Un fidanzamento incoffessabile

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Ci sono momenti in cui la vita decide di accelerare. Improvvisamente e in maniera incontrollata. Mi sono ritrovata da un giorno all'altro fidanzata segretamente, a dover tenere nascosto il mio cellulare per evitare messaggi inopportuni (anche se poi alla fine dovevo farlo anche prima, visto che vedere una semplice allieva scriversi con il proprio professore di ginnastica non è la cosa migliore). Non è cambiato il fatto che mi devo chiudere in bagno ogni volta che parlo al telefono con lui o con Didi o Marco o Walter di Andrea e il dovermi inventare uscite continue per poter andare da lui.

Diventa più pesante giorno dopo giorno, ma allo stesso tempo mi dà un brio mai avuto. Sono già andata un paio di volte ai suoi allenamenti, ho pranzato con lui. L'ho vissuto. Ed è esattamente come me l'aspettavo, forse meglio.

A scuola stanno per uscire le pagelle e questo vuol dire un po' di tranquillità per almeno qualche giorno, permettendomi di poter stare più tempo con il mio ragazzo. Fa così strano dirlo.

<< a che ora ce l'hai gli allenamenti oggi?>>

Mi siedo sulle sue ginocchia, invitata da lui stesso. Il divano di casa sua è più comodo da questa prospettiva, nel frattempo il sole sta tramontando ed è ancora pomeriggio presto. Odio l'inverno solo per l'assurda assenza di luce.

<< alle 19, riesci a venire?>> Il suo sorriso mi fa venire tanta voglia di dire un sì convinto e deciso, ma se continuo a restare fuori quasi tutte le sere, i miei genitori prima o poi sospetteranno qualcosa ...

<< no, non posso, si insospettirebbero>>

<< e digli che vai da Diletta...>>

<< gliel'ho già detto per ieri>>

Fa la faccia da cagnolino abbandonato e non riesco a resistergli, mi fiondo sulle sue labbra. Chi l'avrebbe mai detto che avrei trovato qualcuno in grado di essere così, per natura sono un'estroversa, un'espansiva, un'impulsiva, ma ho sempre cercato di tenere a bada questo mio lato. Forse è arrivato il momento di tirarlo fuori.

<< dobbiamo iniziare a cercare scuse più fantasiose>> sorride pensieroso

<< o forse la soluzione è un'altra>>

Mi guarda perplesso. È da ieri sera che ci penso. A me non va di continuare a raccontare tutte queste balle ai miei genitori, alla mia famiglia. Sono felice, davvero e voglio urlarlo al mondo intero! Ora che finalmente c'è qualcuno a farmi battere il cuore, voglio poter farlo sentire a chiunque, voglio condividere questa gioia con le persone a me più vicine. E poi non ci credo che possano prenderla tanto male, certo all'inizio sarà un bello shock, ma prima o poi capiranno...

<< se lo dicessimo ai miei genitori e a tuo fratello? In fondo non c'è niente di male, non è colpa nostra se loro si conoscono dal liceo e se tu sei un mio professore...>>

<< be' tecnicamente sei anche minorenne ancora>> ride divertito

<< scemo>> lo rimprovero, fingendo di picchiarlo << dico sul serio>>

<< tu sei sicura di volerglielo dire? Io non credo sia una buona idea>>

E non sei l'unico... Oggi a scuola ho accennato questa ipotesi anche ai miei tre compari. Marco per poco non si strozza con l'acqua, attirando l'attenzione della Perticoli, che subito mi ha incendiato con lo sguardo, rea di aver provocato disturbo all'interessantissima lezione che sta tenendo di letteratura latina, roba che il suicidio sembra un gioco da tavolo in confronto.

<< ma che te sei bevuta il cervello?>> questa è stata la prima "pacata" reazione di Walter, appena quella strega di professoressa ha ricominciato a leggere in quella lingua più morta di lei

Storia di una ragazza disordinatamente normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora