"With you standing next to me, I've got nothing to fear"

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Dall'ultimo giorno di scuola le cose non sono cambiate poi tanto. È venerdì pomeriggio e siamo tutti in classe con la Perticoli, con cui abbiamo deciso di organizzare degli incontri per ripetere le tesine e degli argomenti su cui magari (nella sua materia) c'era ancora poca chiarezza. La scuola è finita, ma gli esami devono iniziare e noi siamo ancora una classe. Se non fosse per l'orario, potrebbe essere una qualunque mattinata di pochi mesi fa passata a fare lezione. Nell'aria però si sente il nervosismo dell'attesa.

Nei nostri occhi è chiaramente percepibile la voglia di cominciare il prima possibile, perché ad aspettare ci stiamo logorando la salute. È dalla notte subito dopo l'ultimo giorno di scuola che dormo male, mi sveglio di continuo, rigirandomi nel letto, vago un po' per casa come un'anima in pena. Se arrivo viva alla fine della maturità, dormirò per giorni interi per recuperare il sonno mancato di questi mesi.

Una volta terminato di chiarire qualche concetto chiave della poesia di Pascoli, la Perticoli ci chiama singolarmente per ripetere le tesine, facendoci rimanere in classe a gruppi, almeno gli altri possono rifiatare un po'. Il caldo torrido ci sta uccidendo, come se non bastasse già l'ansia. Fortunatamente vengo chiamata tra le prime e l'esito è abbastanza positivo, seppur devo lavorare ancora su qualche passaggio troppo macchinoso alle mie orecchie. La perfezionista che è in me scalpita per tornare a casa e mettersi al computer a scrivere qualche bozza.

Esco in cortile, sedendomi sul muretto accanto all'ingresso dell'atrio. Marco è proprio a pochi passi da me dentro l'edificio a parlare con la Russo per la parte di filosofia della sua tesina; mentre Walter e Diletta sono ancora in attesa della "chiamata" della Perticoli insieme ad altri 4 o 5 compagni di classe. Intenta a rinfilare lo stampato della tesina nella borsa, riesco solo a udire i passi di Claudio Conforti in pericoloso avvicinamento. La sua tenuta elegante anche con queste temperature da denuncia gli rende onore per la tenacia.

Dall'ultimo giorno di scuola non l'avevo rincontrato e nonostante non sia passata neanche una settimana, ammetto che mi è mancato. Mi si è prospettato davanti lo scenario di una vita senza di lui, uno scenario vuoto, spento. Insomma, mi è sembrato di tornare a quei brutti mesi di piattume, quelli prima del suo arrivo al Torricelli. C'ho pensato a scrivergli anche per una sola battuta, a chiamarlo, ma poi puntualmente il coraggio veniva meno, il coraggio di lanciarmi appieno verso dei sentimenti tanto grandi da spaventare e paralizzare. Ho deciso che ero troppo impegnata, che lo studio mi rubava tempo e che i minuti spesi a parlare con lui sarebbero stati meglio impiegati nel morire sull'ennesimo manuale. Mi sono riempita di stronzate in sostanza. E ora che ce l'ho qui davanti bello come un attore hollywoodiano, qualsiasi buon proposito va a farsi una passeggiata al mare.

<<Dì la verità, ti mancavo troppo e hai deciso di venire a trovarmi>>, sogghigna lui divertito.

<<Ti piacerebbe>>, scuoto la testa ironica, <<la Perticoli voleva sentirsi ripetere per l'ennesima volta la tesina>>

<<Ti piacerebbe>>, scuoto la testa ironica, <<la Perticoli voleva sentirsi ripetere per l'ennesima volta la tesina>>

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