Festa, lento e fuga di mezzanotte

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Le feste. La rottura di scatole più grande che l'essere umano abbia mai inventato, soprattutto se a organizzarle sono persone che avrai visto sì e no un paio di volte nella tua vita, in questo caso parliamo dei parenti di Daniele, la cugina in particolare. L'ho incontrata forse tre volte e ricordo precisamente la sensazione di bruciore al palato che mi faceva venire sentendola parlare, è arrogante, antipatica, tendenzialmente stronza (perdonatemi il francesismo) e con una spiccata voglia di affossare qualsiasi altro essere umano di sesso femminile, solo per emergere al meglio possibile. E l'ultima volta che l'ho incontrata ero poco più che una bambina.

Andrea, sentendo da voci di corridoio di mia madre, non dovrebbe essere presente alla festa dei 50 anni della zia, ma non che la cosa influisca più di tanto sulla mia assoluta voglia di non partecipare all'occasione.

<< dai Lyd, non mi mandare da solo con tua madre e tua sorella!>>

Ovviamente papà ha iniziato subito la sua questua, appena ho solo accennato al fatto che avrei preferito restare a casa.

<< ma scusa, perché? 1: tu stai con l'amichetto tuo tutta la sera giustamente; 2: io non ho voglia di andare ai 50 anni di una persona di cui non me ne può fregar di meno, sapendo che sono stata invitata solo perché sono figlia tua; 3: ti pare carino lasciare nonna da sola fino a tardi?>>

<< ma nonna è solo che contenta guarda e poi dai, ti fa bene uscire, conoscere gente nuova...volesse che te trovi qualcuno!>>

Non avendo altri appigli su cui lamentarsi, mi "riprende" sempre sul fatto che a quasi 18 anni non abbia mai parlato del famigerato "fidanzatino" tanto reclamato dai parenti. No, non ho il fidanzato e ora proprio non mi va di andarmelo a cercare sinceramente.

Il risultato? Mi sto infilando alle 20 un vestito nero elegante da funerale più che altro, perché fra un'ora dobbiamo stare in una villa sulla Boccea per il compleanno del cavolo di quella lì.

Flaminia è già pronta e sta seduta sul letto ad incitarmi per farmi sbrigare, mamma sbraita contro di nonna, nel corridoio e papà...boh, sarà in camera a farsi il nodo alla cravatta!

<< sei molto bella>>

I complimenti di mia sorella valgono sempre veramente molto poco, soprattutto perché li fa guardando da tutt'altra parte, in questo caso lo schermo del suo iPhone.

Infilo lo stivaletto nero col tacco a spillo, sperando di non inciampare e fare una figura di cacca e Flamy mi aiuta a tirare su la zip del vestito sulla schiena. Prego solo la tortura finisca presto e la serata passi indolore.

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Villa Giovanelli. Può bastare una targa fuori a un cancello a farmi venire assoluta voglia di scappare? Sì, vorrei smaterializzarmi ora.

L'usciere ci fa scendere, chiede a papà le chiavi della macchina e si allontana a bordo, mentre noi, rimasti lì nel giardino, ci dirigiamo verso l'ingresso, già popolato animosamente. I maledetti sampietrini rischiano di farmi cadere un paio di volte, ma per fortuna ho papà a sostenermi, anche se il bastardo mi molla qualche volta per salutare conoscenti di lunga data, da cui cerco di nascondermi in tutti i modi.

La villa è molto grande, molte sale, tutte decorate con lampadari giganteschi e brillanti, almeno il posto è gradevole e sembra essere anche pieno di cibo, l'unica cosa su cui faccio affidamento in momenti del genere.

La festeggiata la riconosco dal sorriso con i denti storti che ha sempre avuto. È anche brutta oltre che stronza!

<< Lydia, sempre più bella è! Peccato che non hai preso il fisico di tua madre...>>

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora