Al suono di ogni campanella che segna la fine dell'ennesima giornata, l'ansia aggiunge un tassello all'imponente edificio che sta costruendo al centro del mio petto. L'esame si avvicina, io non sono pronta. Non sono sufficientemente preparata ad affrontare questo distacco, ma probabilmente non lo sarò mai. Continuo ad ignorare la cosa, come se avessi chissà quanti mesi ancora da trascorrere tra queste pareti, dimora di tutte le sfumature delle mie emozioni...
Naturalmente anche oggi sono l'ultima a rimanere in aula. L'ultima ora era per la lezione della Imoletti di fisica e i miei compagni al "via libera" se la sono svignata in men che non si dica, Marco e Walter compresi, tanto so già che mi aspetteranno come al solito ormai da anni all'uscita. Oggi Didi mi ha lasciata orfana di un compagno di banco, aveva le analisi da fare e la madre non ha voluto sentire ragioni. In realtà così sola poi non sono stata, tra Marco e Walter davanti e Francesco che ogni tanto si sedeva accanto a me nascosto agli occhi di professori particolarmente distratti come il Cicuzzi. Come ricompensa alla sua "compagnia" gli ho fatto copiare i compiti di matematica, che ovviamente quasi nessuno in classe aveva fatto. Mi sento carica di una responsabilità indecente per la seconda prova, spero solo di non deludere nessuno.
Una volta terminato di raccogliere tutte le cose che avevo sparso per il banco nel corso della giornata, mi accosto alla cattedra prima di uscire per recuperare la penna che la Imoletti mi aveva preso in prestito. Mi sorprendo che si sia ricordata di lasciarmela, la leggenda narra che ciò che le presti sparisca in una sorta di vortice. Sussulto, sentendo un colpo di tosse ad attirare l'attenzione alle mie spalle sulla porta dell'aula. È Claudio con la sua 24 ore nella mano, mentre si arrotola stanco i polsini della camicia.
Ho continuato ad evitare la discussione. Sarò un'infantile immatura? Molto probabile, ma l'esame è davvero ogni giorno più prossimo e io non posso perdermi in un bicchier d'acqua per colpa sua e dell'effetto che la sua persona ha su di me. Dopo la lezione "speciale" della Perticoli su Calvino a cui ha partecipato anche lui, però, abbiamo ricominciato a parlare perlomeno e a comunicare non solo attraverso le sue continue provocazioni da docente severo. Durante la sua lettura mi ero sentita completamente trasportata e solo quando i suoi occhi erano tornati nei miei, ero riuscita a trovargli un senso. Eravamo Cosimo e Violante in quel momento. Ora invece è di fronte a me esausto dopo 6 ore di lezione, quasi nervoso, inibito.
<<Ciao>>, lo saluto, mantenendo lo sguardo basso.
<<Possiamo parlare?>>, si avvicina lentamente, poggiando la 24ore sul primo banco della fila che ha vicino. È preoccupato? Di cosa? Lo conosco il tono... è quello del discorsone su noi due.
<<Se è per Dafne ...>>. Non mi dà il tempo di concludere la mia raccomandazione esasperata.
<<Lascia stare per un secondo e ascoltami>>, il suo modo burbero di cercare coraggio ha delle venature comiche per quanto è goffo. Non ci sa proprio fare con queste cose.
<<Ok>>, annuisco perplessa, curiosa.
<<Nel peggiore dei casi gli orali finiranno venerdì 13 luglio>>, constata lui. Non afferro dove vuole andare a parare. Il suo sguardo vaga un po' teso. <<Pensavo ... perché il weekend subito dopo del 14 e 15 non ce ne andiamo fuori da qualche parte? Io e te>>
Rimango a secco di salivazione, di respiro, di qualsiasi cosa possa avere anche un minimo accenno di vitalità. Mi paralizzo sconvolta. Era davvero l'ultima cosa che mi sarei potuta aspettare da lui ora. Passa più di qualche istante prima che riesca a connettere di nuovo. Un weekend. Io e lui. Di nuovo la nostra bolla. E Dafne? E Natalia? E tutti i dubbi che ho? Avrebbe senso per me? Sarebbe davvero una cosa che poi mi farebbe stare bene? Che dopo non mi farebbe stare giorni in pena, perché magari poi fa la stessa cosa con un'altra?

STAI LEGGENDO
Storia di una ragazza disordinatamente normale
Romance"Essere adolescenti. La cosa più crudele che la natura potesse programmare per l'uomo." Questa è la frase con cui inizia questa storia, la storia di Lydia, un'adolescente che sta iniziando a diventare donna adulta, che non si è mai innamorata di un...