"Every little thing she does is magic"

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Giunta quasi al termine dei miei 5 anni di esperienza liceale, ancora non riesco a spiegarmi cosa spinga tutti i professori a risvegliare la propria sete di voti e valutazioni contemporaneamente nelle stesse settimane e addirittura negli stessi giorni. È come se da un momento all'altro realizzassero che il tempo scorre, che non possono più rimandare l'idea di dover lavorare. Ovviamente da bravi stronzi quali sono, si crea una tacita alleanza, che li porta a fissare verifiche e interrogazioni praticamente combacianti. Che sadici!

La Perticoli ha minacciato di interrogare a tappeto l'intera classe su tutto il programma. Al limite del legale, considerando la quantità di materiale a sua disposizione per torturarci. Per questo oggi, invece di trascorrere la ricreazione in cortile, mi sbrigo per andare al volo in bagno per un bisogno impellente di fare pipì, sbrigandomi a tornare in classe per ripassare con gli altri. C'è necessità dell'aiuto di ognuno di noi per superare l'ostacolo.

Mentre mi lavo le mani, iniziando a farmi una scaletta mentale dell'ordine con cui ripassare i vari autori nei 5 minuti che mi restano per tentare il miracolo; nell'inconsueto deserto del bagno, sento qualcuno soffiarsi il naso e subito dopo singhiozzare dolorosamente, nonostante gli sforzi vani di trattenersi. Sintomi di un pianto disperato.

Mi avvicino lentamente alla porta da cui proviene il lamento. <<Tutto bene? Serve una mano?>>, domando intimidita.

Passa un decimo di secondo prima che la persona in questione, successivamente ad aver tirato lo sciacquone, apra la porta. Merda! È Claudia Russo. A stento la riconosco. Il trucco sbavato sotto gli occhi gonfi per le lacrime, il naso rosso per l'eccessivo uso dei fazzoletti di carta. E ora preferirei essere ovunque, davvero, anche nel deserto, piuttosto che in questa situazione, con lei che ora mi scruta incattivita. La donna che più mi detesta (sentimento ormai reciproco) di fronte a me estremamente fragile.

<<Ma tu i cazzi tuoi proprio non riesci a farteli eh!>> sbotta arrabbiata, superandomi per raggiungere il lavandino. Poteva andarsene nel bagno dei professori se voleva intimità! Dai, Lyd, respira, sta palesemente soffrendo. Merda. Andrea le ha parlato...

<<Non pensavo fosse lei>>, sospiro, seguendola con lo sguardo.

<<Be', lo sospettavo>> replica cinica, sciacquandosi le mani sotto l'acqua fresca, <<tornatene a fare ricreazione con gli amici tuoi, lasciami sola!>>

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<<Be', lo sospettavo>> replica cinica, sciacquandosi le mani sotto l'acqua fresca, <<tornatene a fare ricreazione con gli amici tuoi, lasciami sola!>>

Inspiro profondamente, allontanandomi a passo lento. <<Mi dispiace>>, è l'ultima cosa che le dico prima di uscire e riversarmi nel corridoio.

Automaticamente i miei passi prendono la direzione della mia classe, ignorando qualsiasi istinto mi suggerisca di cercare Andrea per prenderlo a schiaffi. Ma a volte il destino sembra accanirsi, o forse mi sta solo dando la possibilità di non rimuginare su qualcosa e di agire direttamente. Mi ritrovo a un paio di metri di distanza Andrea, che mi sorride e si avvicina, come se volesse chiedermi qualcosa.

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora