"Essere adolescenti. La cosa più crudele che la natura potesse programmare per l'uomo."
Questa è la frase con cui inizia questa storia, la storia di Lydia, un'adolescente che sta iniziando a diventare donna adulta, che non si è mai innamorata di un...
Non c'è niente di più traumatico di svegliarsi di soprassalto per colpa di una serie apparentemente infinita di chiamate sul cellulare, sono sensazioni che non auguro di provare nemmeno al mio peggior nemico ... oddio, forse a Claudia Russo sì. Strabuzzo gli occhi, Claudio è sdraiato al mio fianco a pancia in giù, tenendo il braccio come al solito sulla mia pancia. Il ritratto della dolcezza. Il telefono continua a squillare, il suono nella mia testa è violento come quello di un martello su una parete, lo recupero dal comodino, dando una botta di reni per sollevarmi sulla schiena, ancora intontita dal sonno.
<<Pronto>>, non riesco a mascherare lo stropicciamento tipico di chi si è svegliato da poco più di qualche istante.
<<Oi, non ci credo, stai dormendo?>>, la voce di mamma arriva come una stilettata, la stessa severità con cui mi rimproverava quando facevo tardi la mattina per andare a scuola.
Merda! Mi ero completamente dimenticata che tornava Flaminia!
<<No, mi sto vestendo>>, raschio la gola per tentare di conferirmi un tono più autorevole.
Anche Claudio si mette seduto con un occhio ancora semi chiuso, decisamente perplesso da ciò che sta accadendo; rischio di scoppiare a ridere, nonostante la rabbia di mia madre, quando lui si stiracchia, strofinandosi gli occhi con le mani come un gatto; mi limito a dargli un bacio a stampo sulle labbra. Alza ancora di più il sopracciglio interdetto.
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<<Lydia il pullman arriva fra 40 minuti! Ci vediamo direttamente alla stazione?>>, mamma continua incalzante.
<<Perfetto>>, annuisco sicura che non farò mai in tempo, <<la stazione è ...>>, tentenno sperando che non si capisca troppo che non ricordo minimamente quale sia.
<<Termini>>, sbuffa mamma arrabbiata.
<<Ci sarò!>>, esclamo fiduciosa.
Attacchiamo. Lancio il telefono nella borsa poco distante dal letto. Salto in piedi, non sapendo cosa fare prima, Non c'è niente di più traumatico di svegliarsi di soprassalto per colpa di una serie apparentemente infinita di chiamate sul cellulare, sono sensazioni che non auguro di provare nemmeno al mio peggior nemico ... oddio forse a Claudia Russo sì. Strabuzzo gli occhi, Claudio è sdraiato al mio fianco a pancia in giù, tenendo il braccio come al solito sulla mia pancia. Il ritratto della dolcezza. Il telefono continua a squillare imperterrito, lo recupero dal comodino, dando una botta di reni per sollevarmi sulla schiena, ancora intontita dal sonno.
<<Pronto>>, non riesco a mascherare lo stropicciamento tipico di chi si è svegliato da poco più di qualche istante.
<<Oi, non ci credo, stai dormendo?>>, la voce di mamma arriva come una stilettata con la stessa severità con cui mi rimproverava quando facevo tardi la mattina per andare a scuola.
Merda! Mi ero completamente dimenticata che tornava Flaminia!
<<No, mi sto vestendo>>, raschio la gola per tentare di conferirmi un tono più autorevole.