata in grado di allontanare e ciò che è successo con Claudio ieri sera, è stato pressocché impossibile.

In bagno ero riuscita a rilassarmi un pochino con una bella doccia, preparandomi come mi ero prefissata di fare con i vestiti scelti già da giorni, truccata appena per non risultare bianca cadaverica. Poi improvvisamente il maremoto...

<<Allora? Sei carica?>>

È entrata mamma con un'energia che ricordo di aver visto in rare occasioni, un sorriso a 64 denti per la curiosità. Tutto il mio lavoro per trovare un equilibrio mandato in fumo. L'ansia torna ad abbracciare il mio cuoricino impaurito. Grazie mamma!

Ho parlato a monosillabi mentre scendevo le scale, seguita da mamma, che continuava a fare domande. Gliel'ho detto mille volte che parlarmi e insistere in circostanze simili è deleterio, ma evidentemente non afferra.

<<Paola, basta!>>, esclama la nonna scocciata dalla cucina.

Finalmente ha taciuto. Meno male che c'è nonna. Entrata anche io in cucina, con al seguito il mastino silenzioso, ho visto Flaminia alzarsi da tavola dopo aver terminato la sua abbondantissima colazione, mi ha raggiunto vicino al mobile, baciandomi fortissimo, tanto da farmi male.

<<Mangia qualcosa>>, ha tuonato papà, appoggiato vicino al lavello, mentre sorseggiava caffè.

<<No, meglio di no>>, tornare sotto il piumone non sembrava un'opzione possibile.

<<Paura?>>, ha chiesto lui sorridendo.

<<Be'... che dici?>>

L'in bocca al lupo di Flamy e mamma è stato più sbrigativo di quanto avessi preventivato, anche se si sono raccomandate entrambe di far avere notizie appena avessi messo piede fuori dall'aula. Uno dei motivi per cui ricorderò questo giorno è stato invece papà che con occhi stracolmi di orgoglio si è avvicinato, prendendomi le mani, le ha posate sulla sua schiena e poi mi ha stretto così forte ... la sensazione di protezione che raramente potrà essere eguagliata.

<<Sei fiero di me anche se...>>, non ho avuto il coraggio di dirgli che forse le mie convinzioni erano basate sul nulla, che forse la mia testardaggine mi ha tirato un altro brutto colpo, il più duro.

<<Sarò sempre fiero di te>>, mi ha guardato dritto negli occhi, <<qualunque strada sceglierei, sarò sempre fiero di te per la donna che sei>>

<<Ti voglio bene>>, in momenti del genere si fa fatica a trattenere l'emozione.

<<Anche io>>, mi ha sorriso, <<buona fortuna>> e un bacio sulla fronte.

Il messaggio di Diletta, per avvisarmi che era fuori ad aspettarmi, era arrivato subito dopo. Nonna mi ha accompagnata alla porta e con la sua solita praticità mi ha confidato che del voto non gliene fregava nulla, ma che voleva solo vedermi tornare col sorriso, quello mio.

In macchina Didi ho acceso la radio per occupare il silenzio, d'altronde non avrei mai parlato dell'esame neanche sotto tortura e sapevo che sarebbe andata a parare su Claudio, dopo quello che le avevo raccontato ieri sera appena tornata a casa. Anche quel pensiero avrei voluto tenerlo lontano, perlomeno fino alla fine della giornata.

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora