"We're just one big family"

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Sono stati due giorni che descriverli come intensi sarebbe minimizzarli e banalizzarli. Cosa è successo? Basterebbe dire che mi sono pentita e sentita tremendamente in colpa per tutte le volte in cui da bambina ho visto i miei genitori organizzarmi feste super. Non avevo la minima idea di quanto potesse essere faticoso, specialmente con così poco tempo a disposizione. L'unico aspetto positivo, perlomeno per me, è stato non poter dedicare troppo tempo allo studio, dato tutto quello che avevo da preparare per sabato.

I miei amici, fornendomi ogni tipo di aiuto, si sono guadagnati con merito un posto in paradiso. Walter e Marco si sono occupati della parte svago, affittando biliardini, tavoli da ping-pong e altre cose che Gio' ci aveva messo per iscritto per semplificarci la scelta; hanno predisposto "l'impianto audio" con le casse per la musica e vari microfoni se a qualcuno improvvisamente dovesse venire voglia di karaoke. Diletta invece mi ha assistito nelle ordinazioni di cibo su cibo in diversi locali sparsi su tutta Roma, obbligando Enea ad andare poi personalmente in ogni posto per confermare e/o ritirare.

Naturalmente ho dovuto avvisare i genitori dei compagni di classe di Gioia, a cui sono seguiti una serie inquantificabile di messaggi, dove mi chiedevano delucidazioni su cosa regalare a Gioia, per fortuna lei aveva le idee abbastanza chiare ed è stato sufficiente chiederle di rivelarmele.

Per avvisare tutti gli altri partecipanti è bastato il passaparola dai miei amici alle loro famiglie, poi Claudio ha avvisato Vanessa e Filippo, che a loro volta hanno informato gli amici di Claudio. Nonna Gianna ha voluto per forza preparare qualcosa, a nulla sono valse le mie raccomandazioni di non affaticarsi inutilmente, dato che abbiamo già ordinato una marea di cose.

<<Non si può sentire che io, Gianna, vado ad una festa di compleanno di una mia quasi-nipote senza aver preparato nemmeno due biscotti o un ciambellone>>. Non mi è stato concesso di replicare quel pomeriggio al telefono.

Cosa ha fatto Claudio? A sua detta ha resistito, nonostante il clima avverso e quasi diabetico per lui; la verità è che si è dedicato con la sua maniacale cura ed attenzione a tirare a lucido il giardino, rendendolo perfetto come location. Ha addirittura rinunciato ai suoi straordinari di lavoro che di solito non salta per nessun motivo al mondo, ma non lo ammetterebbe mai. <<Tanto il giardino prima o poi andava sistemato>>, ha bofonchiato lui, notando che mi ero affacciata dalla finestra a guardarlo.

È in questa atmosfera di lavoro non-stop ma al tempo stesso di spensieratezza e serenità pura che siamo arrivati a sabato mattina. Ho messo la sveglia alle 7:30 e alle 8:30 parcheggio vestita, truccata e profumata sulla via di casa Conforti. Ieri sera ho fatto tardi con Didi e quel santo di Enea a finire di impacchettare e sistemare il cibo che era rimasto da ritirare, quindi ho deciso di rimanere a casa mia e dormire lì.

CC: Mi lasci a domare l'euforica festeggiata da solo? Te la farò pagare...

Lydia: Ti devo ricordare perché sono ancora qui da me?

CC: Buonanotte Golizzi, se poi non riuscissi a prendere sonno, posto nel letto c'è sempre...

Lydia: Buonanotte <3

Mi sono dimenticata solo di un piccolo dettaglio, ovvero avvisarlo che sarei arrivata così presto. Infatti, quando entro di soppiatto nella sua stanza, dopo aver posato quello che avevo con me sul tavolo del soggiorno, cercando di non svegliarli, mi avvicino cauta per provare a non fargli venire un infarto. Fallisco miseramente. Appena lo tocco, sussulta spaventato, aprendo gli occhi.

<<Scusa>>, mormoro, mordendomi il labbro mortificata.

<<Ma che ore sono?>>, si guarda intorno incredulo.

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora