Un suono lontano. Una sveglia. Evidentemente la sua. Sento il suo mugugno nel tentativo di spegnerla. Mi arrendo. Apro piano piano gli occhi abbottonati di sonno. Le tende bianche oscurano quel timido sole, che si sta infiltrando tra i fili di cotone delle nuvole di novembre. Ho una voglia tremenda di vederlo e capire che non è stato solo bellissimo sogno.
Mi giro. È sdraiato anche lui, i capelli spettinati e gli occhi gonfi di stanchezza ma sorridenti. Risulta comunque dannatamente sexy. Mi accarezza prima il viso, poi infila lentamente la mano sotto le coperte, sfiorandomi la pancia e scopre che soffro il solletico.
L'ultima volta che avevo fatto l'amore era stato pochi mesi fa con Claudio, anche se sembra passata un'eternità. Eppure il cuore lo percepisce così vicino sempre, uno di quei ricordi che ti basta un odore, un suono per rispolverarlo e ritrovartelo davanti agli occhi. Non voglio paragonare, non posso e non devo. Un miglior amante di Claudio Conforti sono convinta ancora non l'abbiano inventato.
<<Che ore sono?>>, chiedo guardandolo.
Prima di rispondere, mi bacia le labbra tre volte in rapida sequenza. <<Sono le 8>>
<<Ho sonno>>, mi passo una mano sul viso.
<<Dai, vai a studiare, cammina fannullona>>, ride divertito, accarezzandomi la pancia.
<<Senti, c'è già l'esonero a mettermi ansia, non servi tu>>, gli tiro un cuscino.
<<Che impegni hai per la giornata? A parte il libro di diritto privato>>
Si alza, raccogliendo i vestiti sparsi realmente per tutto il pavimento della stanza, prendiamo anche consapevolezza che per la troppa foga stanotte mi si è strappato un pezzetto della manica del vestito. Pazienza, lo farò riparare dalla mitica nonna Gianna. Chissà cosa ne direbbe di Gabriele...
<<Comunque oggi torna Gioia! Devo andarla a prendere a scuola quando torna col pullman>>, esulto.
<<Va bene, io sono impegnato per il convegno tutto il giorno, però per cena forse riesco a liberarmi, ti va di stare insieme?>>, mi domanda, mentre mi metto seduta tra le lenzuola stropicciate.
<<Volentieri>>, annuisco contenta.
Mi alzo dal letto e dato che il mio vestito è al momento inutilizzabile, gli chiedo se ha qualcosa da prestarmi. Per fortuna aveva dei pantaloni della madre nella cabina armadio e per il sopra mi presta una sua camicia azzurra della Ralph Lauren bellissima. Faccio il risvolto alle maniche, altrimenti sarebbero troppo lunghe e recupero il cellulare. Avevo avvisato Diletta che stavo venendo qui a casa di Gabriele e che avevo detto ai miei genitori che avrei dormito da lei; naturalmente trovo la sua risposta.
Didi: Sei proprio il mio orgoglio!!!
Lydia: Grazie 😉 Ah, ci sono state chiamate dei miei genitori?
Didi: Nulla! Dopo mi chiami? Voglio i dettagli!
Lydia: Ti chiamo io appena ho un attimo.
Il tempo di inviare il messaggio, che ne arriva uno di Claudio.
CC: Oggi il pullman di Gio' arriva alle 17.
Un telegramma praticamente.
Lydia: Ok, ci sarò!
Raggiungo il soggiorno, dove trovo lui in piedi pronto nel suo completo scuro a parlare al telefono cordialmente. La bellezza di un uomo vestito elegante non è paragonabile con nient'altro.
<<Scusa se non ti ho risposto>>, continua lui conversando, <<però ero con la mia ragazza>>
Cosa? Cosa? Cosa? Ho capito bene? Ha detto proprio "la mia ragazza"???
STAI LEGGENDO
Storia di una ragazza disordinatamente normale
Romance"Essere adolescenti. La cosa più crudele che la natura potesse programmare per l'uomo." Questa è la frase con cui inizia questa storia, la storia di Lydia, un'adolescente che sta iniziando a diventare donna adulta, che non si è mai innamorata di un...