"Just know that these things will never change for us at all"

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Mi sembra passata un'eternità dal giorno in cui, sempre a partire da qualche idea sconclusionata di Walter, siamo finiti a prenotare quattro biglietti aerei per Santorini, cercando di puntare sugli orari più economici possibili, stesso discorso è valso poi per la camera in cui soggiornare. Avevamo portato a buon fine gli acquisti con quei pochi risparmi che ognuno di noi aveva sulle proprie PostePay ed infatti il momento più complicato è stato riferirlo ai nostri genitori; lo abbiamo fatto durante uno dei tanti pranzi a casa mia e l'avevano presa anche meglio di quanto ci aspettassimo!

Era gennaio. Mi ero appena ufficialmente ripresa dalla fine della mia relazione con Andrea, stavo per compiere 19 anni e mai e poi mai avrei creduto che avrei trascorso la vigilia della partenza in compagnia di un altro uomo (e che uomo poi), un mio professore poi... È proprio vero che bisogna lasciar fare alla vita, le sorprese che può riservarti in qualche mese o in qualche giorno possono essere sconvolgenti, radicali.

Entro in aeroporto gasatissima, è praticamente l'alba, ma non ricordo di essermi mai svegliata così allegra a quest'ora prima di oggi, forse solo per i campo-scuola. Fra poche ore sarò su una spiaggia paradisiaca con i miei amici immersa in acque cristalline; durante tutti i mesi di scuola questo giorno sembrava non voler arrivare.

Unica nota negativa? Mi mancherà l'orso che in questo momento cammina al mio fianco, destreggiandosi sapientemente tra le varie indicazioni all'interno dell'aeroporto. In lontananza vediamo già schierati Didi, Marco e Walter insieme a papà, Ezio, Stefania, Federica e Fabrizio, mentre per i genitori di Diletta eravamo già consapevoli non si sarebbero potuti trattenere.

Stamattina quando ho aperto lo sportello della macchina di Claudio per salire a bordo, lui era seduto al volante e il piede sull'acceleratore fremeva; mi era venuto spontaneo ridere, senza un motivo ben preciso, però lui mi aveva seguito, concedendosi un sorrisetto dei suoi. Non può definirsi nervoso, però nemmeno tranquillo... un'altra delle cose che non possono essere sotto il suo pieno controllo e che di sicuro non conosce poi tanto bene: la preoccupazione verso un altro essere umano.

Arriviamo in massa al varco dei controlli di sicurezza ed è il momento dei saluti, papà lo rivedrò dopo al gate, dato che un suo amico lavora qui all'aeroporto e gli permetterà di passare anche senza biglietto; mamma, Flamy e nonna invece le avevo...

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Arriviamo in massa al varco dei controlli di sicurezza ed è il momento dei saluti, papà lo rivedrò dopo al gate, dato che un suo amico lavora qui all'aeroporto e gli permetterà di passare anche senza biglietto; mamma, Flamy e nonna invece le avevo salutate ieri prima di andare a cena da Claudio. Per questo decido di concentrarmi proprio su di lui, che ora pare contare i minuti per poter tornare a casa a dormire ... odia le levatacce.

<<Allora ciao>>, gli sorrido leggermente intristita all'idea di non vederlo per qualche giorno, visto che da un mese non c'è stato giorno in cui non ci siamo visti praticamente.

<<Chiamami>>, suona quasi come una raccomandazione.

Trova sempre modalità autoritarie per dimostrarsi interessato. <<Conforti, da quando ti importa della mia incolumità?>>

<<Fai poco la spiritosa>>, controbatte nervoso, puntandomi il dito contro in maniera simpatica.

<<Ti chiamerò>>, annuisco, mascherando la felicità con noia, <<tra un cocktail e l'altro, un ballo e un bagno al mare>>, stuzzicarlo è diventato uno dei miei hobby prediletti.

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora