La litigata con Claudio ha portato ad una sola conseguenza: sono costretta a continuare nella mia imperterrita e infruttuosa ricerca della cartellina per scrivere quella benedetta relazione. La scadenza è fra due giorni. Sì, sono nella merda. L'unica immagine che riesco a vedere in fondo a questo tunnel buio è la faccia delusa della Perticoli, che sottolinea ancora una volta ciò che di triste pensa di me. Per provare a darmi ritmo metto un po' di musica, ma la riproduzione casuale sembra accanirsi particolarmente o forse sono io che in ogni canzone continuo a trovare lui, noi... quel "noi" pronunciato da lui.
Non ricordavo neanche di averla scaricata sul cellulare, eppure è qui. Quella sera ero poco lucida, ma mai come a Firenze. Ero stretta tra le tue braccia. Ballavamo. Mi guardavi e io non capivo niente. T'ho accarezzato, ricordo la sensazione della barba ispida ancora sotto le dita. Ci siamo baciati. Le mie mani nei tuoi capelli, le tue sulla mia schiena che stringevano forte, mai abbastanza, mai come avrei voluto e come poi è accaduto.
Ed è vero, sei perfetto, non c'è niente che io ti possa dire, a parte che sei un grandissimo stronzo. Ma io non posso ... non posso innamorarmi di te. Ora non me lo posso proprio permettere. Perché mi hai gettato un'ancora nel momento in cui stavo annegando, perché se in questo momento ho un'idea su cosa dire a quei professori all'orale il merito è anche tuo. Perché non voglio perderti, però sento che se ti lascio entrare definitivamente, sarò io a perdermi di nuovo. Non posso permettermelo. Ho un esame e due professoresse interne che mi daranno del serio filo da torcere. Mi serve la testa salda sulle spalle e tu hai tutto il potenziale per mandare in frantumi ciò che è rimasto della mia lucidità. Non posso lasciare che io mi innamori di te. Non posso.
Mi hai detto di non aver mai conosciuto una come me e io posso dire benissimo la stessa cosa per quanto ti riguarda. Dopo Andrea mai avrei creduto di sentire di nuovo questo vuoto divorante in mezzo al petto e invece eccomi qui a pregare il mio subconscio di tenere il guinzaglio e non scappare per inseguirti.
<<Me la togli una curiosità?>> borbotta Diletta connessa con me al telefono. Mi siedo sul letto sfatta.
<<Dimmi>>, chissà stavolta che domanda stupida dovrà farmi?
<<Mi spieghi quali posizioni meravigliose ti ha fatto sperimentare CC quella notte per essere rimasta così sotto un treno? Cioè già con Andrea non te la passavi male, ma quella notte dev'essere stata davvero un'esplosione di erotismo per stare in questo modo sia te che lui>>, mi domando se stia scherzando, ma conoscendola non ci giurerei.
<<Buona serata Didi>> rido divertita. È proprio scema!
Mi do una sistemata prima che Andrea passi a prendermi. Presentarmi in queste condizioni pietose dovute alla spasmodica ricerca della cartellina e ai pensieri da cuore infranto non mi sembra proprio il massimo. Dopo aver infilato gli stivaletti, mi metto davanti allo specchio per sistemare i capelli. Mamma varca la soglia della stanza, studiando il mio look. <<Come sei carina>>, commenta sorridente, <<non è un po' troppo per mangiare al volo con Diletta?>>
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Storia di una ragazza disordinatamente normale
Romance"Essere adolescenti. La cosa più crudele che la natura potesse programmare per l'uomo." Questa è la frase con cui inizia questa storia, la storia di Lydia, un'adolescente che sta iniziando a diventare donna adulta, che non si è mai innamorata di un...