La dedica

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Non mi svegliavo di mia spontanea volontà alle 8 di sabato mattina da un secolo forse. Ho un'ansia addosso che non so descrivere, questo ragazzo mi sta facendo uscire di testa. Ieri ho passato la serata chiusa in camera al telefono con Diletta con il terrore che i miei genitori, mia sorella e nonna potessero sentire. E adesso devo anche farmi venire una buona idea plausibile per sparire anche oggi.

Voglio andare. E quel bacio mi è piaciuto, Dio solo sa quanto... lo sa anche Didi, ha voluto sapere tutti i dettagli. Ma è una situazione surreale! Devo stare attenta anche ai sospiri su questa cosa, perché penso che se mio padre lo venisse a sapere, come minimo mi rinchiuderebbe in casa. E poi, dettaglio non irrilevante, è un mio professore! A scuola succederebbe un casino se si venisse a sapere...

Vado a fare i compiti da Diletta, sì, può andare...tanto poi devo anche fermarmi a cena lì con Marco e Walter.

Fatta la doccia e messo addosso l'outfit giusto per non sudare in quella specie di bagno turco che è la piscina del Coni, passo la mattinata seduta sulla sedia girevole, con le gambe poggiate sulla scrivania a far finta di leggere il paragrafo che ha spiegato la Perticoli ieri.

<< ma dove vai in magliettina? Fuori non fa così caldo!>> commenta Flaminia, dopo aver preso la sua borsa vicino all'armadio (oggi esce a pranzo e pomeriggio con i compagni di classe)

<< devo...>> mi interrompo in un secondo di lucidità, in cui per miracolo non ho la faccia di Andrea davanti << da Diletta fa caldissimo ancora!>>

<< ah vai a studiare lì? Mamma mia, quest'anno studiate un sacco>> colgo ironia nelle sue parole, ma faccio finta di niente

Scendo le scale per andare in cucina solo quando arriva l'ora di pranzo e il mio stomaco brontola. Mamma e papà stanno chiacchierando vicino ai fornelli, uno capa delle carote e l'altra spadella un bel po' di spaghetti, sicuramente non ricordava che Flamy non era a casa per pranzo e ha preparato comunque per cinque, l'Alzheimer galoppante...

<< eccola la mia Lilly>> esclama nonna, seduta già a tavola, mentre cerca di sgranocchiare qualche cracker senza farsi beccare da mamma

<< nonna>> sospiro, sedendomi accanto a lei, mi appoggio con la testa sulla sua spalla, mentre lei mi accarezza la guancia

<< tutto bene?>> mi sussurra all'orecchio complice

<< sì>> annuisco tornando in un attimo più "fredda"

<< ah Lyd, oggi vieni con me al foro?>> papà si volta di scatto. Mi viene un colpo.

<< foro?>> chiedo con finta ingenuità

<< al foro italico>> mi risponde come se fossi una povera imbecille << c'è la partita di Andrea!>>

<< e perché devo venire?>>

<< c'è Sofia, la figlia di Dani e non sa a chi lasciarla ... Flamy non c'è e qualcuno la deve tenere>> il suo tono lamentoso non mi fa pietà, anzi...

<< va bene>> annuisco sorridente

Non mi devo inventare una cavolata. Grazie a Dio! E grazie alla piccola Sofia!

<< da quando sei così felice di andare a vedere le partite di pallanuoto?>> domanda mamma perplessa

<< mica è cosa di tutti i giorni andare a vedere tanti maschi in costume con quei fisici!>> controbatte nonna divertita, guardandomi

Quanto hai ragione nonna...

<< ma no!>> scuoto la testa energicamente << sono felice di stare con Sofi! È tanto che non la vedo>>

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora