Il rientro a scuola il giorno dopo è traumatico. Mi sembra di essere uscita in un modo da quel cancello e di tornare in un altro. Ha ragione Didi quando, vedendomi arrivare, mi rimprovera: <<avresti fatto meglio a restare a casa! Guarda che faccia che hai!>>. È vero; ma a mala pena sono riuscita a chiudere occhio; un'altra giornata di pensieri non sarei riuscita a sopportarla. Meglio un 2 della Pilloni che vedere un pensiero camminare avanti e indietro davanti ai tuoi occhi. Certo, almeno di entrare alla seconda me lo potevo concedere, visto che abbiamo proprio latino la prima.
Ieri sera sono uscita dalla mia camera solo per cenare con gli altri, tentando di rispondere a monosillabi a qualunque domanda e di rimanere più vaga e generica possibile. Ovviamente, se mamma e papà hanno cercato di digerire questa mia sorta di mutismo, Flaminia e nonna non si sono arrese; però la mia sorellina per fortuna è stata distratta da una telefonata con Viola, la sua migliore amica. Nonna ha persistito, non ha avuto molto da chiedere in realtà, le è bastato rimanere pochi secondi faccia a faccia con me per capire; mi ha sorriso, accarezzato affettuosamente e lasciato riposare. Sapevo che in qualche maniera avrebbe compreso, sapermi leggere dentro rimane una delle sue più grandi doti.
Mi siedo al banco e grazie al cielo, Claudio ancora non è arrivato, magari si è preso un permesso per oggi...magari. Nel frattempo, si avvicinano alcuni miei compagni per informarsi sui due giorni passati, soprattutto chi ha rosicato per la scelta ricaduta su di me. Lo ammetto, in questi due giorni me l'ero dimenticato di avere una classe. Naturalmente, gli unici a sapere tutto sono Diletta, Marco e Walter, che tentano di farmi scudo dall'eccessiva curiosità degli altri.
<<Che fate tutti intorno a Golizzi?>> sento la sua voce tuonare, mentre chiude la porta dell'aula. Un fremito mi attraversa le costole. Ecco il momento per cui valeva la pena arrivare un'ora più tardi.
Si dileguano tutti in un istante, tornando ai propri posti, aprendosi come un sipario sulla sua perfetta figura. Si siede sulla cattedra con un look insolito, che non credevo neanche potesse stargli così bene: dei jeans appositamente scoloriti e stropicciati, un giubbetto di cuoio scuro e una t-shirt blu sotto, abbinata alle scarpe da ginnastica. Claudio, se non fossi così stronzo ... quanto sei bello.
<<Stavi spettegolando?>>, mi guarda dritto negli occhi, risvegliandomi dal torpore dovuto alla sua immagine divina, <<o provavi a resocontare sulle conferenze?>>
Ecco fatto. Un altro insegnante contro. Brava Lydia, sei veramente un fenomeno. Dovrebbero darti una medaglia!
<<Mi stavano chiedendo un parere sui due giorni trascorsi>>, tento di non far prevalere la parte più istintiva di me, che lo manderebbe volentieri a quel paese. Hai visto CC? Ogni tanto so abbozzare?
Socchiude la bocca, sembra voler replicare, ma qualcuno, bussando alla porta, glielo impedisce. La Perticoli fa il suo ingresso, facendomi rabbrividire, quando mi rendo conto che è proprio me che cerca.
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Storia di una ragazza disordinatamente normale
Romance"Essere adolescenti. La cosa più crudele che la natura potesse programmare per l'uomo." Questa è la frase con cui inizia questa storia, la storia di Lydia, un'adolescente che sta iniziando a diventare donna adulta, che non si è mai innamorata di un...