"Ci vorrebbe un amico"...

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Quando mi ritrovo a pensare che effettivamente d'estate mi manca venire a scuola, non parlo delle interrogazioni, delle verifiche, delle rotture di palle dei professori (perché diciamocelo chiaramente... a chi piacciono?). Parlo di momenti di risata pura trascorsi nelle lezioni in cui anche solo alzare la testa dal banco richiede una quantità di energie troppo grandi, figuriamoci seguire e prendere appunti.

Walter e Marco sono accaniti contro Cicuzzi e non con cattiveria, perché è impossibile volere del male a Enzo, è un cucciolo... non crea troppi problemi, cerca di assecondarci in tutto e poi è sordo da un orecchio, poverino. I miei due compari però ci hanno preso gusto a evidenziare a tutti questo suo piccolo difetto fisico da quando il prof ha osato mettergli un 2 perché si erano rifiutati di consegnargli almeno un disegno nel corso dell'anno. Due idioti, sì lo so, però sta di fatto che quando poi mi ritrovo nelle situazioni non posso far a meno di ridere e la Perticoli mi odia per questo. Secondo lei dovrei essere la rompi palle di turno che richiama la classe all'ordine, "perché sei una ragazza seria e una delle più autorevoli nel gruppo", me lo ha detto dal primo anno allo scorso, poi si è stufata pure lei.

Va be', insomma... qualche giorno fa i due scemi hanno alzato la mano per fare una domanda e il professore era rimasto così piacevolmente sorpreso da interrompersi di punto in bianco nel suo discorso per ascoltare. << Masetti, Colacci...prego>> La voce flebile per l'emozione non aveva cercato di aggiustarla.

Il problema è che i due imbecilli hanno iniziato a parlare a così bassa voce da non fargli capire un accidente al povero Enzo, che preoccupato di fare una colossale figura di merda, aveva iniziato a parlare di tutt'altro argomento, cercando di captare dai nostri sguardi se era sulla retta via.

Ovviamente alla prima risata mal contenuta di qualcuno nelle retrovie, sono seguite quelle degli altri e Cicuzzi alterato ha deciso di metterci una nota, che si è andata a sommare alle tante già collezionate con quasi tutti i professori.

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Caviglia ancora fasciata, anche se a distanza di una settimana va decisamente meglio, sotto il banco appoggiata su una sedia, comodamente offertami da Jacozzi e non per buon cuore, ma perché, proprio nell'ora di arte, gli sto realizzando l'ennesima tavola che lui, dichiarandosi incapace, si rifiuta di fare.

Io e Diletta ormai all'ultimo banco abbiamo un laboratorio di disegno per quelli che facciamo per quasi tutta la classe, che si riunisce intorno a noi per "incoraggiarci" e prestarsi alle nostre richieste, come quella che ha appena realizzato Jacozzi di offrirmi la sedia per poggiare il piede non poi così dolorante. Il Cicuzzi finge necessariamente di non vedere niente, lasciandoci fare, visto che poi alla fine ne guadagna anche lui, che a parte qualche eccezione ha una classe intera che prende voti decenti ai disegni.

Sentiamo una specie di ronzio e quando mi ritrovo a chiedere a Marco cosa sia, mi indica con un dito Walter, ridendo divertito perché si è addormentato. Stranamente il ronzio lo sente anche il Cicuzzi, forse incoraggiato da Rodolfo Pessicato...anche detto "il merda".

Fatto sta che Enzo, munito di libro di storia dell'arte da 500 pagine, si avvicina circospetto, cercando in tutti i modi di non farsi sentire dal diretto interessato, mentre in classe è calato il gelo tipico dell'attesa, come quando allo stadio c'è un calcio di rigore da tirare e non sai che aspettarti dal rigorista designato. Il prof con la freddezza di Totti sul dischetto sbatte il pesante manuale sul banco di Marco e Walter, facendo sobbalzare per lo spavento quest'ultimo, completamente perso nel sonno.

<< Masetti ma non ti dovevi far interrogare?>> chiede subito Cicuzzi, guardandolo dritto in faccia attraverso gli spessi occhiali, mentre si passa una mano nella barba bianca

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora