Felpe, sport, verifiche e "Amore tossico"

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<< Nella prossima vita...>>

Queste sono alcune delle parole con cui mio padre inizia più frequentemente le frasi di un discorso. Chiunque potrebbe collegarle ad una persona insoddisfatta, a qualcuno che non è appagato di quel che ha. Ad un occhio esterno sembrerebbe avere tutto quello che un uomo della sua età possa desiderare: una famiglia che lo ama, un lavoro stabile, degli amici che gli vogliono bene...eppure, c'è sempre qualcosa che lo rende incompleto.

Da più piccolini si ha meno senso di imbarazzo, perciò io, che da bambina ero ancora più curiosa di adesso, ho sempre riempito mamma e nonna di domande su perché papà fosse spesso scontento. Le risposte che ottenevo? Facili da immaginare... << è stanco per il lavoro>>. Il senso era quello ogni volta, anche se magari usavano parole diverse. In qualche circostanza particolare hanno accennato al fatto di aver perso i genitori quando era poco più che un ragazzo, infatti io i miei nonni paterni non me li ricordo neanche...ero piccolissima quando sono venuti a mancare, o almeno questo è quello che mi hanno sempre detto, non mi hanno mai neanche portato al cimitero, a differenza di nonno Gio...

C'è stato un momento in cui ho capito tanto. Facendo zapping in tv quest'estate, mi ero imbattuta in una partita di pallanuoto del campionato di serie B... una partitella in realtà, ma la reazione di papà era stata così forte da chiarirmi ogni dubbio su quale fosse la ragione di tanta insoddisfazione. Tanto tempo fa ha deciso di abbandonare il suo grande amore: la piscina.

Quando sono nata io, si è sentito in qualche modo costretto a dover lasciare per dedicarsi alla famiglia, ma che fosse una grande promessa era chiaro a tutti, ma ancor di più era sicura un'altra cosa, che quello sguardo innamorato che in quell'istante aveva rivolto alla tv lo avevo visto solo rivolto a me e Flamy, << i suoi due cuori >> come ci chiama spesso lui.

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Quella campanella prima o poi la abbatto con una scarpata.

Rientrare a scuola il lunedì mattina dovrebbe essere dichiarato incostituzionale. Oggi più di tutti gli altri giorni forse... c'è il compito di latino sui verbi, quella maledetta non perde mai occasione per romperci le palle con cose inutili. Ormai siamo in 4°...a che cosa ci serve sapere a memoria la coniugazione di "audire"?

<< Jacozzi ha detto che s'è fatto i bigliettini>> ci informa Marco, leggendo sul gruppo di classe dal telefono

<< che novità>> sospiro divertita

Un'altra rottura di palle? Ah sì...ho tra le mani la felpa di Mr Stranamore da riportargli, visto che mi sono scordata di ridargliela sabato e in men che non si dica arriva anche l'ennesima mazzata: Claudia (ex/neofidanzata) e Davide che entrano a scuola mano nella mano. La giornata parte benissimo proprio.

<< io ho il secondo telefono, così gli consegno quello sfasciato e quello buono me lo tengo>> mi confida Didi speranzosa di riuscire a prendere almeno la sufficienza << quello comunque non sa che si è perso, è proprio imbecille>> stavolta guarda Davide con un non so che di odio dipinto sul volto e devo ammettere che come riesce a risollevarmi lei l'umore nessuno mai

<< Diletta se riesci a far prendere 6 anche a quella zucca vuota di mio figlio, prometto che non dirò niente alla Perticoli>> moriamo di infarto tutti e 4 all'unisono, sentendo la voce di Stefania sorprenderci alle spalle

<< va bene>> Diletta ride per non scappare via, mentre la "professoressa Anzaloni" ci sorpassa, varcando la soglia del cancello prima di noi, sguardo severo sul volto e rumore sordo dei tacchi che sbattono prepotentemente sul marmo, vista la camminata da sergente

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora