L'impatto emotivo di quella conversazione con Claudio è forte, importante, tanto da far fatica a mettere in moto la macchina quando devo andare via. Avviso Diletta, stasera ho bisogno del nido, di tornare per un momento in quel luogo dove nonostante le mura siano state crepate tante volte sai che puoi sentirti protetta.
Al citofono mi risponde nonna, che apre anche la porta, sorridendo entusiasta. <<Che sorpresa!>>, mi abbraccia felice, <<quanto sei bella, a nonna tua>>
<<Mamma e papà?>>, domando, dopo aver posato sul divano la borsa e il cappotto. Non sembra passato un giorno da quando vivevo ancora qui, eppure ormai è qualche mese.
<<Sono ad una cena con dei compagni di classe del liceo>>, Flaminia ci raggiunge in soggiorno, sbucando dalle scale, <<hanno una vita sociale più attiva della mia>>, infila il cellulare con stizza nella tasca dei jeans.
<<Vedo che l'umore è migliorato>>, sorrido ironica, mentre tutte e tre ci muoviamo verso la cucina da dove proviene un profumo divino.
<<Anzi che a te non morde>>, mi confida nonna divertita, nella speranza che l'altra nipote ormonalmente attivissima non la sbrani.
<<Dai, mettetevi a tavola che aggiungo un piatto e prendo il pollo dal forno>>
Nonna ci lascia per avvicinarsi al lato fornelli della stanza. La anticipo io nell'apparecchiare anche per me, mettendo il necessario con un piatto e le posate. Appoggio il cellulare sul tavolo vicino al tovagliolo senza un reale motivo, non aspetto chiamate né messaggi, ma quasi ci spero che Claudio mi contatti, anche se non ne avrebbe motivo. Nonna mi riempie il piatto neanche fossi appena tornata dal fronte, sedendosi poi a tavola insieme a noi.
<<Nonna, che succede?>>, le accarezzo la mano perplessa, vedendola contrita.
<<Eh che se avvisavi prima, magari preparavo qualcosa in più>>, sbuffa scocciata.
<<Sì, certo, così poi per smaltire le calorie mi toccava digiunare fino a domani sera>>, scoppio a ridere.
La cena, se non fosse per qualche chiacchiera di nonna, prosegue in un silenzio innaturale, tombale, spaventoso quasi. Mi sembra di essere rimasta tra le braccia di Claudio. Non ci voglio pensare che potrebbero partire, non la voglio nemmeno concepire come ipotesi, eppure è reale...
<<Siete proprio di compagnia, fatevelo dire... paragonabili a due mummie>>, nonna come un'aspirapolvere risucchia ogni brutta immagine palesatasi davanti ai miei occhi. Flaminia giochicchia con la forchetta nel piatto, persa in qualche idea. <<L'altro giorno ho letto sul giornale una frase e ho pensato a voi due, perché mi sembra tanto vera, non mi ricordo di chi è, forse Callino, Cacino?>>
<<Calvino, forse>>, sorrido appena io.
<<Eh quello lì>>, annuisce lei, <<dice alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane, mo' io non so Calvino, però un po' di vita l'ho fatta e ce n'avete di tempo per angosciarvi, godetevela e sorridete; sono sicura che pure nonno vorrebbe così>>
Ha ragione nonna, d'altronde sarebbe strano il contrario. Tutte e tre insieme ci mettiamo a lavare i piatti, una volta finito di mangiare, scherzando con dei ricordi e degli aneddoti che continuano a farmi morire dal ridere anche a distanza di anni.
Aspetto il ritorno di mamma e papà a casa per tornarmene alla mia. Sono piacevolmente sorpresi di trovarmi in soggiorno, ma non basta questo a mamma per evitare di cazziare mia sorella per ogni cosa che non trova secondo ordini dati ben precisi. Spero di confondermi con le pareti ed uscire senza farmi notare, mentre nonna prova a fare da paciere.
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Storia di una ragazza disordinatamente normale
Romance"Essere adolescenti. La cosa più crudele che la natura potesse programmare per l'uomo." Questa è la frase con cui inizia questa storia, la storia di Lydia, un'adolescente che sta iniziando a diventare donna adulta, che non si è mai innamorata di un...