Il 1° gennaio è quel giorno che ogni essere umano, indistintamente da religione, sesso, razza, età, vorrebbe cancellare dal calendario, oppure skipparlo come si fa con le intro delle serie tv su Netflix, passando oltre.
Il motivo è abbastanza semplice, o si passa tutta la giornata a dormire nel post-sbornia della sera prima, o a rigettare in ginocchio sulla tazza del bagno, o a rimpiangere la propria nascita in preda a una stanchezza che ti annienta ogni briciolo di voglia di vivere, mentre in realtà potresti/dovresti fare altri miliardi di cose.
Io l'ho passato seduta sul letto col computer sulle gambe, ignorando (o almeno provandoci) che avessi un appuntamento la sera con "lo stronzo".
Diletta, Marco e Walter hanno dormito qui, gli ultimi due in particolare buttati sul pavimento nella mia camera, nel momento in cui sono riusciti a raggiungere a gattoni la mia stanza. Appena svegli, li ho aggiornati su ciò che sarebbe successo di lì a breve e ovviamente ho chiesto il loro appoggio per reggermi il gioco, dal momento che se i miei sapessero mi intabarrerebbero dentro casa fino alla laurea.
<< mi raccomando il preservativo>>. Questa è stata l'unica cosa che è riuscito a dire Walter di sensato dopo le cazzate solite, anche se tutto ho intenzione tranne che di fare l'amore con Andrea
Didi mi ha aiutato a scegliere cosa mettere, nulla di esagerato, non mi mostrerò mai diversa da quella che sono, tanto meno in un'occasione del genere. Accompagnandoli alla porta, davanti ai miei genitori, gli ho dato appuntamento a casa di Diletta più tardi. Siamo degli attori provetti, anche se la mia bionda preferita nel momento di uscire da casa mi ha strizzato l'occhio e baciandomi la guancia, mi ha sussurrato all'orecchio: << lasciati andare alle emozioni>>.
Fosse facile...
*******
Le 21 arrivano puntuali come una sentenza. Vorrei solo buttarmi sotto il piumone e tornare a dormire, invece ricevo un messaggio. Il suo.
Andrea: sono all'incrocio, ti aspetto
Lydia: arrivo
Esco di casa di corsa, come faccio sempre quando vado in direzione casa dei miei amici, dando un bacio sulla guancia di nonna e una scapigliata con la mano a Flaminia, che mi maledice appena mi allontano.
Ormai la sua moto la riconosco da kilometri, la vedo tutte le mattine parcheggiata fuori scuola, senza contare le volte in cui mi ci sono seduta sopra per aspettarlo fuori la piscina. Se ne sta lì vicino, in piedi, che scrolla un dito sul cellulare.
Dal palazzo di fronte a dove è accostato lui, in particolare dall'appartamento del bonazzo del primo piano, purtroppo fidanzatissimo con una modella da copertina di Vogue, fuoriesce un po' di musica, succede spesso, ma oggi crea più atmosfera del solito. Mi sembra di essere in uno di quei film di Rosamunde Pilcher che tanto piacciono a mia nonna, dove la protagonista corre incontro al suo innamorato dopo la risoluzione dell'"inciucio" (cit. mitica Gianna) che l'aveva tenuti lontani. È una canzone di Giorgia, credo sia "Girasole". Lui mi sorride, accorgendosi del mio avvicinamento.
E io non lo so perché, però ho la netta sensazione di potermi fidare. Non ho un valido motivo per farlo, ma non ne ho neanche per non farlo. In fondo sta davvero facendo tanto e non posso avere la certezza della sua sincerità, non almeno finché non proverò davvero ad avvicinarmi. E se dovessi bruciarmi? Meglio, ho quasi 18 anni e voglio bruciare. Mi devo lasciare andare.
Mi dà un solo bacio sulla fronte, con tutta la dolcezza del mondo e adoro quando lo fa. Mi passa il casco, poche parole, quelle essenziali, ma nessuna che indichi il luogo dove mi sta portando. Forse torneremo da Pietro, o forse no.
STAI LEGGENDO
Storia di una ragazza disordinatamente normale
Storie d'amore"Essere adolescenti. La cosa più crudele che la natura potesse programmare per l'uomo." Questa è la frase con cui inizia questa storia, la storia di Lydia, un'adolescente che sta iniziando a diventare donna adulta, che non si è mai innamorata di un...