Librerie ... e incontri inaspettati

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La notte porta consiglio? Forse sì. È qualche giorno che non sogno più Davide...è un bene? Be' penso proprio di sì. Ho passato mesi a sognarmelo a occhi chiusi e aperti, sempre. Sono facilmente influenzabile ... è evidente. Però non vedere quella faccia da cazzo almeno nel sonno mi fa molto piacere, perché mi sveglio leggermente più rilassata.

Mi giro e rigiro un po' nel letto, mi piace farlo la mattina quando ancora tutti dormono e il mondo sembra non essersi accorto che già sei sveglia e che è ora di mettersi in moto per affrontare la giornata. Vago un po' in quel limbo, posando gli occhi sulle foto che ho sul comodino. Ce n'è una piccola, ma significativa, non è molto a fuoco e neanche bilanciata a livello di luminosità, ma chissenefrega anche! Siamo io e Didi in primo in un selfie fatto con uno scrausissimo Samsung, mentre sgranocchiamo un pacchetto di San Carlo rustiche.

<< è libero questo posto?>>

La prima cosa che mi ha detto quando ci siamo conosciute. Io avevo già preso posto al banco dietro a Marco e Walter e quello è rimasto da quel giorno. Non avevo fatto in tempo a risponderle, che aveva già occupato la sedia al fianco alla mia. Aveva già i capelli molto biondi, ma sicuramente meno di ora, odorava di lavanda (ho scoperto solo poi che questo profumo che l'accompagna sempre è dovuto all'ammorbidente che usa la madre), le unghie laccate di fucsia e aveva millantato di essere un'abile karateka con i miei compagni ai tempi già interessati al lato anatomico del genere umano, soprattutto della parte di sesso femminile.

<< ma non ti sono un po' di intralcio le unghie così lunghe per il karate?>>

Ero un po' provocatoria già ai tempi, ma il tono era tutt'altro che tendente al cattivo, mi divertiva, perché la vedevo matta e neanche la conoscevo... il 6° senso.

<< so a malapena scrivere la parola karate>> aveva commentato ridendo a crepapelle << non volevo farmi rompere già il primo giorno>> aveva poi continuato guardandomi complice

<< lo posso capire>>

<< piacere, sono Diletta>>

<< Lydia>>

<< che bel nome...>>

La riprova del fatto che anche le migliori amicizie nascono in modi banali. Da quel pomeriggio già ci massacravamo di messaggi. Siamo anime gemelle, nonostante la nostra attrazione, quasi sempre fatale, per uomini stupidi.

******

<< un altro sabato pomeriggio a casa no Lyd, mi rifiuto!>> sbotta mamma, neanche avessi appena ammesso di aver iniziato a farmi le pere...

<< ma mi spieghi che c'è di male a volersene stare un po' per conto proprio, tanto poi lo sai che non sto mai per conto mio, vengono sempre Didi, Marco e Walter alla fine>> spiego, girando la forchetta nel piatto ormai vuoto, avevo talmente tanta fame, che avrei mangiato un bue intero, se me l'avessero messo davanti

<< perché non esci e ti vai a fare due passi?>> propone papà con sguardo basso, credo che il timore non sia quello di incontrare i miei occhi, ma di incrociare un qualche sguardo contrariato di mamma, lo fa sempre, anche se in teoria ora dovrebbero essere dalla stessa parte

<< io devo andare con mamma a comprare un libro da leggere per quel rompipalle di Ginnenzi (suo prof di italiano), vieni con noi?>> Flamy lo sussurra o poco più, in modo da non farla diventare una proposta ufficiale e lasciarmi libera di rifiutare in tutta serenità

<< tutta vita>> commenta ironica nonna, che seduta accanto a noi ha sentito tutto, a dispetto di quello che dice mamma sulla sua presunta sordità

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora