Esco da un'altra stressante ora di quella bastarda (e chi più ne ha, più ne metta) della Russo; ovviamente il mio argomento in tesina non le va bene, ma chissenefrega io ce lo metto lo stesso Kant. Mi guarda sempre dall'alto in basso, si prostituirebbe per denigrarmi in pubblico e venderebbe sua madre per mettermi un'insufficienza. La odio. Durante l'ora di ginnastica chiedo ad Andrea di poter prendere un po' d'aria in cortile da sola e lui acconsente, anche perché sa che lezione ho appena affrontato; con gli occhi mi fa una carezza affettuosa, per fortuna non compie altrettanto gesto con le mani.
Raggiungo la scala antincendio, ma rimango all'altezza piano terra; mi siedo sulla balaustra, poggiando la schiena al muro, respiro profondamente e quasi mi calmo... È uno stress infinito e non passerà fin quando non avrò terminato il mio maledettissimo orale. Mi sembra di vederlo davanti a me quel groviglio intrecciato di pensieri che mi stanno facendo esplodere la testa, potrei parlarci magari e chiedergli di andare a infastidire qualcun altro altrove. Ok, sto degenerando. Se continuo così, alla fine della maturità avrò bisogno di un periodo di analisi.
Tutti i pensieri si infrangono al rumore di passi, da dietro l'angolo appare proprio lui: CC, con tanto di due caffè in mano. Si avvicina con aria di chi è abituato a fare queste cose, mi guarda quasi apprensivo. "Il soccorritore di donne in difficoltà".
<< Caffè?>> domanda, una volta che mi ha raggiunto, sfidandomi quasi per giunta con quel sopracciglio alzato
<< Magari>> rispondo anonimamente...so di deludere le sue aspettative. Dà la costante impressione di voler provocare una reazione esagerata da parte del suo interlocutore.
Mi passa il bicchierino lentamente e mentre sorseggio, riscaldata un po' almeno dal bollente aroma nero della caffeina, lui si mette accanto a me, restando però in piedi.
<< Come facevi a sapere che ero qui?>> chiedo perplessa dopo il silenzio dovuto alla bevuta del caffè
<< Passavo nel corridoio e ti ho vista dalla porta>> me la indica con lo sguardo poco distante da dove siamo ora
<< E perché mi hai portato il caffè?>> insisto curiosa
<< Perché la prossima ora da affrontare è la mia e ti voglio concentrata, non con questa faccia>>
<< Non so se basta un caffè>> sospiro, gettando un'occhiata alla strada a noi vicina
<< Hai discusso con la Russo?>> sospira, come se Claudia fosse motivo di preoccupazione anche per lui
<< No, non discusso...sempre la stessa situazione>>
<< Fastidiosa come sei, non mi stupisco che i professori ti detestino>> sorride sarcastico
<< Tipo come fai tu>> rispondo immediatamente, forse pure con una punta di nervosismo
Fa quasi finta di non aver sentito.
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Storia di una ragazza disordinatamente normale
Romance"Essere adolescenti. La cosa più crudele che la natura potesse programmare per l'uomo." Questa è la frase con cui inizia questa storia, la storia di Lydia, un'adolescente che sta iniziando a diventare donna adulta, che non si è mai innamorata di un...